www.resistenze.org - popoli resistenti - portorico - 08-02-11 - n. 350

da Rebelion.org - www.rebelion.org/noticia.php?id=122018
Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
 
Si riaccende la protesta universitaria a Puerto Rico
 
NCM Noticias
 
08/02/11
 
Unità antisommossa, armate di scudi e sfollagente, lacrimogeni e armi di diverso calibro – incluse armi d’assalto - hanno dovuto ritirarsi di fronte ad un’incontenibile manifestazione studentesca ingrossata da una colonna di lavoratori, gruppi politici e civili in un nuovo scoppio dello sciopero universitario.
 
Mentre le forze poliziesche si ritiravano, nel campus principale dell’Università di Puerto Rico, dall’altra parte della città, gli studenti penetravano nel mezzo di una riunione del Consiglio direttivo universitario che si svolgeva nel Recinto de Bayamón, dove portavano le loro proteste.
 
Come se questi fatti non fossero insuccessi già abbastanza gravi per il governatore Luis Fortuño, che cerca in ogni modo di restringere i diritti civili, il giudice di prima istanza Rebecca de León ha invalidato - perché incostituzionali - i processi sommari contro gli studenti in sciopero, e pure il decreto del rettore Ana Guadalupe, che aveva proibito fin dall’inizio ogni manifestazione pubblica all’interno dell’Università.
 
La sconfitta per il governo è avvenuta il primo giorno della terza fase dello sciopero universitario cominciato a metà dicembre e che molti davano già per morto. Al contrario, mille universitari hanno sfilato per il campus scandendo slogan fino all’arrivo delle forze antisommossa, gli SWAT, che nelle loro uniformi nere stavano per lanciarsi alla carica contro gli studenti quando è sopraggiunta una colonna di “settoriali” composta da lavoratori sindacalisti – provenienti da unioni portoricane come da filiali di centrali statunitensi – gruppi politici e civili di varia natura che si è interposta impedendo la carica poliziesca.
 
Questa forza dimostrata dal movimento studentesco e i suoi alleati complica il panorama generale delle proteste, in un momento reso delicato dallo scontro fra i comuni della Cordillera Central e la costa nord per il progetto di un gasdotto, oltre alla scadenza dei contratti di circa centomila lavoratori portoricani.
 
Le nuove leggi che criminalizzano le proteste studentesche sono apertamente rifiutate dagli studenti che già in altre occasioni hanno respinto le forze poliziesche, le stesse che dopo i fatti di violenza brutale consumatisi fra aprile e giugno sono state mandate ad addestrarsi con la polizia di New York. Il risultato è stato che gli agenti hanno usato sistematicamente tecniche di tortura sugli studenti arrestati durante attività di disobbedienza civile pacifica.
 
Il caso più grave si è verificato il mese scorso, contro gli studenti che manifestavano con un sit-in in Avenida Constitución, dove gli agenti – risulta in un video – hanno molestato pesantemente una ragazza che avevano catturato. Gli incidenti scoppiati nei momenti seguenti sono stati documentati dal vivo da uno dei giornalisti caricati dalla polizia appartenente all’emittente WAPA, una delle principali del paese, seppure di linea editoriale annessionista.
 
Gli studenti che lanciavano oggetti e resistevano alle cariche sono stati poi caricati selvaggiamente dagli agenti in evidente stato di alterazione, i quali usavano proiettili di gomma e lacrimogeni. Per mettere freno alla loro furia, una suora si è lanciata davanti agli agenti che stavano dando la caccia a dei dimostranti rifugiatisi in una scuola cattolica.
 
L’abuso nei confronti della ragazza ha provocato la protesta di gruppi femministi e del Movimento delle Donne, che ha riunito centinaia di simpatizzanti per protestare di fronte al Quartier Generale della Polizia. Pure il Comando della polizia ha preso le distanze dai fatti e ha annunciato la sospensione di almeno una tecnica di tortura, quella consistente nello strozzare il collo del malcapitato. La confederazione delle Associazioni dei professori (CONAPU) aveva già presentato denuncia contro i poliziotti che avevano usato le torture per la violazione dell’articolo 306 del Codice Penale, che definisce la tortura un crimine di “lesa umanità”.
 
Sempre la CONAPU ha poi deciso di presentare la denuncia anche di fronte la divisione dei diritti civili del Dipartimento di Giustizia degli USA, che sta investigando da mesi sulla Polizia Nazionale portoricana.
 

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