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- popoli resistenti - palestina - 07-07-15 - n. 551
Unità palestinese, la proposta di Nayef Hawatmeh
Internazionalizzazione dei diritti palestinesi e sviluppo della lotta popolare
Ramón Pedregal Casanova | rebelion.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
04/07/2015
Durante l'incontro con il Segretario generale del Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina, Nayef Hawatmeh, nel suo ufficio di Amman, abbiamo potuto vedere una zona della città dalle radici arabe, con le sue strade affollate, che danno la sensazione di integrazione, di vita comune. Troviamo Nayef Hawatmeh ad Amman, vicino alle masse palestinesi, e la situazione critica in Siria lo costringe a spostarsi da una città all'altra.
La ragione di questo vivere in prossimità della Palestina è il rifiuto dello Stato sionista al ritorno della dirigenza dell'Autorità palestinese in Cisgiordania e a Gaza. Israele considera Hawatmeh la "testa dura" della dirigenza palestinese e lo accusa di essere responsabile delle operazioni speciali del Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina. Negli anni '80, in Libano, Israele effettuò operazioni speciali per distruggere il vertice del FDLP, con in testa il suo Segretario generale, bombardando la sede del Partito a Beirut, nel quartiere di Alfakani. In quell'occasione caddero 40 martiri, fra cui la guardia personale di Hawatmeh, Yiad Altunes, conosciuto anche come Abu Mayub. Fallì poi anche un altro tentativo nel quale i sionisti uccisero tre membri di Fatah e vollero fare lo stesso con la dirigenza del Fronte, ma senza riuscirci.
Incontrando Hawatmeh, ho visto un uomo dall'aspetto semplice, sereno nel carattere e riflessivo nei discorsi, analitico e realista, convincente. Ho visto un militante rivoluzionario e un intellettuale completo che discorre con naturalezza con chi ha di fronte. Questa conversazione e le sue parole in risposta alle mie numerose domande, qui sotto sintetizzate in due, è stata serrata e intensa. Precedentemente avevo consultato i suoi libri per conoscere il suo pensiero e la sua traiettoria politica. Nei suoi scritti come nelle sue spiegazioni, ho trovato l'unione tra ideologia, politica e lotta nel quadro organizzativo e nella lotta armata.
Le sue opere pubblicate dagli anni '70 ripercorrono la storia della lotta del suo popolo nei suoi diversi livelli, la lotta popolare, organizzativa, sull'unità, sulla crisi dell'OLP, su Oslo, l'Intifada fino agli ultimi due libri "La sinistra rivoluzionaria. La visione del grande risveglio", con più di 10 edizioni.
Le sue parole sono qui riassunte.
Come sono stati gli ultimi decenni per la Palestina e quali sono le considerazioni del FDLP sulla situazione della Palestina e sul momento che vivono i paesi ad essa adiacenti?
Sono trascorsi 67 anni dalla Nakba e noi, il FDLP, chiamiamo il nostro popolo e le genti solidali con la Palestina alla internazionalizzare della questione dei diritti nazionali palestinesi, e invitiamo gli organismi internazionali e gli interessati alla causa palestinese alla celebrazione di una Conferenza internazionale per la questione palestinese, sulla base delle risoluzioni giuridiche internazionali. Occorre intensificare la lotta politica, la lotta popolare, la lotta diplomatica, abbiamo bisogno di sviluppare la resistenza popolare contro l'occupazione e la colonizzazione della nostra terra. Dal 2011 abbiamo proposto una nuova politica, che si è manifestata più chiaramente nel corso dell'ultimo Consiglio Centrale, il 4 maggio 2011, ed è stata sostenuta da tutte le forze progressiste e liberali palestinesi. Per l'attuazione di questa politica, per prima cosa si è detto che si doveva porre fine a qualsiasi impegno indirizzato a tornare a dei negoziati inutili, che non riconoscono i nostri diritti né le risoluzioni internazionali, e che si svolgono senza la presenza dei 5 Stati permanenti del Consiglio di sicurezza. I colloqui tenuti finora sono stati sotto l'esclusivo controllo degli Stati Uniti e con la cura dei loro interessi politici.
Il Consiglio Centrale Palestinese [il secondo organo decisionale per importanza dello Stato palestinese, ndt] nella seduta numero 27 si è espresso in favore dell'unione di questi due aspetti della nostra lotta: internazionalizzazione dei diritti dei palestinesi e progressivo sviluppo della lotta popolare fino al raggiungimento della completa disobbedienza.
