www.resistenze.org - popoli resistenti - palestina - 18-03-14 - n. 490

Il coordinamento per la sicurezza deve finire

Il FPLP chiede azioni concrete in occasione dell'8° anniversario del rapimento di Sa'adat

Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina | pflp.ps
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

15/03/2014

Il Fronte Popolare chiede che l'Autorità Palestinese ponga termine al coordinamento per la sicurezza con l'occupante, che si assuma la responsabilità per l'arresto del compagno Sa'adat e dei suoi compagni e agisca per ottenerne la libertà

Alle eroiche masse del nostro popolo:

Il 14 marzo 2006, le forze militari del nemico sionista presero d'assalto la prigione di Gerico e rapirono il compagno Segretario generale Ahmad Sa'adat, i suoi compagni Ahed Abu Ghoulmeh, Majdi Rimawi, Hamdi Qur'an e Basil al-Asmar, ed il combattente Fouad Shubaki, mentre si trovavano tutti sotto il controllo e la presunta "protezione" delle truppe statunitensi e britanniche.

Il crimine del rapimento del compagno Sa'adat e dei suoi compagni, accusati dell'uccisione del ministro del turismo, il sionista e razzista Rehavam Zeevi, come risposta all'assassinio del compagno Abu Ali Mustafa, va oltre l'episodio stesso. Il nemico sionista, in collusione con i paesi che forniscono le forze di "protezione" al carcere di Gerico, hanno cercato di arrestare l'idea stessa della resistenza e tentato attraverso questa azione di liquidarla.

Tuttavia, la vigorosa posizione di sfida del Segretario generale riportata dai media internazionali al momento del suo rapimento, accompagnata dal suo rifiuto di riconoscere la legittimità dei tribunali militari del nemico e dalla difesa del diritto di resistenza all'occupazione del nostro popolo, ha contrastato e frustrato questi sforzi.

Ha sfidato l'oppressione del carcere e mantenuto il suo ruolo dirigente di Segretario generale del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina. Il nemico ha cercato di confondere e indebolire il Fronte Popolare attraverso l'arresto di Ahmad Sa'adat e l'assassinio dell'ex Segretario generale Abu Ali Mustafa, ma il Fronte ha dimostrato di essere indistruttibile, in grado di proteggersi e conservare il proprio ruolo chiave nel quadro del movimento nazionale palestinese. I combattenti valorosi, le Brigate Abu Ali Mustafa, si impegnano armi in pugno a incalzare il nemico ovunque nella terra di Palestina.

Agli occhi delle masse incrollabili del nostro popolo, l'anniversario dell'arresto del Segretario generale Sa'adat e dei suoi compagni mostra ancora una volta la grave realtà degli accordi per la sicurezza sottoscritti dal nemico, che hanno portato all'arresto e alla detenzione di Sa'adat. Si pone anche la questione cruciale del coordinamento per la sicurezza attualmente in atto con il nemico, che cerca di frenare la resistenza e di colpire con l'arresto e l'assassinio i combattenti per la libertà del nostro popolo. Lo abbiamo visto con i martiri, i compagni Moataz Washahe e Saji Darwish e con gli altri prima e dopo di loro. L'Autorità ha la responsabilità di consentire al nemico di fare tutto ciò, sia a causa della sua incapacità di fronteggiarlo o facilitandogli il compito attraverso il coordinamento per la sicurezza. Il coordinamento per la sicurezza deve finire. Esso ha conseguenze devastanti. E' tempo di ritirare l'impegno da questi accordi, di cessare i negoziati con il nemico e di rispondere invece all'appello per la costruzione di una strategia nazionale per conseguire i diritti del nostro popolo, all'utilizzo di tutti gli strumenti della resistenza per raggiungerli e a ricostruire l'unità nazionale.

In questo stesso contesto, chiediamo che l'Autorità si assuma la responsabilità di far fronte a questo suo crimine e insista per la liberazione del Segretario generale e dei suoi compagni arrestati, soprattutto perché rapiti, con il fratello Fuad Shubaki, da una prigione dell'Autorità Palestinese, nonostante i tribunali palestinesi avessero assolto il compagno Sa'adat e ordinato il suo rilascio, sia per la sua posizione di dirigente nazionale palestinese e perché membro del Consiglio legislativo. Chiediamo anche che l'AP lavori per la libertà di tutti i prigionieri rinchiusi nelle carceri israeliane e difenda la causa dei detenuti palestinesi a livello internazionale, soprattutto alle Nazioni Unite e davanti ai suoi organi competenti, dando supporto a tutti i movimenti di massa e ai movimenti di solidarietà internazionale che lavorano per la liberazione di tutti i prigionieri nelle carceri dell'occupazione.

Onta e disonore ricadano su chi ha contribuito all'arresto del compagno Sa'adat e dei suoi compagni. Saluti fraterni a tutti coloro che sostengono il Segretario generale, i suoi compagni e tutti i prigionieri nelle carceri israeliane. Ci impegniamo a compiere ogni sforzo per ottenere la loro libertà.


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