www.resistenze.org
- popoli resistenti - palestina - 10-09-08 - n. 240
Traduzione dall’inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
Campagna per la fine immediata degli omicidi politici israeliani!
Nel settimo anniversario dell'assassinio del compagno dirigente Abu Ali Mustafa con un missile di fabbricazione statunitense lanciato da un elicottero attraverso la finestra del suo ufficio a Ramallah, lo stato sionista continua a perseguire la sua politica delle uccisioni - una politica che riflette ed è parte del carattere fondamentale di questo stato, uno stato colonialista impegnato con ogni mezzo nello sradicamento, nell’esproprio e nel tentativo di distruzione del popolo palestinese e del loro movimento nazionale.
La politica delle uccisioni ha sottratto al nostro popolo molti dei suoi dirigenti più prestigiosi - politici, sindacalisti, scrittori ed intellettuali - così come le centinaia e centinaia di nostri militanti di comunità, leader locali, giovani, combattenti coraggiosi, organizzatori studenteschi; le figlie ed i figli del popolo palestinese, scelti come bersaglio ed uccisi dalle pallottole e dai missili dell'occupazione, comprati e pagati dagli Stati Uniti.
Sin dai primissimi giorni del progetto sionista, l’assassinio è sempre stato un meccanismo per spogliare il popolo palestinese dei loro leader ed attivisti, come anche per inviare il messaggio ai potenziali e futuri dirigenti che il percorso di resistenza conduce all’assassinio, e per promuovere, come alternativa, concessioni e collaborazione con il sionismo. Israele ha cercato di presentare tre scelte ai palestinesi: l’assassinio, la detenzione, o le concessioni.
Per come Israele faccia pesantemente affidamento sugli oltre 3 miliardi di dollari di appoggio annuale dagli Stati Uniti, e per come gli Stati Uniti facciano conto sull’alleanza strategica con lo stato colonialista sionista, per estendere la loro influenza e rappresentare una continua minaccia e presenza coloniale contro la nazione araba, le uccisioni israeliani sono finanziate ed armate dagli Stati Uniti. La politica delle uccisioni israeliana è basata sui missili di fabbricazione USA, sparati da elicotteri di fabbricazione USA, ed ha visto il numero di questi omicidi crescere enormemente durante questa Intifada, con oltre 700 palestinesi uccisi. Ognuno di questi omicidi è stato pagato dai dollari delle tasse statunitensi, ed è responsabilità del popolo degli Stati Uniti esigere una fine del finanziamento di Israele e dei suoi crimini.
È chiaro come una fine a questa pratica possa arrivare solamente dal potere della resistenza, che renda evidente all'occupante che i costi della sua politica saranno enormi e proibitivi. Per esempio, la risposta del Fronte all'assassinio di Abu Ali Mustafa il 17 ottobre 2001, e l'uccisione del sionista e razzista ministro del turismo Rehavam Ze'evi hanno rappresentato una forte e chiaro messaggio all'occupante sui costi dei suoi assassini reiterati. Tale risposta è una necessaria e dovuta azione da parte della resistenza, mostrando che i nostri leader, attivisti, i nostri figli e figlie non ci possono essere tolti, né tale minaccia può essere mantenuta sopra le nostre teste nel tentativo di costringerci alla collaborazione e alle concessioni.
È comunque anche importante che una campagna popolare per la cessazione della politica delle esecuzioni sia intrapresa in tutto il mondo. Ogni giorno, questa politica non solo è una minaccia diretta alle vite palestinesi ed arabe, ma lavora in concorso con la detenzione politica come minaccia continua contro chiunque ed contro ogni attività diretta alla nostra liberazione dall'occupazione sionista. Prova anche che la supposta abolizione di Israele delle esecuzioni nel suo sistema di ingiustizia è niente di più che una menzogna sotto il falso pretesto dei diritti dell'uomo, vista la pratica politica degli assassini e dell’imprigionamento di massa contro lo stesso popolo palestinese. Effettivamente, molte di queste vittime sono ex prigionieri che sono stati costantemente minacciati dagli ufficiali israeliani. L’assassinio è tirato come un missile sull’organizzazione palestinese, sulla comunità palestinese e sulla società palestinese.
