www.resistenze.org - popoli resistenti - palestina - 11-05-08 - n. 227

I video sulla manifestazione
 
http://it.youtube.com/watch?v=o7nWlb4_xBg
 
http://it.youtube.com/watch?v=5MYYd3Fe3pk
 
http://it.youtube.com/watch?v=xSnSTTb1RjA
 
www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?IDmsezione=56&IDalbum=9691&tipo=VIDEO
 
www.la7.it/news/dettaglio_video.asp?id_video=12538&cat=cultura
 
Torino. Vuota la Fiera per Israele. Piena la piazza per la Palestina.
 
Vittoria politica per il movimento di solidarietà con la lotta del popolo palestinese
Dopo Torino, prosegue la campagna "2008 anno della Palestina"
 
Una valutazione della campagna di boicottaggio e i nuovi passaggi in una intervista rilasciata da Forum palestina al giornale della sinistra alternativa tedesca "Junge Welt" (www.jungewelt.de).
 
Il Forum Palestina ha organizzato per sabato il 10 Maggio 2008 una manifestazione contro Israele paese ospite alla fiera internazionale dei libri a Torino e chiesto un boicottagio della fiera. Perché?
 
Quando abbiamo saputo che le istituzioni e le banche torinesi volevano dedicare a Israele ospite d'onore questa edizione della Fiera del Libro 2008, abbiamo cominciato a fare pressioni su due obiettivi:
 
1)   Chiedendo la revoca di una decisione che trasformava un evento culturale di massa in un evento politico di legittimazione della politica colonialista di Israele celebrandone il sessantesimo anniversario della nascita. Una nascita che corrisponde però alla Nakba dei palestinesi che sono stati espulsi dalle loro terre e non hanno potuto costituire un loro stato indipendente;
 
2)   Perché la decisione di dedicare un evento culturale solo ad Israele e non anche alla Palestina è una complicità piena con il politicidio dei palestinesi giustamente denunciato da Kemmerling. Non solo tolgono ai palestinesi le terre, l'acqua, la vita, la libertà ma voglio negarli e togliergli anche l'identità culturale. Era inaccettabile.
 
Di fronte al fatto che la direzione della Fiera del Libro non era disposta ad accettare nessuna delle nostre richiesta siamo passati alla fase del boicottaggio.
 
Siete contenti con la partecipazione e l'andamento?
 
Siamo straordinariamente contenti a tutti i livelli.
 
- nessun mass media ha potuto occultare la questione palestinese nei reportage prima, durante e dopo la Fiera del Libro dedicata a Israele. Il tentativo di occultamente/politicidio dei palestinesi è totalmente fallito
 
- i controconvegni organizzati rispetto alla Fiera del Libro sono stati di enorme interesse politico e culturale ed hanno visto la partecipazione di centinaia di persone, soprattutto giovani e studenti e non solo "vecchi" militanti. I seminari con Aharon Shbatai, Wasim Dahmash, Ilan Pappe,Tariq Ramadn, Jeff halper, con scrittori e attivisti palestinesi, israeliani, ebrei e musulmani, italiani, ha visto una contaminazione e un confronto politico- culturale ricchissimi e vero. Per un ragazzo di venti anni è stata un'occasione preziosa di conoscenza, di formazione ed informazione.
 
- la manifestazione di sabato è riuscita benissimo. Nonostante il terrorismo psicologico dei giornali che evocavano un'altra Genova, tensioni, scontri a Torino, hanno partecipato migliaia di persone con un bel corteo pacifico e determinato che ha sfilato fino all'entrata della Fiera del Libro senza alcun incidente.
 
La vostra iniziativa ha scattenato reazioni forti sia dalla destra sia del centro-sinistra. Si parla di "delegittimazione dello Stato Israele" e di "un nuovo G8". Perché?
 
