www.resistenze.org - popoli resistenti - palestina - 29-09-06
da l'ernesto del 25/09/2006
Per una Palestina libera, unita e democratica
di Marwan Barghouti *
- Con alto sentimento di responsabilità nazionale e storica, in vista dei pericoli che circondano il nostro popolo, per rafforzare il fronte interno palestinese e per mantenere e proteggere l’unità nazionale e l’unità del nostro popolo in patria e nella diaspora.
- Per fronteggiare il piano israeliano di imporre una soluzione unilaterale, che farebbe saltare il sogno del nostro popolo e il diritto a costruire il suo Stato Palestinese indipendente e con piena sovranità. Tale piano, che il governo israeliano intende attuare nella prossima fase, si fonda sulla costruzione del muro dell’apartheid, sull’ebraizzazione di Gerusalemme, sull’allargamento delle colonie israeliane, sull’appropriazione della valle del Giordano, sull’annessione di gran parte della Cisgiordania e sulla negazione al nostro popolo del diritto al ritorno.
- Per conservare ciò che il nostro popolo ha conquistato durante la sua lunga lotta, nel rispetto dei nostri martiri, delle sofferenze dei nostri prigionieri e dei nostri feriti. La nostra è una lotta di liberazione nazionale il cui carattere fondamentale è quello patriottico democratico. Ciò impone una strategia politica di lotta adatta a questo carattere.
- Per contribuire alla riuscita del dialogo nazionale palestinese, che si basa sulla dichiarazione del Cairo e su una pressante necessità di una solida unità, presentia- mo questo documento (Documento della Concordia Nazionale) al nostro magni -fico e resistente popolo, al presidente Mahmuod Abbas, alla direzione dell’ Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP), al presidente del governo Ismail Hanieh, al consiglio dei ministri, al presidente del Consiglio Nazionale Palestinese (CNP) e ai suoi membri, al presidente del Consiglio Legislativo Palestinese (CLP) e ai suoi membri, a tutte le organizzazioni e alle forze palestinesi, a tutte le strutture, alle organizzazioni pubbliche e private, a tutti coloro che orientano l’opinione pubblica palestinese in patria e nella diaspora.
Con l’auspicio di considerare questo documento integralmente e di ricevere l’appoggio, il sostegno e l’approvazione di tutti, come contributo fondamentale, perché sia adottato quale documento della Concordia Nazionale Palestinese:
Il popolo palestinese in patria e nella diaspora si sta adoperando per liberare la sua terra e realizzare il suo diritto alla libertà, al ritorno, all’indipendenza, all’autodeterminazione, alla creazione del suo stato indipendente con capitale Gerusalemme e con tutti i territori occupati nel 1967. Garantire il diritto al ritorno dei profughi, la liberazione di tutti i prigionieri e i detenuti in base al diritto storico che il nostro popolo ha sulla terra dei suoi padri e dei suoi antenati, già garantito dalla Carta delle Nazioni Unite, dal diritto e dalla legalità internazionali.
Sollecitare la realizzazione di ciò che è stato concordato al Cairo nel marzo 2005, a partire dallo sviluppo e l’attivazione dell’OLP su principi democratici, con l’entrata in questa organizzazione dei movimenti islamici Hamas e Jihad, in quanto essa costituisce l’unico legittimo rappresentante del popolo palestinese ovunque esso si trovi. Si devono per questo prendere in considerazione i cambiamenti avvenuti in Palestina, in modo da riaffermare una vera rappresentanza dell’OLP come unico e legittimo rappresentante del nostro popolo, ed in modo da rafforzare la sua capacità di guida responsabile in patria e nella diaspora, di mobilitazione per la difesa dei diritti nazionali, politici e umanitari dell’intero popolo palestinese nelle varie istanze internazionali e regionali. L’interesse nazionale necessita della formazione di un nuovo CNP prima della fine del 2006, che garantisca la rappresentanza proporzionale di tutte le forze, le organizzazioni, i partiti patriottici e islamici, i raggruppamenti del nostro popolo in qualsiasi luogo e in qualsiasi settore, e le singole capacità individuali. Tale rappresentanza si basa sulla presenza e sull’efficacia combattiva, politica, sociale e di massa, mantenendo l’OLP come un riferimento politico superiore composto da un ampio fronte di soggetti politici di orientamento patriottico alleati tra loro, soggetto globale e luogo nazionale unificante dei palestinesi, in patria e nella diaspora.
Il popolo palestinese afferma il suo diritto alla resistenza, al proseguimento di questa sua scelta con tutti i mezzi, concentrando la propria attività nei territori occupati nel 1967 ed affiancando a questa il lavoro politico ed il negoziato, pur continuando la resistenza popolare e di massa contro l’occupazione in tutte le sue diverse forme. Particolare attenzione bisogna porre all’allargamento della partecipazione dei vari strati sociali a questa resistenza popolare.
