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Continua la crisi alimentare in Pakistan. 11 morti in incidenti

Peoples Dispatch | peoplesdispatch.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

31/03/2023

Mentre l'inflazione in Pakistan supera il 47%, il panico si diffonde tra la popolazione. I prezzi dei generi alimentari sono saliti per l'undicesimo mese consecutivo e si è registrata la carenza di diversi prodotti di base.


La polizia cerca di tenere sotto controllo la distribuzione gratuita di farina (Foto: White Star / M. Arif via Dawn)

In seguito alle calamità naturali, sono morte 11 persone in quattro distretti della provincia pakistana del Punjab nella ressa per la distribuzione gratuita di farina da parte del governo.

Il 28 marzo, due donne anziane e un uomo avevano già perso la vita a causa della calca nel sud del Punjab, mentre altre 60 persone sono rimaste ferite, come riporta The Indian Express. Le persone disperate, stavano aspettando in lunghe code fuori dai negozi governativi a Faisalabad, Multan e Jehanian, quando sono state manganellate dalla polizia, provocando il caos.

La prolungata crisi politica ed economica del Pakistan ha provocato un'acuta carenza di beni di prima necessità. I prezzi dei generi alimentari nel Paese sono aumentati per l'undicesimo mese consecutivo e l'inflazione ha superato il 47%, secondo l'Ufficio statistico pakistano.

Fattori come l'aumento dei prezzi del carburante, l'incremento dei costi energetici e la svalutazione della rupia pakistana hanno reso la vita insopportabile per i più poveri del Paese. I prezzi della farina di grano sono aumentati del 120% rispetto all'anno precedente. Secondo quanto riferito da Geo News, i prezzi della farina di grano hanno raggiunto i massimi storici, facendo salire l'inflazione settimanale dell'1,8% nell'arco di sette giorni, prendendo come riferimento la settimana conclusa con il 23 marzo.

Si stima che l'80% dei raccolti del Pakistan sia stato danneggiato dalle inondazioni dello scorso anno, che hanno sommerso un terzo del Paese. Mentre il Paese stava ancora soffrendo per le conseguenze delle devastanti inondazioni, le riserve di valuta estera della Banca di Stato del Pakistan sono scese al minimo a marzo, a 4,6 miliardi di dollari, sufficienti solo a sostenere il costo di un mese di importazioni.

La valuta nazionale ha subito una svalutazione del 54% negli ultimi 12 mesi. Il tasso di inflazione è anche molto più alto rispetto ai vicini Bangladesh (8,6%), India (6,5%) e Afghanistan (5,2%), secondo l'ultimo rapporto del Programma alimentare mondiale (PAM).

Secondo il rapporto del PAM, i prezzi dei cereali di base, dei legumi e degli altri prodotti alimentari continuano ad aumentare. A gennaio 2023, rispetto a giugno 2022, il prezzo delle cipolle è aumentato del 220%, quello della farina di grano del 74%, quello del riso del 68%, quello dei legumi del 65% e quello del latte del 39% nei mercati delle aree colpite dalle alluvioni. Anche il prezzo del gas da cucina è aumentato dell'8% e quello della benzina dell'11,1%.

"Il prezzo del grano e della farina di grano ha continuato ad aumentare nel Paese a causa di vari fattori, tra cui la scarsa disponibilità di grano prodotto da privati, l'accaparramento e il profitto", conclude il rapporto.

Nel frattempo, il governo del Primo Ministro Shehbaz Sharif è stato accusato di aver saccheggiato l'economia del Paese e di non aver affrontato l'attuale crisi. Il governo si trova inoltre alle strette nel tentativo di trovare un equilibrio nei negoziati sulle garanzie di finanziamento esterno e sulle misure di austerità stabilite dal FMI prima di poter ricevere la prossima tranche del pacchetto di salvataggio da 6,5 miliardi di dollari che il Paese si è assicurato nel 2019.


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