www.resistenze.org - popoli resistenti - palestina - 16-03-15 - n. 535

Viva il 46° anniversario dalla gloriosa fondazione

22 Febbraio, una nuova alba nella storia della Rivoluzione e del popolo

Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina (FDLP) | dflp-palestine.net
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

22/02/2015



- Porre fine alla divisione e ritrovare nuovamente l'unità interna è la strada per recuperare l'iniziativa politica. Intraprendere, ancora una volta, la via del combattimento.

- Il fallimento degli inutili negoziati implica per noi l'adozione di una nuova strategia politica, che unisca la lotta sul campo con quella politica e diplomatica.

- La nuova politica richiede la ricostruzione del sistema politico, economico e sociale, al servizio della guerra per l'Indipendenza

Il 22 febbraio, abbiamo commemorato il 46° anniversario dalla gloriosa fondazione del Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina. E' stato un evento nazionale, celebrato dal popolo palestinese e dalle sue forze politiche in patria e della diaspora per il ritorno, l'autodeterminazione e lo Stato indipendente con la completa sovranità e con Gerusalemme come sua capitale, entro i confini antecedenti al 4 giugno 1967 [prima della Guerra dei sei giorni: 5-10 giugno 1967, ndt].

Quest'anno ricordiamo l'anniversario sotto l'ombra delle sfide politiche che la nostra causa palestinese deve affrontare, nel mezzo di situazioni interne, regionali e internazionali sempre più complicate. Ciò esige da tutte le forze palestinesi uno sforzo affinché siano all'altezza della propria responsabilità nazionale e patriottica, per rafforzare l'orizzonte politico in modo che sia il riflesso della tenace lotta nazionale in tutte le sue forme, con lo sguardo rivolto al raggiungimento degli inalienabili e legittimi diritti nazionali del nostro popolo palestinese.

La prima di queste sfide richiede di porre fine alle divisioni e di recuperare l'unità interna. Come la nostra esperienza amaramente ci dimostra, sin dal giugno 2007 [conflitto Fatah-Hamas, ndt], senza porre fine alle divisioni e senza ricostruire l'unità interna, la situazione palestinese continuerà ad essere quella di un'incapacità di dare risposte alle istanze politiche, oltre che di consolidare le forze per resistere all'occupazione e al colonialismo. Allo stesso tempo, ci si troverebbe nell'impossibilità di recuperare l'iniziativa politica, soprattutto con l'esaurimento del processo negoziale, alla luce delle già sperimentate condizioni e dei ben noti meccanismi, soprattutto ai loro padroni, delle strade chiuse.

Entrando nel suo quarantasettesimo anno, il Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina ribadisce che mettere fine alla divisione e recuperare l'unità interna sono le due condizioni necessarie per lo sviluppo del sistema politico palestinese e dei suoi organismi, oltre che per l'accrescimento del suo potenziale e delle sue capacità nazionali, al fine di essere all'altezza delle crescenti responsabilità che ci attendono sul cammino difficile e complesso della nostra lotta.

Mettere fine alla divisione e recuperare l'unità interna sono le due condizioni per voltare pagina dagli inutili negoziati e affermare una iniziativa politica nuova e alternativa per il nostro movimento nazionale palestinese. Senza queste due condizioni, la situazione palestinese continuerà a patire questi due problemi che l'assillano e la costringono a consumare, su questioni non appropriate, le proprie energie per la lotta. Questo rallenta il progredire della lotta del nostro popolo e la disperde in battaglie in cui tutti sono perdenti e l'unico vincitore è l'occupazione israeliana.

E' essenziale ribadire la necessità della richiesta alla leadership provvisoria palestinese di convocare una riunione immediata con lo scopo di eliminare gli ostacoli e gli impedimenti alla fine delle divisioni e di recuperare l'unità interna, dopo che la nostra esperienza ha dimostrato il fallimento di altre soluzioni, compresa quella bilaterale tra Al-Fatah e Hamas.

A livello politico, il Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina – che ora festeggia con il popolo e le sue forze politiche questo quarantaseiesimo anniversario - invita tutti a recuperare l'iniziativa politica, dal momento che il processo negoziale in corso è entrato in un vicolo cieco e la nostra amara esperienza ci ha ancora una volta dimostrato il cieco allineamento degli Stati Uniti a fianco del nemico israeliano. Nel frattempo, i diversi governi israeliani hanno respinto la possibilità di dare risposta alle richieste di un accordo equilibrato che garantisca il nostro popolo nella lotta per i suoi inalienabili e legittimi diritti nazionali, rappresentati nell'atto del ritorno, nell'auto-determinazione e in uno Stato indipendente.