In Italia assistiamo al paradosso per cui non solo i partiti di centro-destra e centro-sinistra sono tutti schierati a sostegno di Israele, ma vediamo che anche la destra e l'estrema destra sono diventati filo-israeliani. Israele per loro è un sogno che si realizza, è uno "Stato guerriero" in cui opera concretamente la supremazia di una etnia sull'altra, in cui i valori occidentali sono dominanti ed in cui il nuovo antisemitismo - l'islamofobia - agisce concretamente all'interno e all'esterno dei confini dello stato.
A chi ci accusa di voler delegittimare Israele, noi rispondiamo che Israele esiste di fatto ma non di diritto. Se fosse il contrario oggi esisterebbe anche lo Stato di Palestina, ma sono sessanta anni che Israele mette i palestinesi e la comunità internazionale di fronte al "fatto compiuto" fregandosene della legalità internazionale.
 
Anche la "sinistra radicale", come Rifondazione Comunista e la redazione del "manifesto", non c'erano. Il quotidiano PRC "Liberazione" vedeva persino (il 8 Maggio) un "rischio di opposti integralismi". Suona un po' come la famosa "equidistanza", ben conosciuta anche in Germania. La sinistra italiana sta perdendo il suo carattere antimperialista?
 
La sinistra italiana - quella maggioritaria ma che è uscita distrutta dalle ultime elezioni - era da molti anni che ha cessato di essere antimperialista appiattendosi su un pacifismo piuttosto inefficace sul piano della formazione di una nuova generazione politica consapevole che occorre utilizzare tutte le forme di lotta a seconda della fase storica. La capitolazione politica e culturale della sinistra radicale è stata totale in questi anni. Il vizio principale resta quello dell'eurocentrismo come chiave di lettura dei processi internazionali, è una chiave di lettura che rende subalterni alla cultura politica dominante. Noi in questi anni, dando vita al Forum Palestina, abbiamo dichiarato sin dall'inizio che avremmo dato una battaglia culturale e politica frontale contro ogni equidistanza tra Israele e i palestinesi, tra occupanti e occupati, tra oppressori e oppressi. L'equidistanza è una forma di complicità con il più forte.
Dentro al Manifesto e a Liberazione c'è stata una discussione aspra intorno alla campagna di boicottaggio della Fiera del Libro ed anche intorno alla questione palestinese. In questi giornali sono venuti a mancare due giornalisti importanti come Stefano Chiarini e Giancarlo Lannutti, la loro scomparsa si fa sentire e nelle due redazioni prevalgono posizioni arretrate e subalterne alla logica dell'equidistanza. Penso anche che vedano con molta preoccupazione che ci sia ormai un pezzo della sinistra e dei movimenti che discute e prende iniziative efficaci autonomamente dai partiti della sinistra radicale.
 
Quali sono i vostri progetto dopo questo evento?
 
La campagna "2008 anno della Palestina" proseguirà nei prossimi mesi sugli altri obiettivi che ci siamo dati alla fine dello scorso anno:
 
-     La campagna per far revocare gli accordi commerciali tra Comuni e Regioni e le istituzioni israeliane, sono centinaia di milioni di euro per l'economia di guerra israeliana
 
-     Pressioni sul governo per la revoca dell'accordo di cooperazione militare tra Italia e Israele e cessazione della complicità italiana con l'embargo contro i palestinesi di Gaza
 
-     Un campeggio di solidarietà con la Palestina questa estate a Viareggio
 
-  Le delegazioni a giugno e settembre nei campi profughi palestinesi in Libano
 
-     Una nuova manifestazione nazionale - questa volta a Roma - per il 29 novembre prossimo come chiusura della campagna
 
11 maggio 2008
 
 
Vuota la Fiera per Israele, piena la piazza per la Palestina. Grande vittoria politica
 
