www.resistenze.org - popoli resistenti - pakistan - 05-12-11 - n. 388

da stopnato@yahoogroups.com - http://www.dailytimes.com.pk/default.asp?page=2011\12\04\story_4-12-2011_pg3_3
Traduzione dall'inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
 
Licenza di uccidere
 
di Andleeb Abbas
 
04/12/2011
 
Più è corrotto il governo, più debole è l'economia e maggiore è il controllo degli Stati Uniti. Così, l'attuale ruolo giocato dal PPP è tagliato su misura per la capitolazione agli Stati Uniti.
 
Quando si parla di bersaglio omicida, si pensa a Karachi. Tuttavia, i pensatori di questa formula orribile e disumana, sono gli Stati Uniti. I droni e le cosiddette cacce al bersaglio terrorista sono alla base di questa atrocità, del tutto illegittima. Gli Stati Uniti sono per lunga tradizione maestri di questa "arte", che pianificano strategicamente. La visione degli Stati Uniti come superpotenza si basa sull'esercizio della forza contro paesi più piccoli, piegandoli all'impotenza. Grenada, Panama e Vietnam in passato, Iraq e Afghanistan più di recente, sono stati laboratori sperimentali dei loro giochi di guerra. Il fatto che gli Stati Uniti non abbiano mai avuto successo in questi paesi è irrilevante, poiché il bottino di guerra in realtà è costituito dall'aumento delle vendite delle megamultinazionali industriali e dall'accesso alle risorse utili ad alimentare la sua economia. La CIA e i suoi servizi alleati tracciano il profilo dei paesi bersaglio. Ciascun profilo dei paesi da inserire nella top-list è costruito in base a criteri qualificanti che includono presupposti politici ed economici. E' fondamentale sul piano politico, la presenza di un governo instabile, minato nella credibilità, dalla corruzione e dalla cattiva amministrazione. La leadership di questi paesi è ossessionata dai privilegi personali ed è pronta a qualsiasi negoziazione per perpetuare il suo potere. Economicamente, questi paesi sono soggetti a enormi deficit, dipendono dagli aiuti sostenuti dagli statunitensi e sono costantemente sull'orlo del fallimento. Un'ulteriore attrattiva potrebbe essere la scarsità di risorse naturali che forniscono il petrolio per le industrie americane.
 
Il Pakistan si adatta mirabilmente a questo profilo. Per decenni, i suoi governi autocratici e democratici sono stati formati con il consenso della Casa Bianca, e una volta insediati hanno aderito in pieno ai criteri di profilatura USA. Dal Generale Ziaul Haq al generale Musharraf, da Benazir Bhutto a Nawaz Sharif, il destino del Pakistan è legato agli umori di Capitol Hill. Le giustificazioni addotte dai nostri leader per questo asservimento hanno spaziato dai benefici per il paese nel lungo periodo alla costrizione delle minacce in caso di mancata collaborazione con gli Stati Uniti. Ciascun governo che si è susseguito, accampando vari pretesti, ha dato l'impressione che la vita senza gli Stati Uniti fosse impossibile. Più è corrotto il governo, più debole è l'economia e maggiore è il controllo degli Stati Uniti. Così, l'attuale ruolo giocato dal PPP [Pakistan People’s Party dell’ex premier Benazir Bhutto] è tagliato su misura per la capitolazione agli Stati Uniti. Lo scorso anno ha visto un degrado incredibile nella governance e nella performance del governo. Le imprese statali sono crollate, il commercio e gli affari duramente colpiti e l'ordine pubblico inesistente. Gli Stati Uniti si sono arrogati sempre maggiori libertà nell'ingerenza sul Pakistan: a partire da Raymond Davis, sfilato da sotto il naso del nostro sistema giudiziario, passando per Osama ucciso sul nostro territorio, per finire con l'uccisione di 24 dei nostri soldati a opera della NATO. Le sue incursioni sono state fortemente incoraggiate dall'inconsistenza del governo.
 
