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1948 Nakba, 1967 Naksa, 2020 Accordo del Secolo...soluzione finale?

Palestina Rossa | palestinarossa.it

07/02/2020

Diverse narrazioni tossiche sono state scritte a proposito dell'Accordo del Secolo proposto da Trump e Netanyahu. Tutte tese a riportare le varie posizioni espresse dalle Nazioni Unite, paesi arabi ecc. Tossiche perché approssimative, false o comunque che ripresentano la razzista e vergognosa proposta dei "due popoli, due stati". Tutti nascondono l'unica verità da sempre sostenuta dai sionisti e recentemente ricordata da Netanyahu: "i palestinesi non avranno mai uno stato".

Cominciamo dall'inizio (Basilea dal 29 al 31 Agosto del 1897): Primo Congresso Sionista

Riprendiamo da Tlaxcala:
Esistono un prima e un dopo del Congresso di Basilea. Prima del Congresso, Theodor Herzl scrive nel suo diario: "È un fatto, che tengo nascosto a tutti, che dispongo soltanto di un esercito di Schnorrer [parassiti, truffatori in yiddish, N.d.T.]. Sono solo alla testa di ragazzini, mendicanti e Schmöck [scrocconi in yiddish, N.d.T.]. Molti mi sfruttano. Altri sono già invidiosi o sleali. I terzi si defilano non appena si presenta loro la possibilità di una piccola carriera. Pochi sono generosi entusiasti. Eppure questo piccolo esercito potrebbe essere sufficiente, sempre che abbiamo successo. In quel caso potrebbe diventare un solido esercito regolare. Vedremo allora cosa ci porterà il futuro prossimo". Theodor Herzl, 24 agosto 1897, Briefe und Tagebücher. Bd. 2: Zionistisches Tagebuch 1895-1899. Berlin 1984, S. 535.

La sera del secondo giorno del Congresso, Herzl scrive: "Non ho più bisogno di scrivere la cronaca della giornata di ieri, altri lo stanno già facendo". Theodor Herzl, 30. agosto 1897, Briefe und Tagebücher. Bd. 2: Zionistisches Tagebuch 1895-1899. Berlin 1984, S. 538.

Quattro giorni dopo il Congresso, Herzl scrive: "Se dovessi riassumere il Congresso di Basilea in una parola - cosa che mi guarderò bene dal fare pubblicamente - sarebbe questa: a Basilea ho fondato lo Stato degli ebrei. Se lo dicessi oggi sarei accolto da un'unanime risata. Forse tra cinque anni, al limite tra cinquanta, se ne renderanno conto tutti. Lo Stato è essenziale nella volontà nazionale del popolo, può perfino fondarsi sulla sola volontà di un individuo sufficientemente potente (l'État c'est moi, Luigi XIV). Il territorio non è che la base concreta, lo Stato ha sempre, anche quando dispone di un territorio, qualcosa d'astratto. Lo Stato della Chiesa esiste anche senza territorio, altrimenti il Papa non sarebbe sovrano. A Basilea ho creato dunque questa astrazione, invisibile agli occhi dei più. E di fatto con mezzi infinitesimali. Ho spinto gradualmente le persone verso la creazione di un clima nazionale e ho prodotto in loro la sensazione di essere l'Assemblea nazionale". Theodor Herzl, 3. September 1897, Briefe und Tagebücher. Bd. 2: Zionistisches Tagebuch 1895—1899. Berlin 1984, S. 539.

1948: Nakba (catastrofe)

Le poche righe che seguono sono tratte da un libro importante e non sono state scritte da un palestinese integralista islamico, ma da Yizhar Smilanskyr, ebreo, nel 1949. Il breve racconto, "La rabbia del vento", narra di un drappello dell'esercito israeliano che ha l'ordine di sgomberare un villaggio palestinese. Questo avviene subito dopo la fondazione dello stato di Israele.

A Khirbet Khiza si imbattono quasi esclusivamente in madri, bambini, giovani donne, anziani che devono essere caricati su camion e portati in un campo profughi.

I dubbi e il disagio che albergano nell'animo del narratore si fanno strada piano piano; quando non può più tacere esprime agli altri commilitoni il suo pensiero sull'opportunità, la liceità morale di ciò che stanno facendo ma si trova isolato e nessuno è disposto ad ascoltarlo.