Elaborare un piano palestinese per una prospettiva politica globale. Unificare l’azione politica basandosi su un programma di accordo nazionale palestinese, sulla legalità araba e sulle risoluzioni internazionali, che diano giustizia al nostro popolo, rappresentato dall’OLP, dall’Autorità Nazionale Palestinese (ANP), dal Presidente e dal Governo, dalle organizzazioni patriottiche e islamiche, dall’organizzazione della società civile, dalle personalità e dagli enti pubblici. Tale programma deve richiamare e rafforzare il sostegno arabo, islamico ed internazionale sui piani politico, economico ed umanitario, a favore del nostro popolo e della stessa ANP sulla base del diritto all’autodeterminazione, alla libertà, al ritorno e all’indipendenza e con l’obiettivo di fronteggiare il piano israeliano che intende imporre una soluzione unilaterale ai Palestinesi, respingendo così l’ingiusto assedio al nostro popolo.
Proteggere e rafforzare l’ANP, che il nostro popolo ha costruito con la sua lotta e i suoi sacrifici e che è costata sangue e sofferenze ai propri figli, come nucleo del futuro Stato. Il supremo interesse nazionale impone a tutti il rispetto della Costituzione provvisoria di questa Autorità, delle leggi vigenti, delle responsabilità e delle prerogative del Presidente eletto tramite elezioni libere, democratiche e trasparenti, e di quelle del Governo che ha ottenuto la fiducia del Consiglio Legislativo. Si ritiene importante e necessaria una creativa collaborazione tra la Presidenza e il Governo, per un lavoro comune attraverso incontri periodici che risolvano ogni divergenza attraverso un fraterno dialogo in grado di tenere conto del supremo interesse nazionale e rispettare la Costituzione provvisoria. Altrettanto necessario è procedere ad una riforma globale di tutte le strutture dell’ANP, con particolare riferimento all’apparato giudiziario, rispettando la magistratura a tutti i livelli ed attuandone le sue decisioni, in modo tale da rafforzare ed applicare il diritto.
Formare un governo di unità nazionale in modo da garantire la partecipazione di tutti i gruppi parlamentari, in particolare dei due movimenti Fatah ed Hamas e di tutte le forze politiche che desiderino aderire a questo documento e ad un programma comune volto a far risorgere la questione palestinese a livello interno, arabo, regionale e internazionale.
Questo significherebbe affrontare le sfide in atto con un Governo patriottico forte dell’appoggio politico e popolare di tutte le forze palestinesi, nonché del sostegno arabo ed internazionale. Un governo in grado di attuare un programma di riforma lottando contro la povertà e la disoccupazione ed in grado di porre la maggiore attenzione possibile verso gli strati popolari, verso i disoccupati e coloro che hanno sopportato gli sforzi della resistenza e dell’Intifada e che sono vittime della criminale aggressione israeliana, con particolare riferimento alle famiglie dei martiri, dei detenuti, dei feriti, dei proprietari delle case e dei beni distrutti dall’occupante.
La gestione delle trattative è una prerogativa dell’OLP e del Presidente dell’ANP, anche se questi devono basarsi sul mantenimento dei nostri obiettivi nazionali ed a condizione che ogni accordo sul nostro destino abbia l’approvazione del nuovo Consiglio Nazionale Palestinese oppure, ove possibile, sia sottoposto a referendum popolare.
Liberare i prigionieri e i detenuti è un dovere nazionale sacro che spetta, utilizzando tutti i mezzi possibili, alle forze politiche, alle organizzazioni patriottiche e islamiche, all’OLP, all’ANP, al Presidente, al Governo, al Consiglio Legislativo ed a tutte le formazioni della resistenza.
E’ necessario adoperarsi e raddoppiare gli sforzi a sostegno ed in appoggio ai profughi, a favore di un Congresso Popolare rappresentativo dei loro diritti che possa nascere da strutture che hanno la funzione di riaffermare il diritto al ritorno e ad un risarcimento, invitando la comunità internazionale ad attuare la risoluzione n. 194 dell’ONU.
Lavorare per la formazione di un fronte unito (sotto il nome di Fronte di Resistenza Palestinese) in grado di guidare la resistenza contro l’occupante, concertando il lavoro e l’azione, ed in grado di costituire un referente politico unico.
Mantenere il metodo democratico attraverso elezioni periodiche a suffragio universale, libere, trasparenti e democratiche per eleggere il Presidente, il Consiglio Legislativo, i Consigli locali e comunali, nel rispetto delle leggi e del principio dell’alternanza pacifica delle forze al potere.
Proteggere l’esperienza democratica palestinese rispettandone le scelte e le sue conseguenze, la sovranità della legge, le libertà private e pubbliche, la libertà di stampa e l’uguaglianza fra i cittadini nei diritti e nei doveri, senza discriminazione. Proteggere inoltre le conquiste delle donne, rafforzandole e sviluppandole.
Rifiuto e condanna dell’ingiusto assedio al nostro popolo perpetrato dagli Stati Uniti e da Israele, invitando i popoli arabi ed i loro governi a sostenere la causa palestinese, l’OLP e l’ANP e richiamando i governi arabi ad applicare le risoluzioni politiche, finanziarie, economiche e d’informazione adottate dai vertici arabi in appoggio e sostegno al popolo palestinese, alla sua fermezza, alla sua resistenza e alla sua causa nazionale, a partire dalla riaffermazione del principio che l’ANP è legata all’unanimità araba e al lavoro arabo congiunto.
