www.resistenze.org - popoli resistenti - pakistan - 08-07-09 - n. 281

CounterPunch, in esclusiva www.counterpunch.org/andrew06242009.html
Traduzione dall'inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
 
L'Amministrazione Obama aiuta l'ammodernamento dell'arsenale nucleare del Pakistan
 
Come gli Stati Uniti hanno segretamente sostenuto il programma nucleare del Pakistan dal primo giorno
 
di Andrew Cockburn
 
"Se accadesse il peggio, l'inimmaginabile" ha recentemente detto Hillary Clinton a Fox News, "e se l'avanzata dei talebani, incoraggiata e sostenuta da Al Qaeda e altri estremisti, fosse inarrestabile e rovesciasse il governo ... allora i talebani avrebbero accesso all'arsenale nucleare del Pakistan". Molti noteranno che gli estremisti che pongono questa inimmaginabile prospettiva sono giunti alla ribalta innanzitutto grazie agli Stati Uniti. Si occulta accuratamente che la costruzione di un arsenale nucleare - che non dovrebbe cadere nelle mani dei nostri ex alleati - è stata nel corso degli anni incoraggiata dagli Stati Uniti, ed è, ad oggi, oggetto di sostanziali aiuti finanziari e tecnici dagli USA.
 
Nel 1979, Zbigniew Brzezinski, intento nella sua guerra santa contro l'Unione Sovietica, dichiarava che la "resistenza afgana" doveva essere rifornita di denaro e armi. Ciò, ovviamente, comportava la piena collaborazione del Pakistan; cosa che, sottolineava Brzezinski: "sottende a una revisione della nostra politica verso il Pakistan: maggiori garanzie, più aiuti in armamenti, e anche, purtroppo, una politica di sicurezza estranea alla prospettiva della non proliferazione". In altre parole, il Pakistan è stato libero di proseguire la costruzione di una bomba, armando il braccio che in seguito avrebbe preso a perseguitarci. Intervistato riguardo le ambizioni nucleari del Pakistan, Ronald Reagan rispondeva "Non penso proprio sia affar nostro". Durante gli anni in cui l'infame A.Q. Khan spacciava la sua tecnologia per l’arricchimento dell'uranio, la sua spedizione era guidata da un agente della CIA, i cui comandanti non sembravano avere problemi a consentire la continuazione del commercio.
 
Ora trapela dall’interno dell’amministrazione Obama che poco è cambiato. "La maggior parte degli aiuti che abbiamo inviato loro nel corso degli ultimi anni è stata dirottata sul programma nucleare", ha confermato di recente un alto funzionario alla sicurezza nazionale dell'attuale amministrazione. La maggior parte di questi aiuti - l’anno passato la cifra si aggirava attorno ai 5,56 miliardi di dollari- è stata ufficialmente destinata al Coalition Support Funds per le operazioni militari pakistane contro i talebani. Può essere che la distrazione di questi fondi sia un terribile shock per Washington, ma il denaro è stato regolarmente consegnato senza che venisse richiesta ai pakistani una rendicontazione. Il GAO [General Accounting Office, Corte dei Conti che riferisce al Congresso USA] ha sorvolato su capitoli di spesa per una cifra che si aggira attorno a 30 milioni di dollari sborsati per strade inesistenti. Nel frattempo, come ha confermato di recente l'ammiraglio Mullen, il vicecapo di stato maggiore della Marina Usa, i pakistani hanno aumentato la loro produzione di armi nucleari.
 
Un ex funzionario della sicurezza nazionale mi ha spiegato questa noncuranza. "Vogliamo gestire (il loro programma nucleare), per essere certi che non inizino i test o una guerra". In altre parole, gli Stati Uniti aiutano i pakistani a modernizzare il loro arsenale nucleare per ottenere qualche grado di controllo. L'obiettivo ufficiale del supporto tecnico statunitense, al costo stimato di 100 milioni di dollari l'anno, è quello di rendere le armi pakistane più efficienti, per evitare per esempio che cadano una volta lanciate, e più "sicure", cioè fuori dalla portata dei nostri vecchi amici estremisti.
 
Tuttavia, nel perseguire tale obiettivo, è inevitabile che gli Stati Uniti non solo rendano le testate più affidabili, ma trasferiscano le tecnologie necessarie per la progettazione di testate più sofisticate che non necessitano di test, attraverso il sistema noto come stockpile stewardship.
 
Concepito per "testare" le armi attraverso simulazioni al computer, dopo il 1993 quando gli Stati Uniti bandirono le sperimentazioni reali, questo programma molto costoso, non solo assicura l'affidabilità (almeno in teoria) delle armi, ma ne consente lo sviluppo. In realtà, il programma non è molto più che un progetto avveniristico per i potenti laboratori nucleari di Livermore e Los Alamos.
 
"Le armi di cui non sei sicuro, è meglio che restino nei bunker", spiega Bruce Blair ricercatore espertodi politica di sicurezza, presidente del World Security Institute. "Il militare esercita sempre pressioni per dispiegare le armi, cosa che richiede adeguata preparazione". Nel 2008 Blair era stato avvicinato da militari pakistani che cercavano consigli per rendere più sicure le loro armi. Il loro scopo era chiaramente quello di rendere la loro forza nucleare "matura" e "operativa". Allo stesso modo, dice Blair, pochi anni fa, una delegazione militare indiana si rivolse al Russian Impulse Design Bureau di San Pietroburgo, allo scopo di chiedere aiuto per rendere più sicure le loro armi. "Dicevano che volevano rassicurare i loro dirigenti politici che le armi sarebbero state sufficientemente sicure per l'utilizzo."
 
L'impulso pakistano alla costruzione di armi nucleari è un inevitabile conseguenza dell'Accordo di cooperazione nucleare tra USA e India del 2008 che ha rovesciato la legge statunitense e ha dato agli indiani l'accesso alle tecnologie nucleari degli Stati Uniti, senza accennare al traffico di armi.
 
L'Accordo ha creato una falla enorme nel Trattato di non proliferazione, ma le proteste iniziali da parte delle colombe del Congresso sono state presto soffocate sotto l'assalto dell'industria degli armamenti e la lobby delle armi nucleari. Gli israeliani hanno sostenuto con rinnovato vigore Capital Hill [dove ha sede il Congresso USA]. Non a caso, i commercianti di armi israeliani, a cui è stata promessa una fetta significativa della torta, hanno ottenuto ordini da Delhi per il valore di almeno 1,5 miliardi di dollari. (L'autorevole quotidiano israeliano Haaretz riferisce di tangenti per un ammontare di 120 milioni di dollari complessivi). Un vigoroso sostegno è giunto anche dalla lobby del riscaldamento globale, guidata da Rajendra Pachauri, ingegnere indiano presidente del Intergovernmental Panel on Climate Change [Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici] e premio Nobel per la Pace condiviso con Al Gore. Anche il Dalai Lama è stato sollecitato ad usare la sua influenza con membri del Congresso suggestionabili.
 
Il successo che consegue al rovesciamento del trattato per il controllo degli armamenti da lungo tempo in vigore, che ha peraltro consentito agli Stati Uniti di stendere una mano ai pakistani, i rivali nucleari dell'India, deve essere visto come la tendenza del futuro. Invece di concentrarsi contro il programma nucleare iraniano, dovremmo essere pronti a controllare il loro progetto di ammodernamento degli arsenali esistenti.
 
Andrew Cockburn scrive sulla sicurezza nazionale e le questioni collegate. Il suo libro più recente è Rumsfeld: His Rise, Fall and Catastrophic Legacy