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I pescatori della Palestina devono poter lavorare senza paura di essere assassinati

J.P. Barrois *, Zacharie Bakr | odiario,info
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

18/09/2015

L'aggressione criminale e il blocco sionista della Striscia di Gaza ha tra le sue vittime i pescatori palestinesi, i quali vedono spesso le loro barche e attrezzature da pesca distrutte o confiscate, e che sono costantemente sotto la minaccia dei proiettili e dei missili israeliani. Il segretario del Comitato dei Pescatori lancia un vibrante appello alla solidarietà internazionale.

Come possiamo dimenticare che i bambini di Gaza non possono ritornare a scuola? Come si può parlare del ritorno a scuola in una città in rovina in cui le proprio le scuole, obiettivi principali del bombardamento sionista di un anno fa, potrebbero non essere ricostruite o riparate perché non c'è l'autorizzazione ad introdurre il materiale necessario, per causa del blocco imposto dagli aggressori, con la complicità della "comunità internazionale" e di coloro che lo sostengono.

Zacharie Bakr, Segretario del Comitato dei pescatori dell'Unione dei Comitati dei Lavoratori agricoli (UAWC) affronterà in questa intervista il problema del blocco e delle sue conseguenze, le quali danneggiano non solo i pescatori che rappresenta.

Qual è la situazione dopo un anno dall'aggressione militare israeliana di cui Gaza è stata vittima, quali sono le conseguenze del "blocco" per il popolo palestinese che lo subisce?

In primo luogo vorrei parlare delle conseguenze dell'embargo sofferte dai pescatori. Dal punto di vista storico, questo è il blocco marittimo che ha avuto la più lunga durata. Lo stato sionista calpesta tutte le convenzioni internazionali e impedisce a più di 4.000 pescatori di accedere alla loro zona di lavoro, soprattutto se i banchi di pesce si incontrano a oltre 6 miglia nautiche (11,11 km dalla costa n.d.t.). Il diritto internazionale garantisce al pescatore palestinese il diritto ad utilizzare il suo spazio marittimo, ma questi accordi sono calpestati grazie al blocco.

In che modo, in concreto?

Lo Stato colonialista utilizza contro le barche dei pescatori missili e proiettili di gomma contenenti piccole sfere metalliche. Un anno dopo la fine della guerra, le sue catastrofiche conseguenze sono ancora palpabili. Dall'agosto 2014 abbiamo registrato l'uccisione del pescatore Taoufiq Saïd Abou Riyala colpito da arma da fuoco, nel marzo 2015 28 pescatori sono stati feriti con armi da fuoco, 52 sono stati arrestati, 23 imbarcazioni sono state sequestrate, 28 sono state distrutte totalmente o parzialmente, tra le quali due grandi rimorchiatori che impiegano ciascuno più di 15 marinai, 1.000 reti da pesca sono state rubate o distrutte.

A tutto questo si aggiungono le perdite per un valore di 6 milioni di dollari dovute all'offensiva militare dello scorso anno, che ha distrutto le infrastrutture, bombardato i magazzini e le barche così come ha raso al suolo le capanne dei pescatori. Centinaia di pescatori sono oggi senza lavoro a causa della confisca o della demolizione delle loro imbarcazioni.

E la ricostruzione? E' possibile nelle maglie del blocco? 

No. E non vi è alcuna possibilità che possa iniziare nel prossimo futuro. Durante l'offensiva militare, lo Stato ha demolito un centinaio di motori, ne ha confiscato una decina e decine di altri motori sono fuori servizio a causa dell'usura mentre un centinaio di motori richiederebbero manutenzione, ma le stesse regole del blocco ora vietano l'ingresso di pezzi di ricambio, motori e della fibra di vetro che consente la realizzazione o la riparazione delle imbarcazioni.

La pesca ha sempre costituito un settore importante a Gaza, sia dal punto di vista economico sia per il sostentamento della popolazione. Dopo i bombardamenti questo settore è strangolato.

Il settore della pesca impiegava più di 4.000 persone, e circa 1.000 in altri settori ad esso collegati per indotto come artigiani e commercianti. Rispetto allo scorso anno, la produzione è scesa del 70%. I guadagni sono diminuiti di 10 volte: da 2000 a 200 sicli. Già registriamo casi di morte di figli e mogli dei pescatori.

I figli non possono andare a scuola a causa dell'incapacità dei loro genitori e del paese di assicurare le risorse per la scolarizzazione. I pescatori e le loro famiglie che vivono sotto la soglia della povertà non sono in grado di garantire nemmeno i più elementari bisogni della famiglia.

Puoi ricordarci le rivendicazioni del tuo Sindacato? 

1. Protezione dei pescatori contro la macchina da guerra sionista.
2. Attuazione di tutti gli accordi internazionali in materia di pesca e per garantire la sicurezza dei pescatori nelle loro zone di pesca.
3. La messa in stato di accusa e il processo penale dei criminali di guerra davanti ai tribunali internazionali.
4. Le missioni di solidarietà internazionale devono essere in grado di accedere a Gaza
5. Ricostruzione di tutto ciò che è stato distrutto dalla guerra e sostegno ai pescatori per consentire al settore di risorgere
6. Ritiro immediato e incondizionato del blocco

Una dichiarazione finale?

Faccio appello a tutti i militanti del mondo perchè possano fornire supporto per l'acquisto dei mezzi di lavoro.

* Intervista realizzata da J.P. Barrois con l'ausilio della traduzione di Ali Hached.


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