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- popoli resistenti - palestina - 01-07-09 - n. 280
Traduzione dall'inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
Sa'adat: urgente necessità di unità nazionale per fronteggiare l'occupazione e difendere i diritti dei prigionieri
Il compagno Ahmad Sa'adat, il Segretario generale del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, ha incontrato oggi 22 giugno 2009, nel carcere di Asqelan dove si trova detenuto, Mohammed Barakeh del Fronte Democratico per il Progresso e l'Uguaglianza in Palestina '48. Successivamente Barakeh ha fatto pervenire un messaggio del compagno Sa'adat nel quale esprime il suo rifiuto di Oslo e di tutto ciò che ne è seguito ed ha invocato urgentemente l'unità nazionale del popolo palestinese.
Barakeh ha riferito che le condizioni di salute del Segretario generale del FPLP dopo il suo sciopero della fame sono stabili e che per Sa'adat questa forma di protesta è una reazione alla politica di isolamento praticata dagli occupanti contro i detenuti politici palestinesi. Ai prigionieri in isolamento, ha detto Sa'adat a Barakeh, sono negate le visite dei familiari, giornali e riviste e la possibilità di incontrare gli altri compagni prigionieri del reparto di isolamento. Un elevato numero di prigionieri palestinesi sono in isolamento da molti anni, alcuni da più di otto, tra cui un prigioniero che soffre di disturbi psichici. L'isolamento e la segregazione sono riconosciute come una forma di trattamento crudele, inumana e degradante e sono note per provocare e aggravare le malattie mentali.
Ha rilevato che ai prigionieri viene già impedito il contatto con il mondo esterno ed a molti di loro è vietato incontrare i familiari e che l'isolamento rappresenta solo una ulteriore forma di punizione. Ha osservato che fra le nuove violazioni dei diritti dei prigionieri vi è il divieto di avere libri inviati dai familiari, restringendo il numero di quelli consentiti ai soli libri venduti nello spaccio della prigione, che non soddisfano le necessità e gli interessi dei prigionieri e che si propongono di imprigionare anche i pensieri dei detenuti. Questo, ha affermato, rappresenta un tentativo per spezzare la tenacia dei prigionieri ed il ruolo del loro movimento all'interno del movimento nazionale palestinese.
Il compagno Sa'adat ha espresso il suo pieno sostegno per la causa del popolo palestinese in Palestina '48 come parte integrante della causa nazionale palestinese, osservando che la guerra contro i palestinesi viene combattuta dal regime sionista e dalla natura fondamentalmente razzista ed illegittima dello stato sionista, ed ha inoltre manifestato la sua forte opposizione ed il pericolo insito nella richiesta di Netanyahu che i palestinesi riconoscano il razzista "Stato ebraico di Israele", nel tentativo di costringere i palestinesi alla sconfitta.
Il compagno Sa'adat ha anche espresso l'urgente necessità di unità nazionale riguardo alla situazione interna palestinese, per poter affrontare l’occupante. Egli ha sottolineato l'importanza di respingere interamente il percorso di Oslo ed i relativi accordi, che sono stati devastanti per la causa palestinese, e di respingere tutte i cosiddetti "negoziati" con Netanyahu ed il suo regime razzista. Egli ha sottolineato l'importanza dell’unità nazionale e che ogni servizio di sicurezza palestinese deve garantire la sicurezza del popolo palestinese contro il suo occupante, e non quella di piccole bande o dell’occupazione stessa attraverso la cooperazione. Inoltre, ha spiegato Sa'adat a Barakeh, il dialogo nazionale deve comprendere tutte le fazioni e puntare alla ricostruzione dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina e della sua istituzione su basi democratiche e fortemente impegnata nel rispetto dei principi fondamentali della causa nazionale palestinese e dei diritti dei palestinesi – il diritto al ritorno, all’autodeterminazione e all’indipendenza, comprese le elezioni per un nuovo Consiglio Nazionale Palestinese.
Il compagno Sa'adat ha ampiamente discusso della necessità di un progetto per la ricostruzione della sinistra palestinese, sottolineando che tale progetto deve iniziare ad un livello di base, che comprenda lo sviluppo delle commissioni tra i lavoratori, gli studenti e molti altri settori sociali, per discutere di questioni chiave – ideologiche organizzative e politiche - e l’elaborazione di un programma strategico attraverso un lavoro collettivo con una visione chiara e di principio.
Egli ha sottolineato la necessità di salvaguardare la resistenza, e che il movimento dei prigionieri continuerà a lottare per la giustizia e la liberazione dei prigionieri e dell'intero popolo palestinese.