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Cronaca di un collasso annunciato: il percorso della crisi in Paraguay

Máximo Fernández | adelantenoticias.com
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

12/03/2021

Una studentessa di 18 anni che ha appena iniziato gli studi in medicina presso l'Università Nazionale di Asunción, si trova in Piazza della Democrazia, ad Asunción. Mentre si prepara per la mobilitazione convocata alle 18, di fronte al Congresso Nazionale, scrive un cartello che caricaturizza Mario Abdo Benítez che legge la bibbia. Il 28 gennaio durante un discorso nella città di Luque, Mario Abdo Benítez, che ha assunto la presidenza del Paraguay nel 2018, dopo contestate elezioni, ha affermato che, per la sua salute mentale non legge i giornali ma, ogni mattina, legge la bibbia prima di "andare a lavorare per il popolo". Queste dichiarazioni arrivano in un momento di picco della crisi sanitaria, con l'aumento dei casi di contagio del Covid-19, la carenza di ospedali nelle principali città e l'incertezza sull'arrivo delle dosi dei vaccini per immunizzare la popolazione.

Questa crisi ha avuto effetti economici catastrofici per la popolazione paraguayana. Nell'ultimo trimestre del 2020, l'Indagine Permanente sulle Famiglie indicava più di 260.000 persone disoccupate. La pandemia ha messo a nudo le carenze già patite nelle aree più sensibili come la salute, l'istruzione e il lavoro. Il 71% della Popolazione Economicamente Attiva (PEA), prima della pandemia era già sotto soglia, il sistema scolastico iniziava l'anno 2020 con 1.579 aule chiuse nei settori dell'Istruzione di Base, la Media e quella degli Adulti. Inoltre, il Ministero dell'Istruzione e Scienze aveva redatto e distribuito alle istituzioni scolastiche materiali didattici pieni di errori ortografici e grammaticali. Di fronte alle critiche, il Governo nazionale rispondeva che la stampa di 526.600 opuscoli e 40.650 guide didattiche non ha comportato spese per lo Stato paraguayano in quanto finanziati dall'Unione Europea.

Per quanto concerne la salute, da prima della pandemia la copertura della sicurezza sociale raggiungeva appena il 17% della PEA, denunciando l'insicurezza e l'instabilità che condiziona la classe lavoratrice. All'inizio del 2020, il paese stava attraversando anche una delle più grandi epidemie di dengue degli ultimi decenni, che alla fine di marzo dello scorso anno registrò più di 177.104 casi, 53 morti e un sistema sanitario al collasso.

In questo quadro, si registrarono i primi casi di Covid-19 nel paese.

Nei mesi...

Nel mese di marzo del 2020, il Governo di Mario Abdo si vantava di esser uno dei primi paesi della regione a adottare la quarantena rigorosa per evitare la propagazione del virus. Alla fine di questo mese, in tempi record, il Congresso Nazionale approva il progetto di Legge di emergenza sanitaria che stabilisce misure eccezionali e autorizza la richiesta di prestiti fino a 1.600 milioni di dollari agli organismi internazionali per far fronte alla pandemia.

Agli inizi di aprile nei mezzi di comunicazione compaiono denunce di sovrafatturazione nell'acquisto di mascherine e disinfettanti nelle istituzioni pubbliche, che coinvolgevano l'ambiente più vicino a Mario Abdo, tanto che due dei suoi principali collaboratori sono stati poi rimossi dai loro incarichi, ma nessuno di loro ha mai risposto davanti alla giustizia per queste irregolarità.

Le offerte per l'acquisto di forniture cominciano ad andare in porto e alla fine di aprile giunge un importante carico di materiali di biosicurezza e elementi ospedalieri proveniente dalla Cina, a carico dell'impresa Insumos Médicos S.A. Questo carico, costato allo Stato 14 milioni USD, viene rifiutato dal Ministero della Salute dopo che sono stati riscontrati difetti nei prodotti e irregolarità nel processo d'acquisto. A quasi un anno dai più grandi fatti di mala gestione e corruzione durante la pandemia, il caso va verso il reato di riciclaggio, ma le imprese continuano ad esser tra i fornitori dello Stato.

A partire da luglio, la valutazione positiva dei provvedimenti di marzo per contenere la propagazione del virus a marzo e la costruzione mediatica di figure "eroiche" come quella del Ministro della Salute, Julio Mazzoleni, cominciano a precipitare quando la popolazione, che aveva rigorosamente rispettato la quarantena totale e la chiusura preventiva, iniziò a protestare perchè, nonstante il tempo trascorso, l'aggravarsi del debito pubblico e lo sforzo compiuto da tutta la popolazione, neppure i lavoratori della sanità erano forniti degli equipaggiamenti necessari per fronteggiare la pandemia.

