www.resistenze.org - popoli resistenti - polonia - 22-10-18 - n. 687

Protesta del Partito Comunista di Polonia contro la distruzione del monumento dei soldati sovietici a Varsavia

Partito Comunista di Polonia (KPP) | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

21/10/2018

Il Partito Comunista di Polonia (KPP) desidera esprimere la sua massima indignazione per la distruzione del monumento che commemora i soldati dell'Armata Rossa situato nel Parco Skaryszewski a Varsavia. Il monumento fu eretto nel luogo in cui vennero sepolti i soldati caduti nel 1944 durante la liberazione del distretto di Praga [quartiere di Varsavia, ndt]. Gli abitanti di questo distretto hanno considerato per anni il monumento come parte integrante del Parco e la stragrande maggioranza di loro ha voluto preservarlo. È l'ultimo monumento commemorativo della liberazione di Varsavia al di là del cimitero-mausoleo dei soldati sovietici.



Le autorità della Polonia hanno riscritto e falsificato la storia. E' stata istituita un'istituzione speciale per questo scopo: l'Istituto della memoria nazionale. Per raggiungere questi fini è stata adottata la speciale "legge sulla decomunistizzazione" che obbliga le autorità locali di autogoverno ad abbattere tutti i monumenti legati al comunismo, compresi i monumenti dei soldati sovietici. Tuttavia, non è possibile nascondere l'ovvio fatto che nel 1944-1945 la Polonia fu liberata dall'Armata Rossa insieme ai soldati dell'esercito polacco che combattevano al suo fianco. Durante la campagna che portò alla liberazione del territorio dell'attuale Polonia, perirono più di 600 mila soldati sovietici. A loro, i polacchi devono il salvataggio dal totale sterminio fisico pianificato dai nazisti tedeschi.

Contrariamente alle precedenti dichiarazioni sull'intenzione di spostare il monumento in un altro sito, è stato demolito. La decisione sulla demolizione è stata presa dai funzionari del Comune di Varsavia, cioè persone affiliate alla Piattaforma Civica. Dimostra chiaramente che la cosiddetta "opposizione democratica" non ha nulla da obiettare alla politica di riscrittura della storia del partito al governo Diritto e Giustizia (PiS). Le autorità locali in altre città che si opponevano alla pressione per la distruzione di monumenti commemorativi e altri siti simili sono state in grado di trovare i mezzi appropriati per salvarli.

La distruzione di monumenti è un esempio di barbarie che può essere paragonato a quanto fatto dai talebani o dallo Stato islamico, che hanno rimosso tutti i segni storici non adatti alla loro ideologia. Ma la verità storica non può essere spinta nel dimenticatoio con l'uso del martello pneumatico.


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