Fra le donne serpeggiava un mormorio piagnucoloso, monotono, quasi involontario, che a tratti si trasformava in un lamento e cresceva sempre di più, finchè non veniva soffocato.. Capitava che qualcuna scoppiasse in lacrime, dando libero sfogo al pianto generale, fino a che non si alzava la voce di uno dei vecchi che le invitava al contegno, e a poco a poco le donne si calmavano.

Continuavo ad avere dubbi e a discutere tra me e me, finché non mi feci coraggio e andai da Moyshe: "Ma è proprio necessario mandarli via? Che male possono fare? I giovani sono scappati…che bisogno c'è? Ah! - mi disse affettuosamente lui - È scritto negli ordini di questa operazione. Però non è giusto - protestai, e non sapendo quale degli argomenti che avevo in testa potevo usare per convincerlo definitivamente, tornai a ripetere: non è giusto!

A quel punto vedemmo una donna che passava in un gruppo di altre tre o quattro. Teneva per mano un bambino di forse sette anni. C'era in lei qualcosa di speciale. Sembrava risoluta, cieca nel suo dolore ma controllata. Le lacrime le scorrevano sulle gote quasi non fossero sue. Anche il bambino gemeva a labbra strette. Come a dire: "Cosa ci avete fatto?"

Sembrava che all'improvviso lei sola sapesse cosa stava succedendo lì, tanto che provai vergogna in sua presenza, e abbassai lo sguardo.

La shoah palestinese è iniziata.

Ci limitiamo a questa testimonianza per l'avvenuta Pulizia Etnica dei palestinesi, evitiamo di parlare delle centinaia di massacri, stupri, espulsioni. La semplicità delle parole nel libro "La rabbia nel vento" traduce perfettamente la disumanità sionista.

1967: Naksa (battuta d'arresto)

Il 5 giugno del 1967 Israele lanciò una guerra contro l'Egitto, la Giordania, l'Iraq e la Siria prendendo il controllo di quelle parti della Palestina che non aveva occupato durante la Nakba 19 anni prima.

Furono circa 500.000 i palestinesi che divennero profughi andando a sommarsi alle centinaia di migliaia del 1948, altre case e villaggi furono rasi al suolo dai sionisti. Circa la metà furono dislocati per la seconda volta in meno di 20 anni.

Nel 1967 la pulizia etnica di Israele della Palestina prosegue, ed è quello che vediamo ancora oggi.

2020: Accordo del Secolo (soluzione finale?)

Per anni i piani messianici dei sionisti, tra cui Benjamin Netanyahu, proseguono per stabilire lo Stato di Israele fra il fiume e il mare.

L'aspetto importante dell'annuncio avvenuto alla Casa Bianca è stata la presenza degli ambasciatori degli Emirati, Bahrain e Oman. Arabia Saudita, Egitto ed Emirati Arabi Uniti hanno accolto il piano senza riserve.

Nessuno dovrebbe sottovalutare la portata storica della dichiarazione appena fatta. La soluzione dei due Stati o l'idea che uno Stato palestinese contiguo sia attuabile e possa essere creato a fianco di uno Stato a maggioranza ebraica è morta.

Ed era morta ben prima degli accordi di Oslo. Gli accordi di Oslo sono morti perché i palestinesi non volevano accettare uno stato che includesse solo un sesto dell'ex Palestina, ed i sionisti non vedevano perché mai gli arabi palestinesi dovessero avere così tanta terra.

Ora i palestinesi si trovano davanti a questa situazione e non scompariranno, nonostante l'impegno sionista a decimarli attraverso massacri o con il quotidiano stillicidio sono ancora milioni. Hanno già vissuto sotto il regime militare israeliano per oltre settant'anni.

Inoltre dove i palestinesi possono fuggire o vivere?

Hanno una sola alternativa: restare e lottare. Uniti possono cancellare i progetti sionisti di pulizia etnica. L'hanno fatto dal 1948, lo possono fare ancora.

Quella che occorre intraprendere sono lotte per la parità dei diritti in uno Stato su tutto il territorio della Palestina storica. Questa è forse la prima volta dal 1948 che tutti i palestinesi possono unirsi per farlo. "Devono cogliere questa opportunità o scomparire e diventare una nota a piè pagina della storia".

Anche la solidarietà internazionale verso il popolo palestinese deve comprendere che è l'ora di sostenere questa unità e questa lotta, anch'essa può vincere o scomparire diventando una succursale dell'agenzia umanitaria e caritatevole.

Viva la lotta del popolo palestinese!


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