www.resistenze.org - popoli resistenti - palestina - 11-10-03

Da: Centro Internazionale Crocevia <crocevia@croceviaterra.it>
BOLLETTINO N. 9 - “Terra Palestinese”

Estratti Monitoraggio delle attività di confisca e demolizione, da articoli dei quotidiani palestinesi.


Raccolta e traduzione riassuntiva a cura di Mohammed Gazawneh (Land Research Center di Gerusalemme) in collaborazione con il Centro Internazionale Crocevia di Roma.

Mese settembre Anno 2003

In un comunicato preparato dallo Statistical Palestinian Center, il muro di separazione causa la confisca di quasi 165.000 domus di terra palestinese ( 40460 domus di proprietà della ANP e 124,000 domus di proprietà privata ). I danni soltanto alle infrastrutture sono stimati con 10.700.000 $ .

Un rapporto preparato dal comitato palestinese per la difesa della terra mostra che negli ultimi 4 mesi sono stati confiscati 27.000domus e sono stati costruiti 18 nuovi nuclei d’insediamento, tra la terra confiscata si nota che 9443 domus sono stati confiscati per ordini militari a cui i palestinesi non possono opporsi, 16325 domus sono stati confiscati per altri motivi ed il resto e’ stato confiscato da parte dei coloni, il rapporto conferma che 6881 domus sono stati confiscati a favore del muro di separazione e 2005 sono stati annessi ad insediamenti; il rapporto parla della presenza di 100 nuclei di nuovi insediamenti nei Territori Occupati e che in questi 4 mesi sono stati pubblicati appalti per la costruzione di 7790 appartamenti negli insediamenti.

Il Centro Palestinese che si occupa dei detenuti conferma la presenza di 1200 detenuti palestinesi nel carcere del Neqev che si trova nel cuore del deserto, 80 dei detenuti sono ragazzini, 400 palestinesi sono dentro per ordine amministrativo (non condannati e quasi 800 sono già condannati, il 60% dei detenuti non riceve visite dai propri familiari), nel carcere di Atzione, il Centro chiede l’intervento delle associazioni internazionali per rilasciare il detenuto Mohammed Musa Sinnawi di 17 anni che soffre di cancro.

In Provincia di Safit al nord della West Bank, i bulldozer israeliani iniziano ad aprire una nuova strada per i coloni, si tratta della terza strada che viene aperta nella stessa zona. Fino ad oggi sono stati devastati 150 domus della terra agricola del villaggio Burqa sradicando centinaia d’alberi da frutta, sempre nella stessa provincia e proprio nel villaggio di Kefel Hares coloni e soldati israeliani sradicano250 alberi (maggiormente olivi) nei pressi della stazione degli autobus dell’insediamento Ariel.

L’associazione internazionale “Solidarietà”, attraverso un suo rapporto, conferma che dall’inizio della prima intifada sono stati uccisi 4554 palestinesi, (586 sotto i 16 anni, 223 sotto 12 anni) nel rapporto Solidarietà conferma che l’anno scorso è stato il più sanguinoso.

NABLUS

6/9: L’esercito di Sharon distrugge con la dinamite un palazzo di 7 piani a Nabus (quartiere Makhfiya), il palazzo era composto da 15 appartamenti, gli abitanti sono stati costretti a lasciare le proprie case nella notte senza portare con loro nemmeno i documenti.
14/9: Nella provincia di Nablus i villaggi che si trovano nei pressi degli insediamenti vengono trasformati in isole chiuse dai soldati, i coloni      chiudono il ciclo della violazione dei diritti umani attraverso la confisca dei terreni, incendi nei campi agricoli, sradicamento degli alberi e aggressione contro i cittadini.

22/9: Coloni ebrei aggrediscono pastori palestinesi nella zona rurale ad est di Nablus, sequestrano 250 capi d’ovini minacciando di demolire le stalle nella zona del villaggio di Salem. I capi rubati appartengono ai sig.ri Nemer Abu Sa’ada e Nazeeh Sadeq.

30/9: Un rapporto preparato dal governatore della provincia di Nablus parla dei danni subiti in questi tre anni d’intifada (29-9-200/28-9-2003), il rapporto parla di 425 martiri, 5260 feriti, 295 case completamente distrutte, 6800 case parzialmente distrutte, 7000 persone arrestate (tra di loro 1350 sono ancora in prigione), un rapporto simile parla della provincia di Hebron: 209 martiri, 9500 feriti ( tra i martiri 33 bambini), soltanto nell’ultimo anno dell’intifada e in tutti i Territori Occupati sono stati uccisi 665 palestinesi e 205 case sono state demolite.