A questo si sommano vari scandali politici e negoziazioni fraudolente che hanno contribuito ad alimentare il malcontento della popolazione. La classe lavoratrice in particolare è stata quella maggiormente colpita da questa crisi. Essa, a differenza degli imprenditori che hanno ricevuto sussidi milionari da parte dello Stato (gli imprenditori dei trasporti hanno ricevuto ulteriori 400 milioni di G., dopo aver dichiarato di esser stati colpiti dalla crisi e aver estorto il Governo con l'incremento delle tariffe), è stata la classe che ha dovuto subire la scarsità di forniture, mezzi pubblici sovraffollati, la precarizzazione e la perdita dei loro posti di lavoro.

Di fronte all'aumento dei casi di contagio alla fine di dicembre e gennaio, alle crescenti proteste sociali per l'assenza di sostegno al settore contadino e ai piccoli commercianti, i brutali casi di sfratti delle umili comunità contadine e indigene, e la crisi economica accentuata nelle regioni di frontiera, a causa della chiusura dei passaggi frontalieri, che tracciarono un terribile scenario per un paese mediterraneo altamente dipendente, il collasso annunciato ha portato alle mobilitazioni di massa e proteste che stanno avvenendo oggi in Paraguay.

I giorni

Martedì 02/03/2021: le lezioni nelle scuole pubbliche di tutto il paese iniziano tra le manifestazioni dei sindacati degli insegnanti che segnalano che la maggioranza dei centri educativi non sono nelle condizioni di ricevere gli studenti a causa della mancanza di forniture di biosicurezza e problemi infrastrutturali. Tuttavia, il Ministro dell'istruzione, Eduardo Petta insiste che gli istituti sono dotati di lavelli, candeggina, sapone e diecimila termometri digitali, donati dagli USA. L'annuncio che coloro che partecipavano alle mobilitazioni avrebbero ricevuto penalizzazioni salariali, ha alimentato il malcontento dei docenti.

Lo stesso giorno gli imprenditori del trasporto pubblico annunciano una "serrata" per lunedì 8 marzo, come misura estorsiva per l'aumento delle tariffe argomentando il presunto aumento dei combustibili. Il Viceministro dei Trasporti segnala che dopo una verifica attraverso la biglietteria elettronica, si evidenzia che lo Stato sussidiava 638 passeggeri trasportati per autobus al giorno nel servizio convenzionato e 407 passeggeri nel servizio differenziato, nonostante che solo 310 e 330 passeggeri rispettivamente, utilizzavano il servizio, cosa che rappresenta una possibile truffa milionaria ai danni dello Stato che ancora non è stata indagata a fondo.

Mercoledì 03/03/2021: la crisi scoppia con le mobilitazioni realizzate dai lavoratori della sanità dell'Istituto Nazionale delle Malattie Respiratorie (Ineram), a cui si uniscono i familiari dei pazienti accampati di fronte all'ospedale per denunciare la mancanza di forniture di base nelle terapie intensive, imprescindibili per le persone in gravi condizioni. A ciò si sommano le mobilitazioni di altri sindacati dei lavoratori della sanità, medici, infermieri e familiari che denunciano che, di fronte alla scarsità di forniture fondamentali, per evitare la morte dei loro familiari ricorrono a prestiti per acquistarli, anche illegalmente a Formosa, in Argentina, dove i prodotti farmaceutici sono venduti a metà prezzo, mentre le catene farmaceutiche e fornitori hanno triplicato i prezzi per lucrare sulla salute. Il Governo riconosce la carenza e il furto di prodotti farmaceutici nel sistema sanitario pubblico; le critiche aumentano dato che il Ministero della Salute aveva sufficienti risorse per l'acquisto di forniture e si giustifica dicendo che esiste una carenza a livello regionale di forniture. Tuttavia, il settore privato disponeva di scorte sufficienti di medicinali.

In questa settimana si acutizzano le accuse verso la gestione del Governo di Mario Abdo per la mancanza di vaccini per l'immunizzazione della popolazione. I casi aumentano, si registrano morti a causa della mancanza di cure e settori commerciali pressano il Governo affinché inizi l'importazione di vaccini, negoziando con qualsiasi fornitore. La mala gestione del Ministero della Salute è evidente, dato che non è stato capace di annunciare con precisione la data esatta dell'arrivo dei vaccini, dopo le umilianti scarse 4.000 dosi arrivate nel paese e che hanno immunizzato solo lo 0.05% della popolazione, posizionandosi come il paese con meno immunizzati della regione.

Giovedì 04/03/2021: vari settori cominciano a pressare affinché il Ministro della Salute si dimetta e il senato approvi un progetto di legge che solleciti le dimissioni di Julio Mazzoleni. Nei social network si diffondono slogan come #QueSeVayanTodos e #EstoyParaElMarzo2021, quest'ultimo come allusione al marzo del 1999, quando una crisi politica portò alle dimissioni dell'allora presidente Raúl Cubas Grau, preceduta dall'assassinio del suo vicepresidente, Luis Maria Argaña e di nove giovani massacrati nelle piazze del Congresso Nazionale. Il popolo si convoca.

