www.resistenze.org - popoli resistenti - palestina - 14-09-07 - n. 194

da: www.fdlpalestina.org
 
Dichiarazione del 5° Congresso del Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina
 
28/08/2007
 
A conclusione del Quinto Congresso Generale del Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina, una delle organizzazioni storiche della sinistra palestinese impegnate nella resistenza contro l’occupazione israeliana, il portavoce ufficiale del Fronte ha diffuso la seguente dichiarazione:
 
Proteggere il progetto patriottico mediante:
 
-         La fine delle divisioni, il recupero dell’unità nazionale e lo sviluppo del sistema politico palestinese.
 
-         La garanzia dei fattori necessari alla continuità della lotta contro l’occupazione e la colonizzazione, alla difesa di Gerusalemme, capitale dello Stato Palestinese indipendente, e alla salvaguardia del diritto al ritorno.
 
Il Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina annuncia la conclusione dei lavori del suo Quinto Congresso Nazionale Generale celebrato contemporaneamente in tre luoghi: Cisgiordania, Gaza e i paesi del rifugio e della diaspora, dalla fine dello scorso febbraio, fino alla fine del mese di agosto 2007.
 
Il Congresso ha eletto il Comitato Centrale, composto da 81 membri, di cui 21 supplenti, e il nuovo Ufficio Politico, composto da 13 membri: Qais Abdel Karim, Fahed Suleiman, Taisir Khaled, Saleh Zeidan, Ramzi Rabah, Hisham Abu Ghoush, Ali Faisal, Abdel-Ghani Hellu, Moutasem Hamadeh, Majida Al-Masri, Mohammad Khalil, Abdel-Hamid Abu Jeab e Ibrahim Abu Hijieh.
 
Il Congresso ha approvato il rapporto politico presentato, che ha esaminato la situazione palestinese in generale, e ha affermato, nelle sue conclusioni, che la priorità nelle linee della lotta nazionale va attribuita all’unificazione del programma nazionale palestinese. Esso si basa sul Documento della Riconciliazione Nazionale, con l’obiettivo di elevare il livello della lotta contro l’occupazione e la colonizzazione, fino ad ottenere la realizzazione dei diritti nazionali, attraverso una soluzione globale ed equilibrata, con la creazione dello Stato Palestinese Indipendente sui territori palestinesi occupati nel 1967, con Gerusalemme come capitale e la garanzia del diritto dei rifugiati al ritorno nei luoghi nativi e nelle loro proprietà. Ciò richiede che venga rafforzata la posizione politica nazionale, che non si cada nel tranello delle soluzioni e degli accordi parziali e transitori, come, in particolare, il progetto dello Stato con frontiere provvisorie e che non si affrontino in forma indefinita le questioni essenziali della causa palestinese, ad esempio con l’appello alla celebrazione di una conferenza internazionale in assenza di autorità e obiettivi determinati. Il Congresso esige anche, come priorità patriottica suprema, di fuoriuscire dalla situazione catastrofica e senza regole determinatasi recentemente a Gaza, la cui soluzione richiede un’intesa nazionale, che sarà possibile solo attraverso il dialogo. Tale soluzione deve basarsi sull’eliminazione delle conseguenze del colpo militare, sulla formazione di un governo transitorio costituito da personalità estranee alle contrapposizioni esistenti, sulla modifica della legge sulla rappresentanza percentuale, sulla riattivazione e lo sviluppo delle istituzioni dell’OLP, nel rispetto della Dichiarazione del Cairo e del Documento di Riconciliazione Nazionale.
 
Il Congresso ha ribadito che la lotta armata rappresenta il sostegno principale all’Intifada; non la riduce, ma contribuisce al suo sviluppo e a costringere l’occupante ad una guerra di logoramento prolungato, elevandone il costo umano e materiale, al fine di obbligarlo a riconoscere i diritti inalienabili del popolo palestinese.
 
Il Congresso ha riaffermato la necessità di preservare il movimento dei rifugiati palestinesi, quale movimento popolare democratico indipendente che lotta per ottenere che il diritto al ritorno venga conservato nell’agenda del lavoro politico palestinese. Come pure ha ribadito la necessità di lottare per valorizzare e rendere efficace il ruolo dei rifugiati all’interno dei blocchi e delle alleanze realizzate, allo scopo di ottenere il diritto al ritorno, in virtù della Risoluzione 194 delle Nazioni Unite.
 
Il Congresso ha anche rilevato la necessità di garantire la protezione dei rifugiati palestinesi in Iraq, che vive sotto l’occupazione. Nel contempo, ha affrontato la situazione critica in cui versa il nostro popolo nell’Accampamento Nahr Al-Bared, nel nord del Libano, rilevando che la crisi ha posto la lotta palestinese di fronte a difficili compiti in relazione al destino di un luogo, la cui esistenza e posizione il Movimento Nazionale Palestinese ha cercato di proteggere con la lotta per lunghi anni. Allo stesso tempo, il Congresso ha fatto appello alla creazione di un ampio movimento politico di massa, che si ponga l’obiettivo di creare un’opinione comune, palestinese, libanese e internazionale, in grado di esercitare pressione per ricostruire l’Accampamento, proteggere la sua esistenza e garantire il ritorno dei suoi figli allontanati, e organizzare la sua amministrazione attraverso il dialogo con il Governo libanese, anche per evitare che sia quest’ultimo a decidere del suo destino, secondo lo schema che ha in progetto.
 
Il Congresso ha adottato un appello alle masse del nostro popolo, tanto in patria come nella diaspora, perché questo diventi l’anno della riconquista dell’unità nazionale palestinese e della fine delle divisioni sofferte in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza.
 
Il Congresso ha espresso rispetto e ammirazione per l’eroica fermezza e resistenza del popolo libanese. Ha indirizzato un saluto ai figli del Golan occupato, per il coraggio dimostrato nella lotta per la liberazione dei loro territori e per il loro attaccamento all’identità nazionale siriana e all’appartenenza alla madre Patria. Ha reso omaggio alla lotta coraggiosa del popolo iracheno contro l’occupazione straniera.
 
Il Congresso ha approvato un appello di solidarietà con l’eroica Cuba, esigendo la fine del blocco imposto dall’Impero del Nord e ha inviato un messaggio di saluto alle forze di sinistra dell’America Latina, in particolare al Presidente del Venezuela, Hugo Chavez Frias, e a quello della Bolivia, Evo Morales.
 
Ufficio di Informazione Centrale del Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina
 
28 agosto 2007
 
Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare