Un aereo israeliano ha bombardato una postazione Hezbollah in Libano per il sesto giorno consecutivo, ma gli attacchi non hanno fermato i combattenti shiiti dal lanciare oltre 50 missili contro città israeliane.
In Libano, la rabbia sta salendo contro gli attacchi israeliani che oggi hanno ucciso almeno 40 civili, portando il numero di morti a oltre 200.
Un aereo israeliano ha sparato missili contro un minibus nella città di Rmeileh, tra Beirut e Saida. 12 civili sono stati uccisi.
L'agenzia stampa Reuters ha riferito che quando il missile lo ha colpito, il veicolo stava cercando di portare in salvo i civili dalla zona dei combattimenti e verso Beirut.
A Saida, la Croce Rossa ha scoperto oggi i cadaveri di 9 civili dentro un edificio che ieri era stato colpito dalle bombe israeliane.
La comunità internazionale ha lanciato un appello alla calma e per il dispigamento di una forza militare multinazionale per monitorare e, se necessario, imporre il cessate il fuoco alle frontiere.
Israele, da parte sua, ha affermato che continuerà ad attaccare Hezbollah finché il gruppo non smetterà di sparare dal Libano e rilascerà i due soldati catturati mercoledì.
Gli attacchi aerei israeliani si sono concentrati nella regione di confine e nelle aree che circondano le due città portuali di Tiro e Sidone.
Gli attacchi di Hezbollah hanno ucciso 24 israeliani, inclusi 12 civili. Razzi Katyusha a corto raggio hanno ferito 6 persone in Galilea e altri sono atterrati senza provocare danni sopra numerose città del nord di Israele, tra cui Acri e Tiberiade.
Una squadra di negoziatori dell'Onu sta cercando di mediare un cessate il fuoco, mentre i leader dei paesi più industrializzati del mondo, dal summit del G8 riunito a San Pietroburgo, hanno lanciato un appello per far terminare i combattimenti.
Il primo ministro francese, Dominic de Villepine, ha chiesto un'immediata "tregua umanitaria", mentre Jacques Chirac, il presidente francese, che ha mandato il suo premier a incontrare il collega libanese Siniora, ha affermato che per far tornare la stabilità in Libano possono essere necessari "mezzi coercitivi".
Riceviamo e pubblichiamo. Per visitare il sito e visionare le raccapriccianti foto, cliccate sul link
http://angryarab.blogspot.com/2006/07/i-have-just-received-these-pictures.html
Sono le immagini - alcune delle migliaia - dei crimini israeliani, di cui l'Occidente non parla, impegnato com'è a riempire le pagine dei quotidiani- a- senso- unico con gli attacchi dei fondamentalisti islamici - Hamas e Hezbollah - da cui, secondo la loro poco scientifica visione, dipenderebbero le sorti della pace, o della guerra, in Medio Oriente.
Sono immagini che sgomentano ma che rivelano solo una piccola parte dei massacri in corso da mesi (da decenni!) contro i palestinesi e, ora, nuovamente, contro i libanesi.
In Occidente, Italia compresa, si allarga a macchia d'olio l'arabofobia e l'islamofobia, alimentata da politici e massmedia al soldo dei guerrafondai e delle lobby militari-industriali, e sancita dal lavorio incessante di organi di sicurezza e servizi - spesso completamente, o quasi, privi di una approfondita conoscenza del sistema culturale-lingustico e sociale del mondo di cui si occupano - altro elemento che concorre a creare pregiudizi e prevenzioni e...repressioni.
Ma tant'è: le coscienze e le intelligenze sembrano ormai intorpidite dai fumi della vasta propaganda mediatica da cui vengono veicolati "saperi e conoscenze". Come ai tempi delle caverne, "il sentito dire" (ora dalla tv o dai giornali), crea le regole del gioco e le nuove verità.