Una manifestazione ampia e vivace ha attraversato le vie di Torino, a suggello della campagna Free Palestine di boicottaggio della Fiera del Libro 2008 e della sua infausta scelta di dedicare l'annuale edizione della kermesse allo stato di Israele come "ospite d'onore". La manifestazione, composta da delegazioni nazionali (da tutta Italia) e internazionali (Svizzera, Francia, Israele) ha mostrato in maniera molto chiara di sapere "da che parte stare": contro gli inchini ai poteri forti, con le ragioni di chi resiste al (neo)colonialismo di marca imperiale, ricordando che "non c'è nulla da celebrare" per uno stato criminale fondato sulla rimozione di un altro popolo e una pratica continua di pulizia etnica e regime istituzionalizzato di apartheid L'Assemblea Free Palestine e il Forum palestina ritrngono di aver raggiunto i propri obiettivi nella misura in cui ha imposto un dibattito pubblico a livello nazionale sulle ragioni del boicottaggio contro quelle della resa. A conferma di un successo annunciato dall'intensità della polemica, l'inflessione pesante nel numero delle visite, già evidente nei giorni inaugurali, pesante in questo sabato-giorno clou della kermesse.
 
Il serpentone era aperto da una bandiera palestinese lunga dieci metri e larga quattro, sostenuta da una quindicina di persone. Tanti i partecipanti, un centinaio le organizzazioni che hanno aderito. Subito dopo il vessillo palestinese, uno striscione mostrava le immagini del conflitto israelo-palestinese, con scritto «Boicotta Israele, sostieni la Palestina». C'era anche una gigantografia con il rogo delle bandiere di Israele e degli Stati Uniti in piazza a Torino il 1° maggio e la frase «Israele non è un ospite d'onore».
 
Il corteo ha attraversato i quartieri popolari di San Salvario, Nizza Millefonti e Lingotto, riuscendo a comunicare le proprie ragioni con gli abitanti, nei giorni precedenti pesantemente spaventati da una campagna mediatica di isteria e terrorismo psicologico, mirante a descrivere una giornata di zone rosse, e scontri. Un'operazione non riuscita, grazie alla presenza degli abitanti del quartiere e di numerosi esercizi commerciali che hanno scelto di non aderire all'appello allarmista alla chiusura.
 
Alcuni di loro hanno addirittura voluto esprimere dal furgone del corteo il proprio dissenso alla cappa di paura imposta da media, politici e questura. Gli abitanti del quartiere invece di farsi intimorire dall'invito a rimanere barricati nelle proprie case, hanno accolto il corteo e l'hanno rimpolpato di persone, portando a 8000 le 5000 presenze iniziali.
 
Gli interventi di lungo tutto il corteo hanno ribadito le parole d'ordine della mobilitazione per un "2008 anno della Palestina". Dai microfoni hanno parlato i vari soggetti che hanno promosso la campagna e organizzato la manifestazione.
 
Oltre alla foltissima presenza di centri sociali antagonisti, organizzzazioni di solidarietà internazionale, sindacati di base e la comunità palestinese, significativa e molto apprezzata la presenza di Ebrei contro l'occupazione, che hanno accompagnato il corteo con interventi e testimonianze durante e alla fine del percorso.
Imponente la presenza delle forze dell'ordine: polizia, carabinieri e guardia di finanza che hanno letteralmente blindato con più di 1000 uomini, il perimetro del Lingotto Fiere, bloccando con vari reparti antisommossa tutte le vie di accesso ad un 'evento che continua a pretendersi "culturale" nonostante l'elmetto indossato.
La manifestazione si è infine conclusa dove aveva preteso di arrivare, a un centinaio di metri dall'ingresso del Salone, con una serie di interventi che hanno ricordato le ragioni - molto politiche - di un evento "culturale" e del suo boicottaggio. A Torino non c'era invece Fausto Bertinotti che proprio sabato avrebbe dovuto partecipare ad un convegno alla Fiera. Il leader di Rifondazione Comunista ha deciso di annullare l’appuntamento, considerando che già il 1 maggio era stato duramente contestato dagli organizzatori del corteo Free Palestine.