GERUSALEMME

Il muro di separazione nella zona di Gerusalemme causa la devastazione dei campi sportivi della università di Gerusalemme nel villaggio diAbu Deis, saranno devastati 62 domus che rappresentano i 2/3 dell’area a disposizione dell’università

7/9: Una corte israeliana costringe il sig.ra Fatehiya Jabareen a demolire la propria casa (a Beit Hanina) e a pagare una multa di5000 NIS (1120 $), la sig.ra è stata costretta ad obbedire per evitare di pagare una multa di 30.000 NIS (6720$) in caso la demolizione fosse compiuta con i bulldozer dell’esercito, la casa era di 60 mq ed ospitava una famiglia da 7 persone.

11/9: Il comune israeliano di Gerusalemme informa verbalmente 7capi famiglie dell’intenzione di demolire le loro case a Beit Hanina entro 48 ore, i proprietari hanno chiesto ai soldati di consegnare a loro ordini scritti ma i soldati hanno rifiutato.

16/9: Bulldozer israeliani sradicano 2000 alberi d’olivi devastando centinaia di domus di terra agricola nei villaggi di Sheikh Sa’d e Swahra a sud est di Gerusalemme, la devastazione della terra entra nell’ambito della costruzione del muro di separazione attorno a Gerusalemme.

BETLEMME

1/9: Bulldozer israeliani sradicano decine d’alberi dal cimitero islamico che si trova all’entrata nord della città di Betlemme ehanno dichiarato militarmente chiusa l’intera zona.

3/9: Coloni ebrei dall’insediamento di Beitar Elit continuano ad aggredire i terreni agricoli ed i contadini nei villaggi di Husan e Nahaleen, i coloni gettano acqua di fogne sui terreni agricoli creando un stagno di 25 cm, inoltre non permettono ai contadini di raggiungere i 30 domus di terra coltivata con orti e viti.

5/9: L’autorità militare israeliana decide di confiscare 104 domus di terra agricola nei villaggi di Al-Nu’man ed Al-Khas ad est diBetlemme per consentire l’apertura di una nuova strada per i coloni che affiancherà il muro di separazione, la nuova strada arriverà fino all’insediamento di Har Homa costruito tra Gerusalemme e Betlemme.

7/9: L’autorità militare israeliana annuncia la confisca di 24 domus della terra del villaggio Walaja per consentire l’apertura di una nuova strada per i coloni ( lunga 8 km e larga 8 m) che gira attorno al villaggio, da ricordare che lo stesso villaggio aveva perso il 90% della sua terra nel 1948 e dopo l’anno 1967 una gran parte di quella rimasta è stata confiscata.

23/9: L’esercito di Sharon pubblica un ordine militare che parla della confisca di 28 domus di terra palestinese alla porta nord della città di Betlemme, la terra in questione appartiene alla chiesa Ortodossa e alla famiglia Tiliani, l’esercito ha lasciato l’ordine militare perle strade, con questo ordine intende chiudere in maniera definitiva le strade tra Gerusalemme e Betlemme.

28/9: Bulldozer israeliani iniziano a devastare una parte della terra agricola nei villaggi di Nu’man e El-Khas per aprire una nuova strada per i coloni, la strada (lunga 2.1 km con larghezza che arriva in certe zone a 106 m) causerà la devastazione di 104 domus, questa serve per collegare i vari insediamenti nella parte est della zona rurale di Betlemme. Sempre nel villaggio di Numan l’esercito consegna avvertimenti di confisca di 77 domus a favore del cosiddetto muro di separazione.

HEBRON

14/9: Bulldozer israeliani devastano quasi 75 domus di terra agricola coltivata con alberi d’olivo nel villaggio di Beit Awa, la terra colpita appartiene a contadini della famiglia Suweiti, con la devastazione l’esercito intende aprire   una nuova strada lunga 1.5 km e larga 50 m che arriva fino alla linea verde. Nella stessa provincia e proprio nel villaggio di Karma i bulldozer devastano la terra che si trova lungo la by pass road N° 60, la terra colpita appartiene a contadini della famiglia Amro.