Messaggio e-mail di Hanady Salman, dalla redazione del quotidiano libanese As-Safir:
Cari amici e colleghi
Scusatemi per inviarvi questo messaggio. Si tratta delle immagini dei corpi di ragazzini uccisi dagli israeliani nel Libano meridionale. Tutti i corpi sono ustionati. Ho bisogno del Vostro aiuto. Sono quasi sicuro che queste immagini non saranno pubblicate dai media occidentali, nonostante siano foto scattate dall'Associated Press. Ho bisogno del Vostro aiuto per diffonderle, quindi diffondetele se potete. Il problema è che questi (le vittime) erano persone cui era stato chiesto di lasciare il loro villaggio, Ter Hafra, questa mattina, quando fu lasciato loro due ore per evacuare, altrimenti .... Quindi, coloro che ne ebbero i mezzi, si sono dati alla fuga verso la base ONU più vicina, ma arrivati là, furono mandati via. Io credo che dopo il massacro di Qana nel 1996, quando civili furono bombardati dopo essersi rifugiati nel quartiere generale dell'ONU, l'ONU non vuole più assumersi la responsabilità per la vita di civili. QUALCHE MINUTO FA, gli israeliani hanno chiesto alla gente del villaggio Al Boustan nel sud di evacuare le loro case. Ho paura che i massacri continueranno finché le azioni di Israeliane rimangano senza testimoni. Vi prego di aiutarci, se potete. Hanady Salman"
Gaza, 17/07/2006
F16 israeliani all'alba di oggi hanno bombardato, per la seconda volta in una settimana, l'edificio del ministero degli Affari Esteri palestinese.
Almeno 5 persone sono state ferite.
L'esplosione ha fatto collassare un'ala di otto piani dell'edificio danneggiando le case vicine.
Israele aveva già bombardato lo stesso edificio giovedì, sostenendo che venisse usato per pianificare attacchi terroristici.
Questa sera, un raid aereo israeliano ha ucciso almeno 10 persone nella città costiera di Tiro. Un altro ha distrutto numerose abitazioni vicino ai confini con Israele e ucciso almeno 16 civili.
Da mercoledì sono stati uccisi 130 persone.
La maggior parte delle vittime di oggi è stata colpita da missili mentre si trovava in casa.
17/07/2006
A proposito di informazione in Italia:
nei titoli di Repubblica online e della Stampa non si fa alcun accenno ai 25 civili libanesi uccisi dalle forze israeliane né ai 33 feriti; tantomeno alle 100 vittime palestinesi dal 6 luglio a oggi o ai 170 bambini feriti nella Striscia di Gaza.
Razzi su Haifa: 8 morti. Colpita Nazareth
Leader Hezbollah in tv «E' solo l'inizio»
Prodi chiede la mediazione iraniana
Quinto giorno di guerra: attacco alla città israeliana. Missili dagli elicotteri: 16 morti. Solana (Ue) a Beirut. Gli italiani rientrati: «Un incubo»
Cinque canadesi tra le vittime dei bombardamenti a Beirut
Siria: «Se attaccati reagiremo»
Foto|Cronologia|Video|Scheda 1|2
Il Papa: «Riportare la pace» ■ Noi e Israele di Pierluigi Battista
L'appello dal G8: fermate ogni azione di guerra
■ Il premier ricuce con Olmert: «Hezbollah via dal sud del Libano»
Israele-Libano, lo scontro non si ferma
Gli Hezbollah hanno sferrato un attacco violentissimo, senza precedenti. Il bersaglio era il porto israeliano di Haifa, che le autorità hanno provveduto a chiudere. INTERESSANTE: qui la foto, però, ritrae un soldato israeliano vicino a un carico di missili.
Rice: «Serve una tregua duratura»
G8, documento comune sul Medioriente
Vediamo l'Unità...
Decine di vittime libanesi nei pesanti attacchi aerei sferrati dall'aviazione israeliana domenica e concentrati soprattutto sul sud del Libano. È la risposta agli oltre dieci razzi hezbollah che hanno provocato 9 morti ad Haifa, la terza città d'Israele. Ill leader di Hezbollah Nasrallah, riapparso in televisione, minaccia ancora: «Abbiamo molte armi. Questo è solo l'inizio»
Dopo una giornata di trattative i grandi del G8 hanno raggiunto l´accordo per una dichiarazione comune sulla crisi fra Israele e Libano. La priorità più urgente, si legge, è creare le condizioni per una cessazione delle violenze» Prodi chiama Beirut e l'Iran in cerca di una mediazione.
G8: via libera ai documenti anche senza intesa
In breve
Renzo Gattegna è il nuovo presidente delle comunità ebraiche italiane
Premesso l'indiscusso orrore per tutte le vittime civili, per tutte le morti, ci chiediamo tuttavia perché gli 8 morti di Haifa siano più degni di spazio e di titoli dei 25 libanesi o dei 100 palestinesi. Qualcuno sa darci una risposta?
Beirut, 16/07/2006
Il presidente del parlamento libanese accusa le Nazione Unite di partecipare all’uccisione di civili del villaggio Mrauhin. Si rinnova il bombardamento israeliano contro il villaggio Mrauhin: gli abitanti sono circondati da membri delle forze internazionali.
