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Il rapporto
insabbiato sull'annessione israeliana di Gerusalemme Est
(rapporto scritto dai capi
missione per i ministri degli Esteri dell’Unione Europea, finora non reso
pubblico)
SOMMARIO
1. Gerusalemme Est ha un valore centrale per i palestinesi in
termini politici, economici, sociali e religiosi. Molte politiche israeliane
interconnesse tra di loro, stanno riducendo le possibilità di raggiungere un
accordo definitivo sullo status di Gerusalemme e dimostrano chiaramente l’
intenzione di Israele di trasformare l’annessione di Gerusalemme Est in un
fatto concreto:
- il completamento quasi ultimato del muro intorno a
Gerusalemme Est, lontano dalla linea verde; o la costruzione e l’espansione di
insediamenti illegali da parte di enti
privati e da parte del governo israeliano all’interno di ed intorno a
Gerusalemme Est; o la demolizione di case palestinesi costruite senza permessi
(che sono pressoché inottenibili); o l’irrigidimento delle regole che separano
i palestinesi residenti a Gerusalemme Est da quelli residenti in Cisgiordania,
compresa la riduzione dei permessi di lavoro; o e la politica discriminatoria
per tassazione, spesa pubblica e rilascio di permessi per costruzioni praticata
dalla municipalità di Gerusalemme.
2. Il progetto di espandere l’insediamento di Ma’aleh Adumim
nella cosiddetta area “E1” ad est di Gerusalemme minaccia di completare l’
accerchiamento della città con insediamenti israeliani, dividendo la Cisgiordania
in due aree geografiche separate. La proposta esptensione del muro da
Gerusalemme Est per formare un’enclave attorno a Ma’aleh Adumim avrebbe lo
stesso effetto. Il 2004 ha visto quasi quadruplicarsi il numero di demolizioni
di edifici palestinesi a Gerusalemme Est. è previsto un numero simile di
demolizioni nel 2005. Nel mese di giugno hanno destato molta attenzione 88 case
nell’area di Silwan, nei confronti delle quali erano stati emessi ordini di
demolizione.
3. Quando il muro sarà completato, Israele controllerà
l’accesso da e verso Gerusalemme Est, tagliando fuori le sue città satellite
palestinesi di Betlemme e Ramallah e il resto della Cisgiordania. Questo avrà
serie conseguenze in termini economici, sociali ed umanitari per i palestinesi.
Tramite una rigorosa applicazione delle politiche sulla residenza e sullo
status di cittadinanza (ID status), Israele alla fine sarà in grado di
completare l’isolamento di Gerusalemme Est – il centro politico, sociale,
commerciale e infrastrutturale della vita palestinese.
4. Le attività di Israele a Gerusalemme costituiscono una
violazione sia di quanto previsto dagli obblighi previsti nella Road Map, che
da quelli del diritto internazionale. Nella Comunità Internazionale, noi ed
altri abbiamo esposto con chiarezza le nostre preoccupazioni in numerose
occasioni, con diversi effetti.
I palestinesi, senza eccezione, sono profondamente allarmati per Gerusalemme
Est. Temono che Israele “se la cavi”, con la copertura del disimpegno da Gaza.
Le azioni di Israele rischiano inoltre di radicalizzare l’ atteggiamento della
popolazione palestinese di Gerusalemme Est, che fino ad ora è stata
relativamente tranquilla. Urgono prese di posizione chiare da parte della
Comunità Europea e del Quartetto, sul fatto che Gerusalemme deve rimanere una
questione da negoziare per entrambe le parti ed il fatto che Israele deve
desistere da tutte le misure che potrebbero impedire tali negoziati. Vanno
inoltre sostenute le attività culturali, politiche ed economiche palestinesi a
Gerusalemme Est.
RACCOMANDAZIONI
Sul piano politico
Prese di posizione chiare da parte della Comunità Europea e del Quartetto, sul
fatto che Gerusalemme deve rimanere una questione da negoziare per entrambe le
parti ed il fatto che Israele deve desistere da tutte le misure che potrebbero
impedire tali negoziati. Possiamo prendere in considerazione una presa di
posizione incentrata sulla questione di Gerusalemme Est al GAERC di novembre.