Invito al popolo palestinese a consolidare l’unità, l’appoggio e il sostegno all’OLP, all’ANP, al Presidente e al Governo ed a rafforzare la fermezza e la resistenza contro l’occupazione e l’assedio, rifiutando l’ingerenza altrui negli affari interni palestinesi.
Ripudiare tutti i fenomeni di divisione e di scontro e tutto ciò che potrebbe portare alla guerra civile. Condannare l’uso delle armi per risolvere i conflitti interni e proibirne l’uso tra i figli dello stesso popolo, riaffermare la sacralità del sangue palestinese e l’impegno al dialogo come unico mezzo per risolvere le divergenze. Garantire la libertà di espressione con tutti i mezzi, compresa l’opposizione all’ANP e alle sue delibere, negli ambiti della legge, del diritto alla protesta civile ed all’organizzazione di manifestazioni e comizi, a condizione che siano pacifici e senza armi e che non aggrediscano i cittadini e non danneggino beni privati o comuni.
L’interesse nazionale impone la necessità di individuare i metodi migliori e più opportuni per proseguire la partecipazione del nostro popolo e delle sue forze politiche della striscia di Gaza (nella sua nuova situazione) alla battaglia di libertà, di indipendenza ed a favore del diritto al ritorno e per la liberazione. Questo elemento imprime una vera forza, fermezza e resistenza per il nostro popolo, in Cisgiordania come a Gerusalemme.
Riteniamo che l’interesse nazionale imponga altresì la rivalutazione dei metodi di lotta per resistere all’occupazione.
E’ necessario riformare e sviluppare le istituzioni di sicurezza palestinesi in tutti i suoi rami, sulla base di principi moderni e con l’obiettivo di renderli più efficienti nello svolgimento della funzione di difesa della patria e dei cittadini. Affrontare l’aggressione e l’occupazione.
Garantire la sicurezza pubblica e l’applicazione delle leggi per mettere fine allo stato di disordine e alla mancanza di sicurezza. Sequestrare le armi fuori legge. Mettere fine alle manifestazioni armate, che danneggiano gravemente la resistenza, deformandone l’immagine e minacciando l’unità della società palestinese. Tutto questo implica la necessità di concertare ed organizzare i rapporti tra le forze politiche e le formazioni della resistenza, regolando il legittimo possesso delle armi.
Si invita il Consiglio Legislativo a continuare ad emanare leggi volte ad organizzare l’operato degli apparati di sicurezza in tutti i suoi rami. Emanare una legge che vieti l’esercizio del lavoro politico e di partito ai componenti di questi apparati e che li obblighi a far riferimento al potere politico eletto secondo la legge.
Ci si adoperi per allargare il ruolo e la presenza politica dei comitati di solidarietà internazionali e dei gruppi amanti della pace e sostenitori della fermezza e della giusta lotta del nostro popolo, contro l’occupazione, la colonizzazione, contro il Muro dell’apartheid ed a sostegno dell’applicazione della sentenza della Corte internazionale di Giustizia dell’Aja che ha richiesto lo smantellamento dello stesso e che ha dichiarato l’illegalità della colonizzazione.
11 maggio 2006
Movimento di liberazione nazionale palestinese (Fatah)
On. Marwan Barghouti segretario di Fatah in Cisgiordania.
Movimento di resistenza islamica (Hamas) Suprema Direzione
Sceicco Abed al Khaleq Alnatsha
Movimento Jihad islamico
Sceicco Bassam Al Saadi
Fronte Popolare per la liberazione della Palestina
Abed Alrahim Mluh componente del Comitato Esecutivo, vice Segretario Generale
Fronte Democratico
Mustafah Badarne.
N.B. il Movimento islamico Jihad islamico si è astenuto sul punto riguardante le trattative.
(Traduzione a cura
di Bassam Saleh ed Enza Biancongino)
* Marwan Barghouti, componente del Consiglio Legislativo Palestinese, eroe e simbolo della Seconda Intifada e per questo condannato all'ergastolo nel luglio 2004 dopo essere stato arrestato nell'aprile 2002 in Cisgiordania, è tuttora detenuto nelle carceri israeliane con un durissimo regime carcerario.
Il Documento della Concordia Nazionale Palestinese, che ha suscitato un vasto ed articolato dibattito e costituisce un importante tentativo volto a scongiurare l'inasprimento del conflitto tra il Presidente Abu Mazen ed il governo Hanieh - conflitto che finirebbe inevitabilmente per coinvolgere anche le due maggiori forze politiche palestinesi, Al Fatah ed Hamas -, avrebbe dovuto essere sottoposto con ogni probabilità a referendum popolare entro la fine di luglio. La brutale aggressione israeliana contro la Striscia di Gaza, che ha già causato decine di vittime civili e la distruzione di uffici ed infrastrutture, ed il conseguente arresto di ministri e deputati palestinesi democraticamente eletti hanno di fatto reso impossibile lo svolgimento del referendum