Venerdì 05/03/2021: Nonostante l'annuncio della rimozione del Ministro della Salute, nelle strade 14 de mayo e Paraguayo Independiente del centro di Asunción si radunano migliaia di manifestanti, di vari settori, tra di loro migliaia di lavoratori che escono dai loro posti di lavoro unendo le loro voci al canto unisono di "Marito, basura, vos sos la dictatura" ("Marito, spazzatura, siete la dittatura"), "Fuera Marito" ("Via Marito") e "Que se vayan todos" ("Che se ne vadano tutti"). Poco dopo l'inizio della protesta di massa, le forze antisommossa della Polizia Nazionale iniziano una brutale repressione contro i manifestanti, tra cui si trovavano bambine, bambini e anziani, lasciando un manifestante morto. Centinaia di manifestanti si raggruppano, resistono nelle strade del centro fino a un fatto inedito da parte delle forze di polizia che sventolano fazzoletti bianchi. Si solleva lo slogan "tregua con la polizia, non con il governo".

Sabato 06/03/2021: la protesta di massa continua per il secondo giorno consecutivo. I manifestanti esigono le dimissioni di Mario Abdo, che ha pubblicato un breve messaggio alla nazione, attraverso un video registrato dove annuncia la rimozione dei ministri dell'Istruzione, della Donna e il Gabinetto Civile della Presidenza. Coloro che figuravano tra i più contestati negli ultimi mesi. I manifestanti raggiungono la sede del Partito Colorado, che governa il Paraguay da più di 70 anni, come simbolo del ripudio generalizzato alla gestione corrotta e saccheggiatrice del partito che sostenne la tirannia di Alfredo Stroessner. Nel centro della capitale risuona il grido collettivo di "ANR Nunca Màs" ("Mai più ANR" riferito all'Associazione Nazionale Repubblica - Partito Colorado). Mattina presto, i manifestanti si dirigono a Mburavincha Róga, la casa presidenziale, dove sono imprigionati almeno 8 manifestanti, dopo un nuovo episodio di forte repressione.

Domenica 07/03/2021: dopo che il governo ha annunciato i timidi cambiamenti, e settori politici come il cartismo (da Cartes, imprenditore e presidente del Paraguay dal 2013 al 2015, ndr), trattano cercando di ottenere benefici in cambio del sostegno al governo, in mezzo alla sua peggiore crisi, si chiama nuovamente alla mobilitazione di fronte alla casa presidenziale. Nonostante diversi settori della società partecipano alla mobilitazione, la gioventù lavoratrice si evidenzia per la sua partecipazione da protagonista nei tre giorni, nelle marce si osservano persone che si uniscono alla mobilitazione dopo la loro giornata di lavoro. A un anno dal primo caso di coronavirus in uno dei paesi con il peggior sistema sanitario al mondo e il maggior grado di corruzione, si mantiene la convocazione cittadina.

Adesso

Le mobilitazioni continuano con blocchi stradali in varie località del paese, azioni di ripudio, manifesti in rete, e una convocazione di massa al Congresso per questa sera. Rappresentanti del Partito Liberal alla Camera dei Deputati scrivono il libello accusatorio contro Mario Abdo Benítez e il suo vicepresidente Hugo Velázquez. A loro si sommano i membri del Fronte Guasù, il partito Hagamos, Encuentro Nacional e il conservatore Patria Querida. Al contempo settori popolari, organizzazioni politiche, movimenti contadini e studenteschi si riuniscono in forma permanente per valutare la crisi e sostenere le mobilitazioni che si svolgono nei dipartimenti di San Pedro, Caazapá, Canindeyú, Guairá, Itapúa, Alto Paraná e Central. Il cartismo assicura pubblicamente che non sosterrà l'impeachment. Si osserva un importante movimento di delegittimazione delle proteste nei mezzi di comunicazione imprenditoriali.

La polizia inaugura la tattica delle bandiere bianche in ogni giornata, con la frase "la pace è l'unico cammino", con un chiaro intento di indebolire le proteste, evidenziato in ognuno dei ripudiati casi di repressione nei quali i manifestanti denunciano abusi: due giovani sono stati colpiti agli occhi da proiettili di gomma della polizia e decine presentano ferite, denunciando la brutalità della polizia che colpisce direttamente al volto e alle spalle della gente. I media imprenditoriali sostengono la tattica governativa accusando il presunto vandalismo dei manifestanti. Azioni queste che ricevono il ripudio di molti e la derisione di fronte l'ipocrisia di una istituzione riconosciuta come una delle più corrotte, come quella della polizia nazionale.

In questo contesto, il Governo emette un'allerta rossa di fronte all'aumento dei casi di contagio e l'imminente implementazione della quarantena. Si annuncia il dispiegamento dei militari nelle strade. Uno scenario di indignazione collettiva dove l'unica cosa certa è che tutto il peso della crisi è caricato sulla classe lavoratrice. L'apparato della classe dominante cerca di paralizzare la rabbia cittadina.

Al di là se gli obiettivi immediati vengano raggiunti, questo episodio storico di mobilitazione del popolo paraguayano rivela la sua volontà di costruire una società diversa, nella quale non siano più tollerati l'impunità, l'ingiustizia e gli abusi del potere oppressivo. È essenziale continuare ad organizzarci per materializzarlo.


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