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Il Fronte Popolare dopo 50 anni: strategia per la liberazione della Palestina

Khaled Barakat | palestinarossa.it

23/11/2017

Il Fronte Popolare per la liberazione della Palestina non ha potuto determinare fin da subito la sua visione politica, organizzativa, intellettuale e i suoi obiettivi strategici generali, dopo la sua fondazione ufficiale l'11 dicembre del 1967. Questo semplicemente perché il FPLP era formato da una coalizione composta da più di una fazione e da un gruppo rivoluzionario di guerriglia che aveva iniziato a emergere, non si considera ancora un partito politico unificato, governato da una visione centrale globale e da leggi e regolamenti interni.

La natura e le circostanze della nascita, le sue complessità e condizioni, sono rimaste un freno deciso e ostinato alla realizzazione delle condizioni necessarie per lanciare la visione intellettuale, politica e organizzativa del partito, una visione strategica che riflette l'essenza del suo progetto rivoluzionario e, soprattutto, giustifica la sua esistenza e necessità.

Si può dire che il primo tentativo serio e di successo a questo livello è stato raggiunto dopo la conferenza del febbraio 1969 e dopo la scissione nel Fronte Popolare. Questo periodo è stato accompagnato da uno stato di divisione, di confusione e da una tempesta intellettuale, politica e organizzativa, oltre a conflitti e le contraddizioni personali e interne che in alcuni casi hanno quasi sopraffatto questo nuovo partito rivoluzionario. Soprattutto nel periodo successivo alla sconfitta nell'aggressione sionista del 1967, quando quasi tutti i regimi arabi, sia "nazionalisti" che reazionari trovarono nel sostegno della destra palestinese una soluzione e un modo per affrontare la minaccia della sinistra rivoluzionaria araba espressa in questo nuovo partito. Pertanto la visione del percorso e della lotta del PFLP si sviluppò inizialmente in una nascita incerta, difficile e sanguinosa.

L'esito delle idee principali che hanno costituito la nascita del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina si sono manifestate chiaramente nella seconda conferenza nazionale del Fronte nel febbraio 1969. In questa conferenza (e nei seguenti sforzi intellettuali e politici) gli obiettivi e l'identità del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina sono stati sviluppati sotto il nome della "Strategia per la liberazione della Palestina".

Questo documento strategico ha costituito il punto di partenza e la bussola guida del partito rivoluzionario nel suo sviluppo successivo. È stato il riferimento legittimo per il FPLP fino ad oggi, ed è stato rivisto, sottoposto a critiche e correzzioni. Ciò accadde alla Quarta Conferenza Nazionale nel 1981 e poi di nuovo nella sessione del 1983 del Comitato Centrale. Oggi deve essere riletto, rivisto, aggiornato e ampiamente diffuso.

Nonostante siano trascorsi molti anni dalla sua promulgazione e nonostante il fatto che le realtà oggettive riflesse in alcuni dei testi della Strategia siano cambiate, le principali dichiarazioni e idee ivi contenute rimangono vere e coerenti. Questo documento storico costituisce la pietra angolare e il fondamento senza il quale è difficile leggere la storia di questo partito e comprenderne la relazione, il pensiero e il movimento, le aree in cui il Fronte è nato come partito rivoluzionario democratico e come abbia espresso l'essenza del suo progetto intellettuale generale.

Non è nostro scopo invocare la "storia" come testo formulato e rigido, ma vogliamo sottolineare la necessità di leggere questo documento ancora una volta, più di una volta, se vogliamo comprendere lo spirito, la personalità e le caratteristiche del FPLP senza abbandonare i compiti e la situazione in cui avviene il rinnovamento. Una lettura coraggiosa, onesta e scientifica dipende dalla teoria, dalla pratica e dallo strumento della conoscenza rivoluzionaria che guarda con occhio severo, derivante dalla realtà materiale e dai suoi risultati, lezioni e fatti.

Quindi il partito deve misurare la sua capacità di inventare il nuovo senza compromettere la sua essenza, perché ogni vera innovazione deve essere un prodotto del suo ambiente ed esprime un bisogno oggettivo invece che personale, che guarda e anticipa il futuro.

Gli obiettivi strategici del FPLP sono chiari e non sono cambiati. Tutti i documenti emessi dalle conferenze del Fronte hanno sottolineato questo: il cambiamento non è nelle radici e nel tronco ma nei rami, nelle foglie e nei ramoscelli. Le radici devono rimanere solide e ben salde nel terreno, perché il "rinnovamento" a volte è un falso mantello che porta false promesse, e può venire in una forma reazionaria, anche quando viene presentato come "nuovo". Inoltre a volte il "nuovo" è in realtà un abbandono della strategia fino al livello della sconfitta.

La strategia del FPLP sottolinea che non stiamo iniziando da zero. Non c'è un punto zero nel pensiero, nella storia e nella lotta, e il Fronte è un partito rivoluzionario democratico con una ricca esperienza storica lunga mezzo secolo. Ha vissuto un'esperienza permanente e continua tra battaglie e scontri. Un percorso di mezzo secolo tra sbagli e successi, battute d'arresto e avanzamenti. Vogliamo che questa situazione rimanga coerente con gli obiettivi generali del partito rivoluzionario, una condizione necessaria per il progresso e la crescita.

Tutto ciò ci spinge a ripensare, rileggere e restare nella nostra strategia ancora una volta, perché strategia significa in sostanza strada, bussola e obiettivo. Oggi l'esperienza del FPLP è lunga mezzo secolo; dobbiamo collettivamente trarre insegnamenti e rispondere dalle domande: come siamo arrivati fin qui? Dove stiamo andando?


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