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Ancora una volta, Israele rifiuta di cooperare con l'inchiesta sulle violazioni dei diritti umani

Peoples Dispatch | peoplesdispatch.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

20/02/2022

L'UNHCR ha costituito una commissione d'inchiesta per indagare sui casi di violazione dei diritti umani commessi in Israele e nella Palestina occupata


Le conseguenze dei bombardamenti israeliani su Gaza nel 2014 (Foto via: btselem.org)

Israele continua la sua politica di disimpegno e non collaborazione con le indagini internazionali sulle violazioni dei diritti umani in Palestina. In una lettera al capo della commissione internazionale d'inchiesta, Navi Pillay, il rappresentante di Israele all'ONU Meirav Eilon Shahar ha rifiutato di collaborare alle indagini per identificare possibili violazioni dei diritti umani, crimini di guerra e motivi di protrazione del conflitto nella Palestina storica.

Accusando Pillay di pregiudizio contro Israele, Meirav ha affermato che non c'è semplicemente alcuna ragione di credere che Israele riceverà un trattamento ragionevole, equo e non discriminatorio dal Consiglio, o da questa Commissione d'inchiesta". Meirav ha aggiunto: "Questa [Commissione d'inchiesta] sarà sicuramente un altro triste capitolo degli sforzi per demonizzare lo Stato d'Israele".

Shahar ha accusato Pillay, un giurista sudafricano ed ex capo dell'UNHRC, di essere prevenuto contro Israele, dopo che Pillay ha paragonato la discriminazione sistematica di Israele nei confronti dei palestinesi all'apartheid sudafricana. Shahar ha invocato il sostegno di Pillay al movimento Boycott, Divestment and Sanction (BDS).

In una sessione speciale nel maggio del 2021 sulla "grave situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati", il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite (UNHRC) ha deciso di costituire una commissione d'inchiesta internazionale permanente come da voto della maggioranza dei suoi membri. La sessione speciale è stata convocata dopo un'offensiva israeliana di quasi due settimane a Gaza lo stesso mese, che ha ucciso quasi 250 palestinesi e ne ha feriti 2.000, causando una massiccia distruzione delle infrastrutture civili.

Il capo dell'UNHRC, Michelle Bachelet, insieme a diversi gruppi per i diritti umani, hanno dichiarato che questo episodio di aggressione israeliana può costituire "crimine di guerra".

Israele rifiuta la responsabilità  

Israele ha un precedente di non cooperazione con le inchieste su possibili violazioni dei diritti umani. La nazione ha rifiutato di cooperare con la Corte penale internazionale (CPI) quando ha deciso all'inizio dello scorso anno di indagare su possibili crimini di guerra in Palestina, a partire dagli attacchi israeliani a Gaza nel 2014. In risposta, Israele ha revocato il permesso di viaggio speciale dell'allora ministro degli esteri palestinese Riyad al-Maliki, dopo la sua visita alla sede della CPI.  

125 paesi su un totale di 197 membri dell'assemblea generale dell'ONU hanno sostenuto l'istituzione di una commissione d'inchiesta. La commissione è stata messa ai voti a causa delle obiezioni israeliane contro la risoluzione dell'UNHRC per indagare sui crimini di guerra in Palestina nel dicembre dello scorso anno. Solo otto paesi hanno votato contro la proposta di indagine sui diritti umani.

Lo scopo della commissione include le violazioni dei diritti umani e i crimini di guerra in tutta la Palestina occupata e in Israele, e indagherà anche le azioni di tutte le parti coinvolte, compresi Hamas e l'Autorità Palestinese. Ci si aspettava che la commissione esaminasse anche "tutte le cause di fondo delle tensioni ricorrenti, dell'instabilità e del protrarsi del conflitto, comprese la discriminazione e la repressione sistematiche basate sull'identità nazionale, etnica, razziale o religiosa".

I gruppi palestinesi, compresi Hamas e l'Autorità Palestinese, hanno espresso la volontà di cooperare con la commissione d'inchiesta.


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