5/9: l’esercito di Sharon consegna un ordine alla famiglia del cittadino Said Da’na nel quale ordina di sradicare 200 alberi d’olivi e frutta (11 domus) perché la coltivazione si trova nei pressi dell’insediamento di Kiryat Arba’. Sempre nella stressa città e proprio nel quartiere di Wadi Al-Nassara i soldati non si limitano a guardare i coloni mentre aggrediscono e picchiano i cittadini ma li affiancano.

9/9: l’esercito di Sharon fa saltare in aria un centro commerciale che appartiene al sig. Mohammed E’beido accusato di essere il fratello di un martire.

17/9: Coloni ebrei compiono un nuovo massacro contro gli alberi d’olivi in due località in provincia di Hebron; la prima e’ il villaggio di Jab’a nord ovest dove centinaia d’alberi d’olivi coltivati in 50domus sono stati sradicati, la terra e gli alberi appartengono al sig. Musa Hamdan, la seconda località si trova ad est proprio nei pressi dell’insediamento di Kiryat Aarba’, qui sono stati sradicati dalla terra del sig. Nasser Da’na 50 alberi d’olivi e mandorle.

STRISCIA di GAZA

11/9: Nella città di Khan Younis soldati israeliani occupano e trasformano un asilo in una caserma militare dopo aver cacciato 150 bambini.

13/9: L’esercito di Sharon demolisce 17 case nel campo profughi di Yabna a Rafah, le case che ospitavano oltre 150 persone si trovavano di fronte alla fascia confinale con l’Egitto.

TULKAREM

1/9: Bulldozer israeliani continuano a devastare la terra agricola nei villaggi di Nazlet Issa, Qeffin, Zeita e Baqa Sharqiya al nord di Tulkarem a favore del muro di separazione, la devastazione causa anche l’isolamento di numerose case dal resto del villaggio di Nazlet Issa come il caso dei fratelli Samir, Raed, Jihad e Riad Ass’ad e le case dei loro cugini.
Nel villaggio di Qeffin sono stati devastati 50 domus ( una fascia lunga 1 km e larga 50 m) dove decine d’alberi sono rimasti sradicati, nel villaggio di Nazlet Issa i bulldozer demoliscono il centro commerciale del sig. Fatehi Babe dopo aver devastato 50 domus dello stesso contadino, un negozio ed un ristorante del sig. Lutfi Alloush, un negozio di ortaggi del sig. Jalal Farid, un distributore di carburante del sig. Walid Zeben.

6/9: Il muro di separazione uccide il sogno dei contadini di una nuova stagione di olivicoltura specialmente nella parte nord della WestBank, l’olivicoltura rappresenta la fonte principale di guadagno per contadini, il muro causerà la devastazione e l’isolamento di decine di migliaia di domus di terra, basta vedere l’esempio del villaggio Feroun che ha perso oltre 4000 domus.

16/9: L’autorità militare rilascia un ordine militare che parla della confisca di 130 domus di terra agricola nei villaggi di Feroun eIrtah per consentire la creazione di una caserma militare e per l’espansione di un check point, 50 domus si trovano dietro il muro e 80 domus sono usati dai contadini, Farid Jaiyousi, Mahmoud Alia e Mohammed Issasono alcuni dei contadi proprietari della terra .

22/9: L’esercito di Sharon non permette agli uomini della difesa civile di spegnere il fuoco scoppiato nella terra agricola dei villaggi di El-Ras e Kufur Sur, l’incendio causa la morte di migliaia d’alberi d’olivi e mandorle, l’esercito si e’ limitato a controllare l’andamento dell’incendio per garantire che il fuoco non si avvicinasse all’insediamento di Sal’eet, la terra colpita appartiene ai contadini Aref Awad, Ameen Mahmuod, Marwan Farid, Abdelkarim Salman, HusseinAwad (del villaggi ElRas), Bassam e Sameh Hattab, alle famiglie Mudalal, Harb, Rafee’, Hamza del villaggio di Kufur Sur, l’incendio e’avvenuto un mese prima della stagione di raccolta delle olive.

23/9: L’esercito di Sharon pubblica un ordine militare che parla della confisca di 150 domus di terra palestinese dai villaggi di Feroun ed Irtah per creare un spazio per i camion commerciali che arrivano da Israele, la terra in questione è terra agricola (pianura), per il villaggio di Feroun si tratta del secondo ordine militare in questi ultimi due mesi; con il primo ordine altri 25 domus sono stati confiscati per creare una postazione militare.