Prendiamo atto che le risoluzioni del Consiglio Centrale Palestinese non sono progetti tattici e non debbono essere convertite in un ruolo che conduca nuovamente ai negoziati, né si deve giocare con queste risoluzioni per raggiungere un miglioramento artificiale e relativo delle condizioni di negoziato. Esortiamo a voltare questa pagina di più due decenni di negoziati sterili, portati avanti sotto il controllo degli Stati Uniti e i cingoli dei carri armati e dei bulldozer di Israele, mentre Israele aumentava gli insediamenti e l'ebraicizzazione di Gerusalemme. Il passaggio principale in questo percorso strategico è quello di porre fine alla divisione tra Fatah e Hamas. Il raggiungimento dell'Unità nazionale palestinese a livello interno, sulla base dei principi della completa convivenza nazionale, sotto il tetto del Programma nazionale palestinese è la leva della ricostruzione, anche della Striscia di Gaza. Dobbiamo porre fine all'assedio, ottenere l'apertura dei valichi di frontiera e unire il tessuto nazionale geografico e politico palestinese, come dicono le risoluzioni del Cairo del 4 maggio 2011.
La creazione di un governo di Unità nazionale che porti a elezioni presidenziali e legislative dei Consigli legislativi e nazionali dell'OLP, con la legge elettorale proporzionale, ecco la politica alternativa, ecco l'offensiva legale, pratica e scientifica contro l'attendismo di negoziati inutili. Torno a dire che, dopo 67 anni, non abbiamo altre alternative davanti a noi, mentre lo Stato di Israele aumenta il suo estremismo, il suo razzismo, la sua smania concreta di ingoiare completamente tutta la Palestina storica, rifiutando soluzioni equilibrate come il suo ritiro ai confini del 1967. Israele continua la colonizzazione della Palestina occupata, chiude tutte le porte ai diritti dei nostri rifugiati, non li lascia tornare alle loro terre e proprietà, nonostante la risoluzione 194 delle Nazioni Unite e, lo vediamo quotidianamente, accelera con passi da gigante l'ebraicizzazione di Gerusalemme Est. Giorno dopo giorno incrementa la sua politica di occupazione, tentando ora di prendersi la zona di Al Aguar, alla confine con la Giordania, cancellando così le frontiere dello Stato palestinese con Israele e Giordania.
Abbiamo a che fare con la continua ingerenza terroristica di Israele nei paesi arabi, che approfitta della loro situazione interna, situazione caratterizzata da divisioni e debolezze. Questa avidità sionista è il risultato di una alleanza strutturale con gli Stati Uniti, perché fino ad oggi Israele ha ottenuto da loro tutta la protezione e il sostegno necessari. Riteniamo inoltre che, a seguito di questa alleanza, le aggressioni contro i paesi arabi verificatesi finora continueranno ad aumentare.
Come vede il presente e il futuro dello Stato palestinese?
La nostra adesione alla Corte penale internazionale ha offerto al mondo la possibilità di punire i criminali, e questo è un cambiamento qualitativo nella lotta del popolo palestinese che ci pone nel campo del diritto internazionale. Uno dei grandi compiti in questo momento è preparare un archivio completo di tutte le violazioni dello Stato israeliano: crimini di guerra, delitti razziali, religiosi, attacchi su vasta scala diretti sistematicamente contro i civili palestinesi, saccheggi e distruzione di abitazioni, furto della terra... E deve sempre essere presente nei nostri archivi la questione della colonizzazione, l'assedio e la guerra a Gaza, l'ebraicizzazione di Gerusalemme... Unirci alla Corte penale internazionale è un passo qualitativo della lotta politica legale completa. Lavorando nella Cpi ci viene offerta la possibilità di porre fine alla immunità di Israele, che per decenni è stata trattata come una eccezione del Diritto internazionale. Lo Stato di Palestina ha il numero 123 fra i membri della Corte e gode di tutti i diritti e ha gli stessi obblighi di qualsiasi altro membro. Questo fa si che il conflitto israelo-palestinese entri in una nuova fase della lotta nazionale palestinese.
Signor Nayef Hawatmeh, Segretario generale del Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina, la ringrazio molto per le sue parole. Tutta la nostra solidarietà al popolo palestinese.
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