Gaza, 16/07/2006
Europa e Stati Uniti usano il termine "terrorismo" per le operazioni di resistenza palestinese e libanese contro l'illegittima occupazione e gli attacchi militari israeliani, ma questi ultimi vengono considerati, al più, "eccesso di difesa" o "uso eccessivo della forza". Non sono, cioè, "terrorismo". Ma come vogliamo definire azioni di alta tecnologia militare contro le popolazioni di Libano e Palestina? "Danni collaterali nella lotta al terrorismo islamico globale"?
I tamburi della propaganda statunitense-israeliana suonano senza sosta per creare altri conflitti e tensioni. I due paesi, grandi esportatori di guerre, ci sanno fare: hanno a disposizione servizi più o meno segreti, polizie più o meno parallele, sobillatori e aizzatori di zizzanie, provocatori, spie, amplificatori veicolati dai mezzi di informazione che fanno impallidire la vecchia propaganda sovietica... In Iraq, la strategia di romana memoria del "divide et impera" ha funzionato, così come in altri luoghi del mondo. In Palestina, no. I tanti tentativi "esterni" di creare conflitti interni, gli squadroni della morte, e altre amenità - sperimentate in America Latina con gran successo -, qui fanno più casino che altro. Il popolo palestinese, almeno per il momento, si mostra compatto, alla faccia dei tanti "seminator di discordie"...
Il capo del Consiglio Supremo della Giustizia Legislativa, Sheikh Taysir At-Tamimi, e il portavoce della Chiesa Ortodossa in Gerusalemme e della Terra Santa, l'Arcivescovo Atallah Hanna, hanno fermamente denunciato le dichiarazioni del membro del parlamento degli Stati Uniti, Michael Makol, secondo cui i palestinesi cristiani sono preseguitati dall'ANP -Autorità nazionale palestinese.
In una dichiarazione, Sheikh At-Tamimi e Hanna hanno dichirato che queste accuse sono programmate per creare divisioni nel popolo palestinese nel tentativo di indebolirlo. E hanno aggiunto che esiste un forte rapporto di coesistenza tra musulmani e cristiani palestinesi e che la loro solidarietà, tolleranza e comprensione è diventata un esempio e una fonte di ispirazione per tutti gli altri popoli.
I
Londra, 13/07/2006
Il giornale londinese Guardian, nel numero di ieri, 12 luglio, ha pubblicato una lettera firmata da numerose personalità - in testa il sindaco di Londra -, in cui si chiede al governo britannico di non essere parte del complotto americano- europeo-sionista contro il popolo palestinese e il suo governo eletto.
Tra le altre richieste contenute nella lettera, la ripresa dell’invio degli aiuti europei all’autorità palestinese, la fine dell’embargo sionista imposto al popolo palestinese e al suo governo democraticamente eletto, e la restituzione delle imposte dovute ai palestinesi.
All’entità sionista è stato chiesto di fermare tutte le operazioni militari nei territori occupati, di liberare i dirigenti palestinesi eletti e iniziare un programma di liberazione di tutti i detenuti palestinesi imprigionati da Israele in violazione delle leggi internazionali.
Inoltre, nella lettera si chiede di far pressioni sull’entità sionista attraverso le Nazione Unite per applicare le risoluzioni del 1967, e fermare il commercio di armi tra la Gran Bretagna e Israele finché quest’ultimo non rispetti le leggi internazionali. Da InfoPal.it
13/07/2006
Il leader di Hezbollah: siamo pronti allo scontro se Israele invade il Libano.
Il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha reso noto che il suo partito è pronto per uno scontro con le forze israeliane se queste invaderanno il Libano.
Parlando al canale satellitare di Al-Jazeera, ha avvertito i leader israeliani di evitare qualsiasi operazione contro il Libano: "Siamo pronti ad affrontare qualsiasi incursione. Ci stiamo controllando perché il nostro scopo è di non accrescere la tensione".
Nasrallah ha poi dichiarato: "La cattura di due soldati israeliani è per portare l'attenzione sul problema dei prigionieri nelle prigioni israeliane. Questa operazione vuole smuovere il mondo sulla loro dignità e etica perdute e porre fine al silenzio sui crimini commessi giornalmente contro i palestinesi".
E ha aggiunto: "Israele e chiunque vi stia dietro o lo appoggi non sarà in grado di liberare i soldati senza negoziare uno scambio. Quanto accaduto oggi è un atto eroico e una reazione naturale all'assenza di altre scelte e agli appelli rivolti dalla comunità internazionale e dalle organizzazioni per i diritti umani rifiutati da Israele". Da InfoPal.it
Questa Rassegna stampa (in gran parte presa da InfoPal.it ) è stata curata da i “Nuovi Partigiani della Pace” per www.resistenze.org