www.resistenze.org - popoli resistenti - palestina - 18-05-15 - n. 544

Una piccola storia, fatta di numeri

(da Giancarlo Paciello, Alla conquista della Palestina. Le origini della tragedia palestinese, Ed. CRT 2004)

(…) spero di poter (...) fornire anche qualche elemento in più per rendersi conto di che infamia viene consumata ai danni di un popolo che da più di cento anni è costretto a misurarsi con il nazionalismo ed il razzismo sionista.

I palestinesi hanno dovuto infatti assistere intorno a loro, prima alla trasformazione della popolazione della Palestina passata da una comunità residente di lingua araba, ad una comunità con una schiacciante maggioranza di ebrei nel 78% della Palestina (lo Stato d'Israele, dopo le guerre del 1948) e con un rapporto ribaltato, rispetto al 1947, tra arabi ed ebrei, e assistere, poi, dopo la guerra dei Sei giorni del 1967, all'invasione del rimanente 22% (Cisgiordania e Striscia di Gaza) da parte dell'esercito israeliano che lo occupa appunto da ben 37 anni [48 ad oggi, ndr]. Sono questi i Territori occupati che spesso nella pubblicistica diventano semplicemente Territori, a volte anche con la minuscola.

E' nel 1947 che si verifica la Nakba,la catastrofe per il popolo palestinese determinata dalla spartizione. Qui di seguito vengono riportati i dati relativi alla proprietà delle terre della Palestina e alla popolazione all'atto della spartizione.

Proprietà delle terre in Palestina (in dunum, pari a 1000 mq.)
e degli abitanti al 31/12/1646 (Village Statistics dell'Autorità britannica)
Arabi % Ebrei % Pubblica Altro Strade, ferrovie fiumi e laghi Totale
12.574.744 47.9 1.491.699  5.7 11.950.658 142.050 163.842 26.323.023
 1.341.709 69.1   602.586 30.9        1.942.349

La risoluzione 181 dell'Onu del 29 novembre del 1947 propose (e di fatto impose) la divisione della Palestina mandataria in:

- uno Stato arabo con una popolazione di 758.530 arabi e 9.520 su di una superficie di 11.864.312 dunum (il 42,88% della superficie totale del paese);

- uno Stato ebraico con una popolazione di 498.000 ebrei e 407.000 arabi su di una superficie di 14.864.611 dunum (il 56,47% della superficie totale del paese);

una zona internazionale (Gerusalemme e Betlemme), con una popolazione di 105.000 arabi e 100.000 ebrei sul restante 0,65% del territorio (171.000 dunum).

A parte la grossa "stranezza", per cui a meno di un terzo della popolazione (gli ebrei), venne concessa più della metà del territorio, ce n'è un'altra, che raramente viene messa in evidenza, come si evince dalla piccola tabella appena riportata.

Di fatto, agli ebrei viene concesso un territorio dieci volte più grande della loro proprietà privata, agli arabi invece un territorio inferiore alla superficie della sola proprietà privata! Qui sta la sostanza della Nakba. Perché i palestinesi, con la spartizione, perdettero, d'un colpo, proprietà pubblica e privata sul 56,4% della loro terra. La guerra del 1948 rese ancor più drammatica la situazione perché la condizione di straniero in patria per molti palestinesi si trasformò in quella di profugo, (oggi, in omaggio all'inglese si dice rifugiato, refugee) dal momento che, con la guerra, lo Stato d'Israele appena proclamato, si appropriò di un altro 21,5% della Palestina, raggiungendo così il 78%. La zona internazionale relativa a Gerusalemme rimarrà sulla carta e nulla dirà l'Onu sulla spartizione della città tra israeliani e transgiordani.

Ma un'altra disgrazia, con la guerra, si era abbattuta sui palestinesi. Quanti furono allora i palestinesi espulsi dalle loro case (e dalle loro terre) che non vi hanno mai più fatto ritorno? Esistono diverse valutazioni accettate, ampiamente affidabili (con approssimazioni di qualche migliaio), circa il numero di palestinesi espulsi, comprese quelle dei nuovi storici israeliani. Si tratta di almeno 750.000 profughi.

A fronte di 630-650.000 ebrei in Palestina, 750.000 palestinesi fuggono. Ogni palestinese libera un posto. Un pezzo di terra, una casa, un lavoro. In tre anni questo posto sarà occupato da un nuovo immigrato- Fra il 1948 e il 1951 saranno 687.000. Lo scambio demografico è quasi perfetto. Ci sono anche studiosi che portano a 840.000 il numero dei profughi. Le considerazioni appena fatte non si modificano in nulla. In ogni caso si è trattato di un esodo di un popolo, meglio ancora, di una vera e propria pulizia etnica. La situazione della popolazione palestinese nel 1949, qui di seguito riportata, evidenzia come, in pochissimo tempo, meno di due anni, i palestinesi fossero diventati un popolo di profughi. 105.672 di loro rimasero sulla loro terra guardati a vista e sottoposti a vessazioni di ogni tipo in territorio ormai israeliano, 386.206 finirono sotto il controllo egiziano e giordano e tutti gli altri finirono in 57 campi profughi dove continuano a vivere ancora oggi più di tre generazioni di palestinesi, due delle quali hanno vissuto sempre sotto occupazione militare da parte di uno Stato democratico, beninteso!

Situazione della popolazione palestinese nel 1949

  Abitanti %
Nello Stato di Israele 105.672  8.4
Sotto occupazione egiziana e giordana

(Cisgiordania e Striscia di Gaza)
386.206 30.7
in 57 Campi profughi:    
15 in Libano 108.188 8.6
10 in Siria  69.190 5.5
24 in Giordania 420.172 33.4
8 nella Striscia di Gaza 168.572 13.4
  1.258.000 100.0


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