www.resistenze.org - popoli resistenti - palestina - 13-06-08 - n. 232

da Contropiano - www.contropiano.org/Documenti/2008/Giugno08/12-06-08LetteraCarcereIsraeliano.htm
 
Una lettera di Ahmad Sa'adat* dalle carceri israeliane
 
Dal buio delle celle della prigione di Nafha, al centro del deserto dei territori occupati del sud della Palestina vi mando i miei saluti e vi esprimo la mia stima a nome delle migliaia di palestinesi tenuti prigionieri dagli imperialisti sionisti di Israele. Esprimiamo la nostra più profonda stima a voi e ai partecipanti di questa conferenza (di Colonia ndr) che ha l'obbiettivo di sostenere la causa dei prigionieri politici di tutto il mondo. Questa conferenza attualmente, secondo il nostro punto di vista, è una iniziativa molto importante che viene organizzata nel momento giusto, quando l'attacco della repressione contro gli oppressi si fa sempre più duro e nuove forme di repressione vengono copiate ed introdotte dagli imperialisti in tutte le parti del mondo.
 
Vi auguro di riuscire a raggiungere gli obiettivi che vi siete prefissi con questa iniziativa. Vi invito inoltre a continuare a portare avanti i vostri intenti e i vostri compiti rivoluzionari che vanno oltre questa conferenza. Oggi abbiamo bisogno dell'alleanza e dell'unità tra gli oppressi, le vittime del capitalismo e le vittime del concetto di globalizzazione imperialista. Mi rivolgo a voi come arabo palestinese il cui paese è caduto vittima del colonialismo imperialista e di una occupazione da parte di un esercito coloniale che va avanti da decenni. Mi rivolgo a voi come una persona che ha combattuto questa occupazione militare imperialista e che ancora oggi continua a combatterla anche dalla prigione in cui sono rinchiuso. Questa occupazione prosegue incessantemente notte e giorno, giorno dopo giorno colpisce i palestinesi come persone, fisicamente, politicamente e moralmente. Questo è il motivo per cui noi dobbiamo essere determinati nella nostra lotta e non rimanere fermi nemmeno per un solo giorno e una sola notte per la conquista della Libertà. L'oppressione che subisce il nostro popolo è una chiara manifestazione dell'imperialismo, del capitalismo e della globalizzazione militarizzata. Il razzismo e il colonialismo sionista capeggiato dallo stato di Israele fa parte del potere imperialista mondiale, combattendo contro questo noi combattiamo contro tutto il potere capitalista e imperialista mondiale che sta dietro di esso. Durante questa battaglia il nostro popolo ha subito decine di migliaia di perdite di vite umane e centinaia di migliaia di imprigionamenti. Questa aggressione non è mirata soltanto all'uccisione e alla persecuzione degli attivisti palestinesi ma in particolar modo ha l'obiettivo di colpire le avanguardie e i rappresentanti delle masse popolari, i rappresentanti politici, i rappresentanti della società civile, persino gli intellettuali hanno pagato e stanno pagando tutt'ora un duro prezzo. La maggior parte dei rappresentanti del popolo palestinese vengono perseguitati e imprigionati. La storia dell'oppressione del popolo palestinese è legata alla persecuzione dei prigionieri politici attuata dai nostri oppressori con tutte le dure problematiche che questa comporta. I combattenti per la libertà e quelli che lottano contro questa oppressione sono incarcerati e perseguitati come terroristi e come dei criminali. Contro di loro vengono organizzati processi e corti militari antidemocratiche. Questi processi si svolgono senza regole al di fuori delle leggi internazionali e senza tener conto in nessun modo di regole morali e di giustizia. Di per se questo rappresenta un atto di terrorismo portato avanti contro la popolazione che subisce l'occupazione.
 
Le nostre lotte, come prigionieri politici nelle prigioni coloniali di Israele hanno lo scopo di interrompere l'oppressione del nostro popolo per conquistare la libertà e vedere riconosciuti i nostri diritti e per l'autodeterminazione e l'indipendenza del nostro popolo. La nostra lotta viene portata avanti anche per far si che i rifugiati palestinesi possano un giorno ritornare nelle loro case e nella loro terra. La conquista dell'autodeterminazione e dei diritti naturali del nostro popolo, che si sono affermati nel corso della storia dell'umanità, non vengono riconosciuti dallo stato di Israele e con la complicità del potere degli altri stati imperialisti vengono continuamente negati attraverso il rifiuto del dialogo. Questo dimostra che il popolo palestinese non sta soltanto fronteggiando lo stato di Israele che sta a capo delle organizzazioni sioniste ma bensì fronteggia gli stati imperialisti tutti.
 