Le relazioni Pak-USA sono diventate estremamente unilaterali. Gli Stati Uniti hanno chiesto sempre di più dal Pakistan. Musharraf ha dato la base aerea di Shamsi agli Stati Uniti: le immagini di Google map mostrano una base molto ben sviluppata, alquanto idonea ad ospitare sofisticati bombardieri, ecc. Il mistero della base data in affitto agli Emirati Arabi e poi da loro subaffittata agli Stati Uniti è un esempio di situazioni dubbie, destinate a portare vantaggi ingiusti allo sfruttatore USA. Il governo ha ora imposto la data dell'11 dicembre come scadenza perché gli Stati Uniti lascino la base. Tuttavia, sappiamo bene, che le scadenze non impressionano gli Stati Uniti, abituati dalle minacce a vuoto del governo che tratta con scarso riguardo. Al contrario, gli Stati Uniti si accertano che le loro minacce siano prese molto sul serio. Il recente inasprimento dei rapporti tra i due paesi deriva dalla minaccia al Pakistan di un'azione militare se non avesse agito contro la rete Haqqani. L'attacco NATO alle nostre forze è il risultato per non aver ascoltato i loro avvertimenti. L'incidente dimostra l'assoluta fiducia degli Stati Uniti nella loro capacità di cavarsela sempre, data la speciale licenza di uccidere dei suoi leader. Gli Stati Uniti hanno schernito lo sdegno dei pakistani e adottato ritorsioni con ulteriori schermaglie NATO lungo il confine. Un'altra scoperta è stata che a parte Shamsi, anche la pista di atterraggio di Shahbaz è sotto controllo USA. Quante altre basi siano a disposizione degli Stati Uniti per bombardare l'Afghanistan e il Pakistan è un mistero, nessuno sembra averne la minima idea. Interrogato su Shahbaz, il nostro ministro della difesa ha detto che Shahbaz è una questione da trattare in seguito. Quando? Dopo che centinaia di altri nostri uomini innocenti saranno abbattuti?
 
Questa impotenza del nostro governo è spaventosa. Sono sempre saltati sul carro degli Stati Uniti con l'aspettativa di esser ripagati profumatamente per i servizi resi. Ma il compenso non è che una manciata di noccioline rispetto all'enormità della spesa per combattere un'inutile guerra al terrore. I pakistani hanno visto innocenti sacrificati alla cupidigia degli uomini incaricati della cosa pubblica. Il governo è terrorizzato che questa violazione degli Stati Uniti possa dar luogo a invasioni casuali per infliggere una lezione per l'inadeguatezza dei servizi resi dal Pakistan. La filosofia del governo sembra essere che se non si è in grado di gestire una crisi, bisogna crearne una più grande. Per far impallidire l'orrore di "memogate" [lo scandalo politico-diplomatico con protagonista l'ex ambasciatore negli USA Husain Haqqani, ndt], era necessario un diversivo su larga scala come gli attacchi della NATO. Tuttavia, la gente ha la memoria lunga. Ha un nuovo argomento su cui riflettere ma non potrà mai dimenticare l'angoscia e l'imbarazzo davanti l'opinione pubblica mondiale per la (presunta) immaturità dei nostri leader nel gestire la crisi. Perché gli Stati Uniti ci prendano sul serio, abbiamo bisogno di una leadership sincera, con un unico punto in agenda: rilanciare l'economia ed educare le masse per diventare indipendenti economicamente, mentalmente e spiritualmente. Tale libertà di pensiero e di spirito porterà alla cancellazione di qualsiasi licenza degli Stati Uniti di creare il caos politico ed economico in Pakistan.
 
 

Resistenze.org     
Sostieni una voce comunista. Sostieni Resistenze.org.
Fai una donazione o iscriviti al Centro di Cultura e Documentazione Popolare.

Support a communist voice. Support Resistenze.org.
Make a donation or join Centro di Cultura e Documentazione Popolare.