www.resistenze.org - popoli resistenti - paraguay - 04-02-09 - n. 259

da La Rinascita della sinistra - www.larinascita.org
 
«La riforma agraria prevede la concessione di terreni e l'assistenza per i contadini»
 
(Intervista a Fernando Lugo, presidente del Paraguay - da "Rebelion", 02/02/09)
 
Ha detto il presidente dell'Ecuador, Rafael Correa, che per il Forum Sociale di Caracas nel 2006 si presentò in sandali come un anonimo partecipante e ora ha finito per essere il presidente del Paraguay. Infatti, nessuno immaginava allora che un anno e mezzo dopo Fernando Lugo avrebbe scambiato la veste di vescovo per un passaporto diplomatico da presidente della repubblica. Ora è tornato di nuovo al Forum sociale mondiale, questa volta a Belem, in Brasile.
 
La riforma agraria è stata uno dei pilastri fondamentali attorno al quale ruotava la sua campagna elettorale, qual'è oggi la situazione, dopo cinque mesi di governo?
 
La riforma agraria non è mai stata seriamente affrontata in Paraguay, ci sono stati alcuni tentativi, ma nulla di più. Adesso abbiamo creato un coordinamento, che include non solo l'obiettivo di concedere terreni per la coltivazione a favore degli agricoltori, ma anche l'assistenza tecnica, economica, ecc., per i territori più abbandonati. In secondo luogo per i Senza terra si prevede di avviare un programma sviluppato da loro stessi.
 
Quale direbbe che è il principale problema economico che ha di fronte oggi il Paraguay e, pertanto, il suo governo?
 
Senza dubbio, la nostra sfida più grande è la generazione di posti di lavoro e la lotta contro l'emigrazione giovanile. Dopo di ciò, la necessità di costruire case. 
Ciò richiede che il Paraguay cominci ad industrializzarsi, non possiamo rimanere semplici esportatori di cereali. L'industria genera posti di lavoro e risponde ai problemi economici del Paese.
 
E' salito al governo con il partito Alleanza Patriottica per il cambiamento, una coalizione formata da più partiti con ideologie diverse. In quale misura ciò può impedire l'attuazione delle sue proposte politiche?
 
Senza dubbio in questo senso è più difficile che se si trattasse di un unico partito, siamo dieci partiti politici e venti organizzazioni sociali. Ma eravamo consapevoli che questo poteva portare complicazioni. La prima è la questione del potere, perché il governo è stato tradizionalmente considerato come la ripartizione della grande torta che è la gestione dello stato, ma questa è una lettura che vogliamo evitare. Anche se il partito di maggioranza, il liberale, è conservatore, finora abbiamo avuto un'adeguata convivenza.
 
Si è parlato su diversi mezzi d'informazione della presenza di una base militare Usa in Paraguay, è così o si prevede la sua esistenza?
 
Abbiamo esaminato questa questione salendo al potere, ci hanno confermato che, almeno nel Chaco, non vi è alcuna base statunitense o accordi per una sua installazione. Sì, c'è un accordo di cooperazione con le forze d'elite degli Stati Uniti che presuppone la presenza in Paraguay di un certo numero di consiglieri statunitensi non superiore a dieci.
 
I presidenti progressisti dell'America Latina, in particolare quelli di Bolivia, Venezuela, Ecuador e Paraguay, nel Forum sociale di Belem (Brasile) hanno ribadito ancora una volta il loro appello per l'integrazione. Come interpretare questa iniziativa di fronte al fatto che ci sono altri governi della regione con i quali non c'è la stessa linea ideologica, per esempio, Colombia e Perù?
 
L'elemento ideologico non è necessariamente l'unico da tenere in considerazione. Ci sono altre radici comuni culturali e storiche che facilitino l'integrazione. Vi è un approccio rispettoso come ha dimostrato UNASUR, siamo di fronte ad una sfida con nuovi elementi, come l'energia e l'ambiente.
 
L'annuncio della sua candidatura non è stato accettato allora dalla Chiesa cattolica, quale è la situazione oggi in proposito?
 
Il mio stato è quello di laico praticante della dottrina e dell'etica cristiana.
 
Gli Stati Uniti hanno un nuovo presidente, quali sono la sua opinione e le sue aspettative?
 
Barack Obama ha ispirato grandi speranze, in molti speriamo che cambi le posizioni del suo Paese rispetto all'America Latina. Ad esempio, penso che Guantánamo sia cubana e deve tornare sotto la sovranità di Cuba.
 
Il mio parere è che non sarà facile attuare i cambiamenti di direzione che si desidera, in particolare per quanto riguarda le guerre che gli Usa stanno portando avanti. In quanto all'America Latina, credo che le relazioni degli Stati Uniti debbano essere più rispettose.
 
Il governo del Paraguay mantiene una significativa discrepanza con il Brasile rispetto il trattato sulla diga di Itaipu, sul fiume che porta lo stesso nome lungo la frontiera fra i due Paesi. Come è noto, il Paraguay è convinto che la distribuzione di fornitura dell'energia generata è ingiusta, a che punto sono i negoziati?
 
Questo è un tema molto delicato per il popolo paraguaiano. Il trattato è stato firmato durante la dittatura e il tempo trascorso rende necessario un aggiornamento. Abbiamo già predisposto una tabella tecnica, una diplomatica e una politica. La prima ha fatto molti progressi, perché dei sei punti quattro sono già stati accettati dal governo brasiliano.