Combattiamo questa lotta facendo parte integrante di un fronte comune internazionale di lotta per il progresso sociale e per la libertà. Il popolo palestinese lotta per la libertà, per la pace e per il benessere delle persone che viene negato dall'occupazione militare sionista di Israele e dei suoi alleati imperialisti, per questo motivo teniamo stretta la bandiera e la fiamma della Libertà insieme a tutti quelli che lottano nel mondo per la libertà e per la pace.
 
Non importa quanto tempo dovrà passare per vedere realizzato il nostro obbiettivo, non importa quanto alto sarà il prezzo da pagare e quanto duri saranno i sacrifici da sopportare, noi andremo avanti. I nostri prigionieri politici lottano per la loro liberazione e per la liberazione del nostro popolo e per tutti i prigionieri politici del mondo intero. Noi lottiamo per questo e ci aspettiamo che tutti i combattenti per la libertà in ogni parte del mondo facciano lo stesso al nostro fianco per affermare il nostro stato di combattenti della libertà contro chi continua a chiamarci terroristi.
 
Questo è l'obiettivo che questa conferenza deve riproporsi, questo è l'obbiettivo che dobbiamo aver chiaro se vogliamo raggiungere la meta che ci siamo prefissati. Il nostro obbiettivo di lungo termine è quello di vincere questa oppressione sanguinaria per costruire uno stato democratico dove ebrei, cristiani e musulmani possano vivere in pace in Palestina con rispetto reciproco e senza nessuna discriminazione, vivendo fianco a fianco e difendendo i diritti umani e i popoli di tutto il mondo affinché la pace la giustizia e il progresso prevalgano nella cultura dell'umanità. Questi nostri intenti pacifici strategici vengono distorti e usati dagli imperialisti come pretesto per continuare la loro aggressione contro il nostro popolo, ma sono l'unica strada verso la conquista della vera pace.
 
Non ci sarà mai pace e giustizia fino a quando non ci sarà giustizia per il popolo palestinese, fino a quando non verrà riconosciuto ad esso il diritto alla sua autodeterminazione.
 
Le nostre ossa sono state fatte a pezzi, le nostre anime sono state soffocate, le nostre terre sono state rubate, la nostra identità è stata soppressa ma nulla mai ci farà rassegnare alla sottomissione. Non smetteremo mai di combattere. Non ci piegheremo mai davanti ai nostri oppressori e una volta ottenuta la nostra vittoria continueremo a lottare affinché la pace e la giustizia trovino la loro affermazione nel mondo intero attraverso l'instaurazione di un ordinamento progressista socialista.
 
Per raggiungere questo obiettivo i movimenti progressisti devono coordinarsi tra di loro, cooperare e supportarsi a vicenda per sviluppare un legame più forte di quello che esiste tra le varie fazioni e componenti del fronte nemico dei nostri oppressori. Crediamo che la conferenza da voi organizzata sia un passo importante verso questa cooperazione e per questo motivo è importante che gli obiettivi che questa conferenza si pone non vengano mancati. E' importante che gli sforzi fatti per organizzare questa conferenza vadano oltre e continuino al fine di rafforzarci l'uno con l'altro. Infine dovete sapere che noi prigionieri saremo sempre al vostro fianco per aiutarvi e per darvi coraggio.
 
Se mai vi sentirete stanchi di lottare o se un giorno verrà
 
meno in voi la speranza ricordate sempre che noi siamo con voi, anche i compagni che purtroppo ci hanno lasciati non hanno mai smesso di lottare e sono rimasti fedeli ai loro ideali anche quando il prezzo da pagare alla lotta per la Libertà è stato la loro stessa vita.
 
Lunga vita alla rivoluzione e alla pace, siate coraggiosi fino alla vittoria!
 
* Segretario generale del Fronte popolare per la liberazione della Palestina (Prigione di Nafha)
 
Saadat con altri cinque palestinesi fu rapito dai militari israeliani il 14 marzo 2006 dopo un assedio armato della prigione di Jericho, dove era detenuto sotto la custodia statunitense, inglese e delle Autorità palestinese.