È categorico che gli occhi del mondo siano rivolti verso questi crimini commessi dal nemico sionista. Sono stati i fondi e gli armamenti degli Stati Uniti, ed il silenzio e la complicità della cosiddetta comunità internazionale che hanno permesso a questa politica omicida di prendere piede grazie alle flebili proteste, sanzioni o punizioni eccezion fatta per quelle rivolte alla resistenza palestinese per più di sessanta anni. Innumerevoli leader nazionali palestinesi ed arabi, intellettuali ed attivisti - da Ghassan Kanafani a Kamal Udwan ad Abu Jihad(Khalil al-Wazir) a Fathi Shikaki, a Sheikh Ahmad Yassin a Yasser Arafat a Jamal Samhadanah ad Imad Mughniyyeh – centinaia e centinaia di martiri, uccisi dai fucili, bombe ed elicotteri lancia-missili, localizzati da spie e messi a bersaglio tramite i telefoni cellulari – invocano giustizia ed esigono un termine della criminale politica degli assassini.
Queste uccisioni non solo hanno colpito leader ed attivisti palestinesi ed arabi, ma hanno anche ucciso numerosi bambini, passanti, familiari ed altri palestinesi ed arabi. I sionisti non hanno per nulla fermato la pratica dell’assassinio politico.Nel luglio 2002, in un attacco omicida contro Salah Shehadeh, un dirigente di Hamas, le forze d’occupazione fecero cadere una bomba da una tonnellata nel centro del più affollato quartiere residenziale di Gaza, uno dei luoghi più densamente popolati al mondo, uccidendo altre quattordici persone - inclusi bambini - e distruggendo edifici. Da Lamis, la nipote diciassettenne di Ghassan Kanafani, uccisa da un’auto bomba piazzata dai servizi sionisti del Mossad, alle centinaia di vittime di questa intifada uccise dai missili sparati sulle macchine in cui viaggiavano o sui veicoli vicini, gli “omicidi mirati” delle forze di occupazione hanno considerato tutti i palestinesi e gli arabi come obiettivi accettabili e legittimi.
Effettivamente, i sionisti hanno anche potuto contare sull’uso di passaporti contraffatti e del suolo dei loro alleati occidentali per eseguire le missioni omicide contro i palestinesi - utilizzando passaporti canadesi, svedesi ed altri, compiendo le loro azioni assassine a Parigi, Roma, Cipro e nei vari stati del mondo arabo.
Nonostante le perentorie proibizioni del diritto internazionale contro le uccisioni extragiudiziali, particolarmente nella parte della Convenzione di Ginevra che riguarda i territori occupati, la Corte Suprema d’Israele ha ritenuto tali crimini accettabili e, in effetti, questi proseguono con ritmo non diminuito. È necessario che le persone in tutto il mondo alzino la loro voce per esigere la fine della politica degli assassini, per esigere che la comunità internazionale prenda posizione contro lo stato occupante per i suoi crimini in corso, per esigere la persecuzione dei criminali di guerra nella dirigenza israeliana per le loro azioni contro il popolo palestinese, inclusa la politica delle uccisioni, per domandare che gli ufficiali israeliani siano citati per i loro crimini dal Tribunale Penale Internazionale attraverso un mandato di cattura internazionale. È fondamentale che le notizie e storie siano pubblicate e trasmesse dai media, mostrando la brutale ed amara realtà di questa criminale politica assassina al mondo.
Vi preghiamo di unirvi a noi in questa campagna. La politica delle uccisioni ha come bersaglio i palestinesi di tutte le fazioni e identità politiche, uniti da un fattore chiave: il loro impegno per la libertà del popolo palestinese e la liberazione della Palestina ed il loro rifiuto al compromesso, questi i principi fondamentali in cambio delle loro vite. Tutte le nostre voci nel mondo - attraverso azioni legali, tribunali, parlamenti e piazze, attraverso storie e notizie delle trasmissioni televisive e dei media, attraverso azioni e convegni - devono essere levate insieme per esigere la fine della politica delle uccisioni.
Qui sotto troverete diverse ricerche e documenti (in inglese, N.d.T.) che dovrebbero essere d’aiuto per sostenere la fine della politica delle uccisioni. Contattateci e scegliete "End Assassinations Campaign" per studiare come lavorare insieme per interrompere questa politica criminale e sostenere la lotta palestinese per la liberazione!