Potremmo anche sollecitare che una presa di posizione analoga venga fatta dal
Quartetto.
- La fase uno della Road Map chiede la riapertura delle
istituzioni palestinesi a Gerusalemme Est ed in particolare della Camera di
Commercio.
La riapertura degli enti istituzionali darebbe ai palestinesi un segnale
rispetto al fatto che la Comunità Internazionale prende in seria considerazione
le loro preoccupazioni e che agisce. Potremmo includere un appello per la
riapertura degli enti istituzionali negli appelli sopraccitati ed analizzare
con le due parti, come e quando la riapertura potrà essere effettuata.
- Richiedere che il governo israeliano metta fine al
trattamento discriminatorio dei palestinesi a Gerusalemme Est, in particolare
per quanto riguarda i permessi di lavoro, i permessi per costruire, la
demolizione di case, la tassazione e la spesa pubblica.
- L’UE dovrebbe prendere in considerazione e valutare le
conseguenze e l’ eventualità che Gerusalemme venga esclusa da determinate
attività di cooperazione tra UE e Israele.
Sul piano operativo
- Organizzare incontri politici con l’ANP a Gerusalemme Est,
compresi incontri a livello ministeriale.
- Iniziative (appelli, lettere, contatti, incontri, ecc.)
incentrati su questioni come l’accesso, i permessi per costruzioni, le
conseguenze del muro, ecc..
- In vista delle elezioni legislative palestinesi, previste
per il 25 gennaio 2006, incoraggiare le parti ad accordarsi sui termini e sulla
sostanza del loro coordinamento per permettere che a Gerusalemme Est le
elezioni si svolgano in modo soddisfacente, per quanto riguarda gli obblighi
delle parti previsti dagli accordi ad interim e dalla Road Map (l’ANP deve
svolgere le elezioni ed Israele le deve agevolare) a prendere in considerazione
le raccomandazioni formulate dal rapporto Rocard EUEOM.
Fornire ad una parte terza l’assistenza tecnica e la possibilità di
monitoraggio, se richiesta e confacente.
- Il Piano Regolatore per Gerusalemme (Jerusalem Masterplan)
che attualmente è in via di approvazione, dovrebbe essere sottoposto ad
un’analisi tecnica, seguita da una decisione su come valutare il piano per
quanto riguarda le conseguenze legali, la consapevolezza a livello pubblico,
ecc.. Il piano attualmente esiste solo in ebraico (il piano dovrebbe essere
tradotto in arabo ed in inglese).
- Tutti gli MS ed EC dovrebbero aumentare l’attività progettuale
a Gerusalemme Est con un equilibrio tra progetti su fornitura di servizi,
assistenza, sviluppo e politici (prendendo in considerazione la Multi Sector
Review). Il sostegno alla società civile è importante. Un inventario delle
attività di EC ed MS a Gerusalemme Est sarebbe un utile inizio.
- Per quanto riguarda la demolizione di case per mancanza di
permessi per costruzioni a Gerusalemme Est, l’UE potrebbe seguire vari
percorsi:
- sostegno a progetti legislativi predisposti per sostenere i
palestinesi minacciati da demolizioni di case e per coloro che le hanno subite
- promuovere iniziative per regolarizzare case “illegali”
(p.es. introducendo piani urbanistici alternativi retroattivi)
- facilitare soluzioni per ottenere permessi per costruzioni
- progetti UE con ONG palestinesi sulla consulenza legale per
quanto riguarda permessi per costruzioni e demolizioni di case
- un progetto UE sullo sviluppo di un piano regolatore per la
pianificazione urbanistica e residenza legale per i sobborghi palestinesi di Gerusalemme
Est.
- Facilitare una soluzione del problema dell’accesso. Questo
comprenderebbe una serie di misure politiche ed operative, sia a breve che a
lungo termine.
- Sostegno ad organizzazioni locali ed internazionali nei loro
sforzi per l’ informazione su Gerusalemme Est.
- Aumentare l’assistenza europea alle istituzioni palestinesi
a Gerusalemme Est, comprese le attività culturali e l’empowerment della
comunità.
Dicembre 2005