Il Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina chiede l'attuazione di una nuova politica alternativa, basata sui seguenti elementi:

1. Adottare una politica diplomatica offensiva che agisca in direzione dell'inclusione dello Stato di Palestina nelle istituzioni ed organi internazionali, denunciando, dinanzi alla Corte penale internazionale, i crimini dell'occupazione, le persecuzioni collettive, il colonialismo e l'assassinio di civili inermi, e processando gli israeliani che ne sono responsabili. Una politica che isoli lo Stato sionista e delegittimi l'occupazione; che amplifichi a livello internazionale il boicottaggio economico, accademico e politico dello stato nemico; che allarghi la sfera del riconoscimento dello Stato palestinese e dei legittimi diritti nazionali del nostro popolo, compreso il diritto di ritornare alle sue case e proprietà, in virtù della Risoluzione 194, come soluzione giusta e conforme alla legge per la causa dei rifugiati.

2. Mettere in atto una politica di lotta sul campo, lungo la strada di una resistenza popolare integrale e di ogni legittima forma di lotta del nostro popolo contro l'occupazione e il colonialismo. Questo richiede la cessazione di tutte le forme di coordinamento della sicurezza con le forze occupanti e un boicottaggio generale dell'economia israeliana. Inoltre, occorre perseguire una strategia economica, sociale e finanziaria alternativa, sostenere le zone minacciate dalle costruzioni coloniali, rafforzare la resistenza degli strati poveri della popolazione e di quelli con redditi modesti, e mettere tutta l'economia, la politica, i media, la sicurezza e le altre potenzialità al servizio della battaglia per l'Indipendenza e la liberazione dall'occupazione e dal colonialismo.

3. Lavorare per l'obiettivo di sollevare il blocco imposto alla Striscia di Gaza, al fine di garantire le capacità necessarie a riprendere la ricostruzione di ciò che è stato distrutto dall'aggressione israeliana, e prendere le misure necessarie al fine di adottare una politica di difesa per Gaza, inclusa la costruzione di un fronte unito di resistenza nazionale, con un quartier generale congiunto, sotto una direzione politica collettiva, in base al principio "compagni nel sangue... compagni nelle decisioni".

4. Rafforzare l'unità del nostro popolo in lotta, in patria come nella diaspora, offrendo una maggiore attenzione politica e sociale alla situazione dei profughi palestinesi in esilio, soprattutto al nostro popolo in Siria. Ciò potrebbe essere raggiunto attraverso la creazione di un comitato speciale per le crisi in seno al Comitato esecutivo, che consenta alle decine di migliaia di sfollati di ottenere ogni tipo di sostegno finanziario e materiale, anche lavorando con le parti interessate, con l'obiettivo del ritiro dei gruppi armati dai campi profughi, in particolare da quello di Al-Yarmouk, e di aiutare i loro abitanti a tornare e convertire nuovamente i campi in zone sicure e stabili. Oltre a sostenere le lotte del nostro popolo in Libano per il diritto al lavoro, alla casa, per la ricostruzione del campo profughi di Nahr al-Bared, per la creazione di una università palestinese e per lo sviluppo dei servizi della Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA).

Entrando nel suo quarantasettesimo anno, il Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina saluta i combattenti detenuti nelle carceri israeliane e ribadisce la fermezza del nostro popolo nella sua lotta per la libertà, la distruzione delle catene dei suoi carcerieri, lo smantellamento degli insediamenti e l'espulsione delle forze occupanti. Si rivolge inoltre alle famiglie dei martiri con il più alto rispetto per il loro sacrificio prezioso sul cammino verso la libertà, la salvezza nazionale e la vittoria certa. Esprimiamo il rinnovo del nostro impegno a tutti i figli del nostro popolo, alle loro forze politiche, così come a tutti i distaccamenti delle Attività nazionali arabe e alle forze democratiche internazionali, al fine di continuare la lotta e di portarla avanti con la nostra dedizione sino agli indiscussi obiettivi del conseguimento dei nostri inalienabili diritti, fino a quando il nemico prenderà i suoi bagagli per abbandonare il suolo palestinese. Dopo, il sole del ritorno dei rifugiati alle loro case e proprietà sorgerà e brillerà.

Viva il quarantaseiesimo anniversario dalla fondazione del Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina!

Viva l'unità del nostro popolo attorno all'obiettivo del ritorno, dell'autodeterminazione e della creazione uno Stato indipendente con piena sovranità!

Pace eterna per i martiri...! Recupero per i feriti...! E libertà per i prigionieri della libertà!

Vittoria per la Rivoluzione...! Gloria per la patria!

Il Comitato Centrale del Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina

22 febbraio 2015


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