www.resistenze.org - popoli resistenti - paraguay - 18-04-08 - n. 224

da Rebelión - www.rebelion.org/noticia.php?id=66171
 
Arriba Paraguay!
 
Joaquín Silva Góngora* - Rebelión
17/04/08
 
Il Paraguay, è per molti un paese sconosciuto. Il suo isolamento coloniale e postcoloniale, le guerre di rapina e le lunghe notti della Dittatura, hanno contribuito a rendere questa nazione sorella latinoamericana, un paese dimenticato. La sua gente, amabile e generosa, soffre la povertà.
 
La povertà è più evidente nei servizi sanitari, tra i più deteriorati del continente, ma è pure palpabile nell’educazione, lo sport e la cultura. L’economia è basata sull’agricoltura, sempre più indebolita da forme feudali di latifondismo e dall’abbandono di cui sono vittime i contadini.
 
Le grandi ricchezze naturali del Paraguay, l’acqua e la sua energia, sono utilizzate dai vicini brasiliani e argentini sulla base di trattati illegittimi, firmati all’epoca delle dittature, che consentono ai potenti di avere elettricità ad un prezzo simbolico ed irrisorio. I paraguayani vivono nella sofferenza e nell’agonia, ma coltivano la speranza.
 
Un uomo e un grande movimento hanno cominciato a condensare le richieste di riscatto sociale.Quell’uomo viveva tra loro, condivideva la loro sorte quotidiana, e capiva che il suo destino era guidare la lotta per un Paraguay nuovo e felice. Lo chiamavano Monsignor Lugo ed era il vescovodella Diocesi di San Pedro. Un giorno egli capì che la sua condizione di religioso limitava le sue azioni e decise di lasciare l’abito. Amato e rispettato da questo popolo umile, Fernando Lugo è temuto e odiato a morte da potenti interessi.
 
La jeep azzurra è ferma in cima alla collina. E’ inverno è fa freddo. I vetri scuri sono chiusi. Mi avvicino e un finestrino si abbassa. Appare la faccia di José Pakova che furbesco e sorridente mi invita a salire. All’interno del veicolo c’è la sorpresa: alla guida, Monsignor Lugo. Ci salutiamo soddisfatti per l’incontro. Parliamo della Missione Miracolo e dei pazienti paraguayani che ricevono cure mediche dai cubani. Invito Lugo a farci visita e questi acconsente, nonostante sia tardi e debba andare fino a Encarnacion.
 
Arriviamo all’ospedale da campo DIVEN. Tra pazienti, accompagnatori, medici cubani e volontari paraguayani ci sono duecento persone. I primi che ci vedono arrivare fanno corrre la voce, e in un baleno ci sono tutti intorno, per lo più sono la gente dell’impoverito Dipartimento di San Pedro. Lugo si rivolge a loro in Guaranì; ringrazia il popolo cubano e il suo progetto solidale, parla del nuovo Paraguay cui aspira. Parla di servizio sanitario per tutti e denuncia la corruzione e l’impunità. Invoca Dio e chiama alla lotta. Nei visi dei contadini si vedono gli sguardi pieni di speranza.
 
Il Cruce di Tacuara è un punto strategico della strada che corre lungo il Paraguay, da Nord a Sud. Quando i contadini in lotta sbarrano quella strada, tutto il trasporto del paese rimane bloccato.
 
Per qull’incrocio è stato versato il sangue paraguayno, è storico; in un angolo un piccolo monumento ricorda il martire contadino Sebastián Larrosa, assassinato durante una delle consuete repressioni delle barricate erette su quella strada.
 
Noi medici cubani siamo lì. Non dovremmo esserci, ma ci siamo.E’ difficile passare per di qua, senza rendere omaggio a quella folla contadina e di giovani che collaborano con noi nella Missione Miracolo. Monsignor Lugo si apre il cammino a fatica e quando ci vede alza la bandiera che impugna in segno di vittoria. E’ emozionato, stringe la bandiera paraguayana contro il petto e quando tocca a lui parlare, per ricodare il sacrificio di Larrosa e incitare ad un nuovo Paraguay, lo fa di nuovo in guaranì, la lingua dei poveri.
 
Questo è il Fernando Lugo che ho conosciuto, vicino agli umili, ai malati, ai contadini e ai movimenti sociali. Da quei giorni sono trascorsi due anni, e nel Paraguay la coscienza della necessità di costrure un paese migliore è più grande. I potenti interessi che detengono il potere, con la loro prepotenza e ottusità sembrano incapaci di controllare la situazione, oppure, stanno coscientemente preparando un ritorno alla dittatura e all’operazione Condor. Ma la destra, in caso di brogli elettorali può far scatenare uno scontro dalle conseguenze imprevedibili. L’Alleanza Patriottica dà battaglia ad una oligarchia putrida; i contadini, gli operai, gli studenti, professionisti e intelletuali, settori progressisti, abbatteranno la destra nelle prossime elezioni. Qualunque sia il risultato di questo movimento, la sua vittoria spezzerà la vecchia egemonia che per troppo tempo ha represso le richieste della maggiornaza.
 
 *Joaquín Silva Góngora è un medico cubano, ha lavorato nel Dipartimento di San Pedro, Repubblica del Paraguay, tra Febbraio del 2004 e Luglio del 2006.
 
Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org di FR
 

 
da Rebelión - www.rebelion.org/noticia.php?id=66086
 
Il nuovo Paraguay
 
Emir Sader* - Alai-amlatina
16/04/08
 
Dopo sei decenni di dittatura del Partido Colorado, il Paraguay ha l’opportunità di liberarsene e mettere in pratica le riforme di cui ha bisogno, democratizzando il paese in termini politici e per superare i suoi gravi problemi economici e sociali.
 
