www.resistenze.org - popoli resistenti - palestina - 02-07-04

da http://www.ilmanifesto.it/oggi/art31.html - 01.07.04

«Altro che svolta, era una decisione scontata»


Secondo Khalil Tufakji, geografo palestinese esperto di Gerusalemme, il verdetto non muta il disegno di Sharon

MI. GIO.
Gerusalemme

«La sentenza della Corte Suprema israeliana era prevedibile, quasi scontata, non è una svolta come qualcuno si è affrettato ad affermare», sostiene Khalil Tufakji. Geografo, tra i massimi esperti palestinesi di Gerusalemme e della colonizzazione dei Territori occupati, consulente del team palestinese ai negoziati di Camp David (luglio 2000), Tufakji negli ultimi mesi ha scritto diversi articoli sul muro e sugli altri progetti del governo del premier israeliano Sharon. Lo abbiamo intervistato ieri nel suo ufficio di Gerusalemme, qualche ora dopo la lettura della sentenza dei giudici israeliani che ha ordinato all'esercito di cercare un nuovo tracciato per un tratto di barriera di 30 km attorno Gerusalemme.

Perché a suo avviso questa sentenza era scontata?

Era tutto già deciso da settimane perché in quella zona, a nord-ovest di Gerusalemme, il muro israeliano non ha alcuna funzione di sicurezza al contrario di ciò che afferma il governo Sharon. E' un tratto di barriera che ha un evidente scopo politico: annettere porzioni di terra fertile palestinese e alcune colonie ebraiche presenti in quell'area a Israele. Talmente evidente che i giudici non hanno potuto non considerarlo. Inoltre hanno avuto un effetto decisivo le petizioni presentate da decine di cittadini israeliani, residenti a ridosso della «linea verde», che nella zona in questione mantengono da tempo buone relazioni con la popolazione palestinese. La combinazione di tutti questi fattori è stata determinante per la decisione presa dai giudici.

La sentenza rappresenta tuttavia un precedente per altri ricorsi contro il muro che la Corte Suprema dovrà valutare nei prossimi mesi...

Non ne sarei così sicuro. Dipende dalle aree in questione e dalle strategie politiche e demografiche che Sharon e i suoi più stretti collaboratori hanno in mente.

Vuole dire che quando a Gerusalemme sono in gioco i numeri, la demografia, lo stato di diritto svanisce in un solo colpo?

E'stato così e sarà sempre così. Prendiamo il caso di Ram e Dahiet Barid (due sobborghi arabi a nord di Gerusalemme dove di recente è stata avviata la costruzione della barriera, ndr). Questi due centri sono popolati da decine di migliaia di palestinesi e, proprio per questa ragione, saranno tagliati fuori dal muro. E tutti i palestinesi in possesso di documenti israeliani che vi abitano, in futuro perderanno il diritto a risiedere a Gerusalemme. Non potrà andare in modo diverso. Nel 1973 (l'ex premier israeliano) Golda Meir stabilì che i palestinesi avrebbe formato non più del 22 % della popolazione di Gerusalemme. In questi anni gli israeliani hanno tentato in tutti i modi di contenere la crescita demografica araba nella Città Santa ma hanno fallito. Oggi i palestinesi sono il 35 % della popolazione di Gerusalemme anche se le autorità comunali (israeliane) non lo ammettono.

Lei perciò prevede che Israele, grazie al muro in costruzione, lascerà fuori da Gerusalemme diversi quartieri palestinesi...

A dirlo sono proprio gli israeliani. Giorni fa il vice-premier Ehud Olmert, stretto collaboratore di Sharon che già in passato ha lanciato ballons d'essai che in seguito hanno trovato conferme., ha parlato della «cessione» all'Anp di quartieri e villaggi palestinesi attualmente all'interno dei confini municipali di Gerusalemme. Il muro servirà a tagliar fuori certe aree arabe e, allo stesso tempo, ad assorbire all'interno della città colonie ebraiche come Maale Adumim, Newe Brat nonché insediamenti in via di progettazione nella zona di Walaje, a sud, verso Betlemme. Se tutto ciò andrà in porto nei prossimi anni avremo una Gerusalemme abitata al 90%, forse più, da israeliani.

A quel punto avrà ancora un senso discutere dello status finale della zona est della città occupata militarmente nel 1967 e che i palestinesi intendono proclamare loro capitale?

No, ed è proprio questo uno degli obiettivi principali del governo israeliano: impedire un negoziato futuro su Gerusalemme est. Potrà raggiungerlo svuotando la città di palestinesi. Il muro è e rimarrà una parte fondamentale di questo progetto.