www.resistenze.org - popoli resistenti - polonia - 16-06-19 - n. 716

No alle repressioni per l'attività comunista!

Partito Comunista di Polonia (KPP)  | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

14/06/2019

Il 12 giugno a Varsavia, davanti alla sede del Parlamento, si è tenuto un presidio per protestare contro la modifica del codice penale che prevede la criminalizzazione dell'attività comunista. L'azione è stata organizzata dal Partito comunista polacco e dall'organizzazione Storia Rossa (volta a preservare la memoria del movimento operaio).

Nel discorso di apertura il rappresentante di Storia Rossa ha informato delle minacce derivanti dall'art. 256 del codice penale, che saranno utilizzate per criminalizzare i movimenti sociali e di protesta, per intimidire le persone con la minaccia di persecuzione penale per opinioni politiche o anche se esibiscono abiti con simboli comunisti o per l'organizzazione di conferenze scientifiche. Per le autorità, la lotta contro il fascismo è solo una scusa per infliggere pene agli oppositori politici. Esistono già misure legali sufficienti per sciogliere i gruppi fascisti. L'oratore ha considerato che "i governanti, se vogliono combattere fascismo, razzismo e odio, smettano di sostenerlo, smettano di sponsorizzare marce e incontri che glorificano gli autori di crimini di guerra, pulizia etnica, smettano di finanziare organizzazioni che si dicono patriottiche ma che nei fatti sono formazioni neofasciste."

Il rappresentante del Partito Comunista di Polonia ha dichiarato che l'art. 256 è uno strumento della lotta politica. Ha ricordato che 10 anni fa vi fu già il tentativo di modificare questo articolo quando le autorità avevano cercato di imporre il divieto dei simboli comunisti, divieto sventato poi dalla Corte costituzionale. L'oratore ha osservato che le attuali modifiche rappresentano un'ulteriore inasprimento della legge a vari livelli poiché cita il comunismo tra "i sistemi totalitari", mette fuori legge la promozione dell'ideologia comunista, il possesso di simboli o stampe o qualsiasi altra cosa del contenuto menzionato e aumenta la reclusione conseguente fino a 3 anni. Ha anche sottolineato che negli ultimi anni questo articolo è stato più volte interpretato e utilizzato per combattere il PCP. Il processo ai componenti del comitato editoriale di Brzask, durato 3 anni e mezzo, ne è un esempio.

Il rappresentante del PCP ha dato notizia delle proteste internazionali davanti alle ambasciate polacche e delle dichiarazioni inviate. Estratti delle lettere di protesta dei partiti stranieri e delle organizzazioni giovanili, sono stati letti durante il presidio.

Il giornalista che ha parlato per ultimo, ha ringraziato i manifestanti per il loro coraggio e per l'intransigenza nella difesa della libertà di parola e dell'attività politica. Ha anche richiamato l'attenzione che la resistenza sociale contro la decommunizzazione dei nomi delle strade, che ha portato al ripristino dei toponimi precedenti, non sarebbe stata possibile se fosse stato in vigore l'articolo 256 del codice penale. Ha osservato che la disposizione sul "divieto dell'ideologia comunista" viene introdotta con un unico obiettivo: impedire la promozione di una visione diversa della storia polacca, un'altra visione di società, un diverso sistema di valori rispetto a quello attuale.

I partecipanti alla manifestazione hanno annunciato ulteriori proteste contro la nuova legge anti-comunista.


Resistenze.org     
Sostieni Resistenze.org.
Fai una donazione al Centro di Cultura e Documentazione Popolare.

Support Resistenze.org.
Make a donation to Centro di Cultura e Documentazione Popolare.