La guida di un veterano dell’opposizione – il vescovo della teologia della liberazione, Fernando Lugo – consente al popolo paraguayano di poter praticare un’alternativa reale alla candidata del Partido Colorado, Blanca Ovelar, e tra gli altri, a quella di Lino Oviedo, inquisito per aver partecipato all’assassinio di un ex vicepresidente.
 
Le elezioni si svolgeranno il 20 aprile, in un solo turno. Lugo è in testa ai sondaggi con un margine di vantaggio che va dal 5 al 10%. La tradizione di frodi elettorali commesse dal Partido Colorado, fa temere che possa accadere qualcosa di simile per impedire una vittoria che sembra inevitabile, e che porrebbe fine al potere dei colorados. Questa è la prima difficoltà, che si cerca di superare mediante la vigilanza dei movimenti che appoggiano Lugo, e con la presenza di una Commissione di Controllo che vigili sulla trasparenza della competizione, specie in campagna, dove può essere piè facile frodare.
 
Il programma di Alleanza Patriottica per il Cambiamento, che unisce nove partiti politici – tra cui un partito tradizionale, il Partito Liberale, e uno nuovo, il Tekojoja – e più di 20 movimenti sociali, propone una riforma agraria integrale, che non significhi solo la distribuzione della terra, ma che trasformi i contadini e gli indigeni - quelli che davvero lavorano la terra - nei soggetti di un nuovo modo di produzione agricolo. Propone anche un programma di riattivazione economica strettamente legata all’equità sociale, affinché il Paraguay possa smettere di essere uno dei paesi più poveri e, contemporaneamente, di maggior concentrazione di ricchezza del continente, democratizzando la ripresa economica.
 
Lugo propone il ricupero dell’istituzionalità della Repubblica e l’indipendenza del potere giudiziario, liberandolo dall’ingerenza partitica, elementi di democrazia politica che permetterebbero di farla finita con l’appropriazione dello Stato da parte del Partido Colorado. Inoltre, propone la conquista della sovranità nazionale, inclusa la sovranità energetica, in modo che il Paraguay non sia più solo ed esclusivamente un paese agricolo, di allevamento e d’esportazione di materie prime.
La rinegoziazione dei contratti di Itaipù e di Yacireità – firmati dalla dittatura di Stroessner e dalle dittature militari dei due paesi vicini – con i governi argentino e brasiliano, fanno parte della piattaforma della candidatura di Lugo, ma pure di tutti gli altri candidati, rispecchiando una sorta di unanimità nazionale nel Paraguay odierno. Con le maggiori risorse che vorrebbe ricavare, Fernando Lugo si impegna per un ampio programma sociale, che include:
 
- 100 mila posti di lavoro per famiglie disoccupate, in occupazioni comunitarie e in opere pubbliche (spesa prevista: 300 milioni di dollari ogni anno);
- pensioni per 200 mila persone di terza età (spesa totale: 150 milioni di dollari l’anno);
- crediti per la produzione per un ammontare di 150 milioni, che creeranno 18 mila nuovi posti di lavoro ogni anno;
- costruzione di 40 mila abitazioni l’anno (spesa prevista: 200 milioni di dollari) e la creazione di 50 mila nuovi posti di lavoro;   
- costruzione di strade, opere sanitarie e infrastrutture per 200 milioni di dollari l’anno, creando 50 mila posti di lavoro;
- assunzione di 30 mila insegnati per migliorare l’educazione, per un costo di 60 milioni di dollari l’anno;
- costruzione di 20 mila nuove aule ogni anno (spesa prevista: 60 milioni di dollari) creando 15 mila posti di lavoro l’anno;
- migliorare l’educazione primaria, media e tecnica, con un investimento di 40 milioni di dollari l’anno e l’aumento salariale per 10 mila insegnanti;
- investimenti nella ricerca e la cultura per 40 milioni di dollari l’anno e la creazione di 2 mila posti di lavoro;
- assunzione di 10 mila infermieri generici (spesa prevista: 40 milioni di dollari);
- acquisto di farmaci (spesa prevista: 50 milioni dollari l’anno) per l’assistenza sanitaria gratuita ;
- investimenti in centri sanitari per 40 milioni di dollari l’anno, creando 10 mila posti di lavoro;
- distribuzione di 30 mila lotti di terra ai contadini e indigeni (spesa prevista: 90 milioni di dollari l’anno);
- assistenza tecnica e finanziaria a 300 mila famiglie contadine indigene, per 90 milioni di dollari l’anno;
- tariffa sociale dell’acqua per 800 mila famiglie (spesa prevista: 40 milioni di dollari l’anno);
- energia elettrica gratuita per 400 mila famiglie e tariffa sociale per altre 400 mila (spesa prevista: 40 milioni di dollari l’anno);
- tariffa elettrica ridotta per 50 mila piccoli produttori (spesa prevista: 30 milioni di dollari l’anno);
- miglioramento della rete elettrica usata da 800 mila utenti rurali e suburbani (spesa prevista: 80 milioni di dollari l’anno);
 
Lugo vuole mettere in pratica questo ambizioso programma di riscatto sociale con la revisione dei contratti di Itaipú e Yaciretá, che dovrebbe fruttare 1800 milioni di dollari.
 
Si potrebbero così creare 315 mila nuovi impieghi ed aumentare il reddito a 310 mila lavoratori, consentendo di costruire un nuovo Paraguay per il popolo. Ma ciò ha bisogno della solidarietà e il sostegno politico ed economico di tutti i governi, partiti e forze sociali e culturali impegnate per la democrazia, la giustizia sociale e la sovranità nazionale.
 
*Emir Sader è il segretario esecutivo del Consiglio Latinoamericano di Scienza Sociali (CLACSO)
 
Per info: http://alainet.org
 
Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org di FR