www.resistenze.org - popoli resistenti - palestina - 16-02-11 - n. 351

da www.infopal.it/leggi.php?id=17531 
 
 
Gennaio 2011: 300 palestinesi arrestati da Israele
 
14/02/2011
 
Gaza - InfoPal. A gennaio 2011, 300 palestinesi sono stati arrestati da Israele; 37 sono bambini e due deputati. Nel corso di incursioni ai danni delle comunità palestinesi nella Cisgiordania occupata e ad al-Quds (Gerusalemme), sono stati arrestati 290 cittadini. Tutti sono stati sequestrati, arrestati e detenuti nei vari centri d'indagine e prigioni israeliani.
 
I due deputati arrestati a gennaio sono: 'Omar 'Abdel Razeq e Mohammed Jamal an-Natshah, entrambi membri del gruppo "Cambiamento e riforma".
 
Del dato fanno parte anche i nove pescatori di Gaza sequestrati dalla Marina israeliana. Oltre 90 tra di essi non hanno mai visionato un'accusa e tanto meno sono stati sottoposti ad un processo.
 
Nove palestinesi arrestati a gennaio 2011 erano stati liberati da poco mentre numerose sono state le estensioni delle detenzioni amministrative (senz'accusa e prorogabili ad oltranza, ndr) com'è stato per la totalità degli operai palestinesi fermati in Israele (Territori palestinesi occupati nel '48) senza permesso e pertanto arrestati.
 
Ad oggi, su molti di essi non si riesce ad avere informazioni utili in quanto la giustizia israeliana solleva la seguente motivazione: "segretezza dei file".
 
A gennaio si sono riportati casi di negligenza medica che hanno causato effetti devastanti sulla salute di prigionieri palestinesi. Così è stato il caso del detenuto Haitham 'Ezzat 'Abdallah da otto anni in prigione e condannato all'ergastolo. Nel suo caso si sospetta un tentativo di avvelenamento.
 
Attacchi e abusi all'interno delle celle hanno subito un'escalation, il responsabile delle relazioni con il pubblico presso il ministero palestinese competente, Riyad al-Ashqar, lo ha ripetutamente denunciato in pubblico.
 
Nessun centro d'indagine o prigione israeliana è estraneo a questi fatti.
 
Oltre agli assalti sulla persona dei detenuti, le autorità carcerarie israeliane hanno inflitto loro altre forme di punizione collettiva, com'è stato nel caso del carcere di Nafhah. Qui, i detenuti avevano proclamato lo sciopero della fame contro abusi, ma anche in solidarietà ai compagni in gravi condizioni di salute nelle prigioni, e le autorità carcerarie israeliane hanno imposto loro esose multe.
 
Il 2011 si è aperto con numerosi casi di negligenza medica e allarmi sullo stato di salute di alcuni detenuti palestinesi che, nel breve termine, rischiano la vita, tra questi si ricorda il caso di Akram al-Mansour, attualmente al terzo posto tra i detenuti per anzianità. Al-Mansour è affetto da tumore alla testa ed è in preda ad amnesie, tuttavia è lasciato a sé stesso.
  
  
da http://freepalestine.noblogs.org/post/2011/02/10/la-lotta-delle-donne-palestinesi-nelle-gabbie-disraele/
 
La lotta delle donne palestinesi nelle gabbie d’Israele
 
10/02/2011
 
Le 35 donne palestinesi detenute da Israele hanno iniziato l’ 8/02/2011 lo sciopero della fame come forma di protesta contro la reclusione.
 
Non si tratta del primo momento di lotta che documentiamo attraverso questo blog infatti, nell’aprile scorso, “la settimana del prigioniero politico” era stata inaugarata dall’inizio di uno sciopero della fame compatto e deciso nelle carceri israeliane.
 
Le condizioni disumane di detenzione, la privazione dei diritti basilari, la negazione dell’assistenza sanitaria e gli assalti fisici all’interno delle celle spingono le prigioniere, già da due giorni, a proseguire lo sciopero della fame con le seguenti rivendicazioni: la possibilità di ricevere e effettuare telefonate e quella di ricevere visite, la possibilità di ricevere effetti personali come libri e calze e la garanzia dell’assistenza sanitaria.
 
Non sono rari i casi in cui le proteste nelle carceri vengono pesantemente represse, è necessario quindi far sentire la nostra solidarietà e amplificare la voce delle donne e degli uomini, palestinesi e non, costretti/e nelle gabbie. Seguiranno aggiornamenti.
 
La solidarietà è un’arma, libertà per tutti e tutte.
 
Stop all’occupazione, Palestina libera!
 
 

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