www.resistenze.org - popoli resistenti - panama - 15-05-12 - n. 409

da www.rebelion.org/noticia.php?id=149449
Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
 
Salva la Selva
 
Banche europee finanziano la distruzione della foresta a Panama
 
di Guadalupe Rodríguez
 
12/05/2012
 
Oltre al famoso canale, Panama possiede una ricchezza culturale ed ecologica eccezionale. La selva degli indigeni Ngäbe è un paradiso per anfibi e rettili. Grandi interessi economici pretendono di allagarne una parte per produrre cosiddetta energia "pulita". Due banche europee, una tedesca e un'olandese si uniscono alla Banca Centroamericana d'Integrazione Economica per finanziare l'opera.
 
Gli Ngäbe, danneggiati dalla realizzazione del progetto idroelettrico Barro Blanco, si oppongono radicalmente all'installazione d'impianti idroelettrici nella loro regione e nei territori annessi, e non vogliono che siano costruiti nel modo più assoluto.
 
Salva la Selva ha iniziato una protesta internazionale chiedendo che si ritiri il finanziamento tedesco al progetto. Anche le altre banche devono ritirarsi.
 
La selva degli Ngäbe custodisce una grande biodiversità. La catena montuosa del Tabasará nella provincia Chiriquí è un paradiso per anfibi e rettili, molti dei quali esistono unicamente in questo luogo e sono in via d'estinzione. Tra essi la rana azzurra del Tabasará, che vive esclusivamente sulle sponde del fiume che verranno inondate dal bacino artificiale.
 
Il territorio Ngäbe è riconosciuto legalmente dal Governo di Panama come proprietà collettiva. Ma gli indigeni non hanno dato il loro consenso al progetto idroelettrico. Almeno due morti, oltre un centinaio di feriti e arrestati ed altri abusi ancora sono stati il triste saldo delle manifestazioni del febbraio 2012, contro i progetti idroelettrici ed estrattivi nel territorio Ngäbe-Buglé.
 
Il progetto Barro Blanco, è fortemente messo in discussione a Panama per questioni di corruzione. Nello Studio d'Impatto Ambientale (EIA) originale, la popolazione Ngäbe non è mai stata consultata. Dopo la concessione, i responsabili hanno deciso unilateralmente di aumentare il volume del bacino artificiale, senza svolgere le relative consultazioni, né redigendo un nuovo EIA, come richiede la legge.
 
Il costo dell'opera è di 120 milioni di dollari. Tre banche di "sviluppo" ne hanno approvati 25 di finanziamento al progetto: la Deutsche Investitions und Entwicklungsgesellschaft GmbH (DEG), la Netherlands Development Finance Company (FMO) e la Banca Centroamericana d'Integrazione (BCIE). Tanto le banche quanto l'impresa GENISA si fanno forti del discusso EIA, in cui i conflitti e la popolazione colpita sono menzionati appena. Inoltre, si giustificano servendosi di molteplici "standard", senza senso né significato alcuno per i popoli indigeni.
 
Il progetto Barro Blanco
 
Raúl Moreira, presidente dell'ordine degli Economisti di Panama, sottolinea "l'esistenza di una maggiore offerta (di energia elettrica) rispetto alla domanda". Un'indagine della Banca Interamericana di Sviluppo (BID) condotta nel 2008, determinò che il 98% dell'acqua che scorre in un solo fiume, il Chiriquí Viejo, è stata data in concessione per uso idroelettrico, restando libero per altri usi solo il 2 %.
 
Ciò nonostante l'impresa di costruzione GENISA, di un gruppo economico centroamericano, vuole realizzare un impianto idroelettrico da 28MW nella valle del fiume Tabasará, nella provincia Chiriquí. L'energia elettrica sarebbe destinata al sistema nazionale di energia. Il progetto consiste in una diga di sbarramento di 55 m d'altezza nel suo punto più alto e di 360 m di larghezza; un bacino artificiale di 2, 58 Km che comprenderebbe per lo meno 6, 68 ettari di aree annesse al territorio Ngäbe-Bugle; una saracinesca d'acciaio per il passaggio dell'acqua verso la centrale energetica con tre turbine e tre generatori, un canale di scarico che restituirà l'acqua al fiume, una sottostazione ed una linea di trasmissione di 1 Km che condurrà l'energia alla rete nazionale. Nel luogo della diga, il fiume è largo 20 m. La superficie di terre e fiume coinvolta dal progetto sarà di almeno 258 ettari. In aggiunta si costruiranno 1, 23 km di strada d'accesso dalla Panamericana.
 
Tutti i soggetti coinvolti nel progetto - impresa costruttrice, governo, autorità locali - sono stati aspramente posti in questione, come anche le Nazioni Unite, per aver approvato il progetto secondo il Meccanismo di Sviluppo Pulito MDL (modello di compensazione del carbonio dell'ONU), argomentando che l'energia ottenuta sarà "sostenibile" e "pulita".
 
Niente di più distante dalla realtà. "La popolazione indigena e contadina si trova di fronte allo sradicamento e alla perdita dei beni e delle fonti di sostentamento, sia direttamente a causa dell'inondazione, sia per i cosiddetti progetti di rimboschimento dell'impresa costruttrice. Questi progetti consistono essenzialmente in abbattere preziosi alberi centenari che si trovano lungo le sponde del fiume, e ripiantumare alle falde dei pendii specie non native di tek ed altri legni commerciali. La popolazione sarà di fatto fatta trasferire forzatamente, poiché saranno espropriati" denuncia Óscar Sogandares di Chiriquí Naturale.
 
Che cosa posso fare io?
 
L'organizzazione Salva la Selva ha iniziato una protesta on-line diretta alla banca tedesca di sviluppo DEG. Oltre 20.000 persone si sono già unite alla protesta con la loro firma, chiedendo che si ritiri il finanziamento al progetto. Il modello di lettera cui chiunque lo desideri può aderire con un semplice click, si trova su:
 
https://www.salvalaselva.org/mailalert/872/bancos-europeos-financian-destruccion-de-selva-y-rios-en-panama
 
Ulteriori informazioni:
Si può vedere un servizio di Al Jazeera sul conflitto: http://www.aljazeera.com/programmes/peopleandpower/2012/03/20123208464402131.html
 

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