Note sulla conferenza del CIP [Confindustria portoghese] realizzata il 1° luglio 2016
Daniel Vaz de Carvalho | resistir.info
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
05/07/2016
1. Oratori
Elementi di Business Europe; rappresentanti delle organizzazioni padronali provenienti da Francia, Spagna, Lussemburgo, Germania; dirigenti d'azienda; persone collegate al CIP; i deputati Maria João Rodrigues (PS) e José Manuel Fernandes (PSD); gli esponenti del governo M. Centeno (in sostituzione di A. Costa), Caldeira Cabral, A. Santos Silva. Ha diretto i lavori il giornalista Paulo Ferreira.
2. Tema generale
Gli oratori hanno incentrato i loro interventi essenzialmente sulla Brexit (fuori dall'ordine del giorno), sulla digitalizzazione dell'industria come il futuro del settore in "Europa" (solo eccezionalmente hanno parlato di UE...), incentivi agli investimenti e sulle questioni del lavoro (tema ricorrente anche al di la degli interventi).
3. La Brexit
Praticamente tutti i relatori pensavano di avere l'obbligo di condannare i britannici ( "gli inglesi") per l'esito del referendum. Si è parlato della campagna "mistificatoria" della Brexit. Ma le persone "colte", le "nuove generazioni", i "più qualificati" hanno votato "sì". Il "no" sarebbe giunto dalla gente "ignorante", "stupida", ecc. Indipendentemente dalle ripetute critiche su cui i media hanno riferito, era chiaro il disagio causato dalla democrazia ai burocrati e ai loro mentori.
4. La digitalizzazione dell'industria
L'allegato 1 presenta il concetto di reindustrializzazione e di politica industriale per il XXI secolo, sulla base della "digitalizzazione dell'industria". Si tratta di trasportare in formato digitale ciò che è fisico. Si prevede di utilizzare le più avanzate tecnologie informatiche, della comunicazione e della localizzazione (TICL), la robotica, ecc.
Così la progettazione, la produzione, il controllo qualità, lo stoccaggio, la spedizione, la gestione potrà essere eseguita collegando reti di computer in diverse parti o paesi subappaltatori o esecutori "altamente qualificati".
Carlos Moedas dice che in questo modo ci saranno in cinque anni in "Europa" 110 miliardi di euro di "riduzione dei costi". Tutto questo è presentato come un grande vantaggio per il "consumatore", offrendo opportunità per l'innovazione, le piccole serie, la maggiore importanza data ai dettagli per i gusti del cliente, per esempio nelle auto di alta gamma e nell'equipaggiamento di lusso.
Le opportunità sono accompagnate dalle minacce, "la rivoluzione tecnologica avrà un impatto negativo su coloro che sono in ritardo."
È un processo "dall'intervento umano minimo", dove la "fabbrica" è dispersa e non c'è una concentrazione di lavoratori. In ogni caso, la speranza è di raggiungere la fabbrica capitalista ideale, quella senza lavoratori.
5. Investimenti privati
L'allegato 2 mostra le 10 proposte del CIP per la crescita economica necessaria e la risoluzione del problema della disoccupazione. In sostanza, su queste proposte sono stati basati gli interventi.
Il tema della "fiducia" è stato ricorrente. L'investimento "non può essere decretato" è necessario creare "fiducia". Più fiducia, un minor numero di regolamentazioni, meno normativa CE e meno tasse. Maria João Rodrigues punta alla "unione bancaria" come un modo per affrontare la mancanza di investimenti nella zona euro e la ricapitalizzazione delle banche, avendo "un mercato unico dei capitali." Mira Amaral ha dichiarato che per risolvere i problemi dell'industria portoghese non basta il 4.0 [acronimo per Quarta rivoluzione industriale]; che solo il 2% dei dottorati lavorano nel "business". Il CIP sta preparando un nuovo programma industriale.
6. Questioni del lavoro
La 10° proposta del CIP, concentrata sulle questioni del lavoro, considera "essenziale preservare le riforme attuate negli ultimi anni al fine di migliorare la competitività delle imprese e la loro capacità di adattamento ai cambiamenti del mercato e giungere a nuove misure per migliorare questo obiettivo". Ritiene irreversibili i cambiamenti del Diritto del lavoro del 2012.
Per Silva Peneda "è ovvio che cosa accadrà nel mercato del lavoro: solo il 25% dei posti di lavoro creati sono contratti a tempo indeterminato e la tendenza è di abbassarli". Si pretende di avere personale qualificato e flessibile, ma con persone concentrate nella produzione di massa. "I sistemi sociali sono inadeguati: dovrebbero concentrarsi sull'individuo e non sulla professione".
La rivoluzione tecnologica sarà servita da "occupazioni non routinarie" che raggiungeranno il 50% dei lavoratori, le altre professioni dovranno affrontare "la disoccupazione e la disuguaglianza salariale". Il "non routinario" consiste in un lavoratore oggi a tempo pieno, poi a tempo parziale: oggi in una impresa, domani in un'altra; oggi dipendente, domani...
Per Gonçalo Lobo Xavier (Comitato economico e sociale europeo, CESE, nel CIP), "la flessibilità del lavoro è una virtù". "Non c'è settimana in cui non ci siano scioperi in Francia o in Belgio". Ha citato un "sindacalista greco" che ha impiegato 12 ore per andare da Atene a Bruxelles a causa degli scioperi: "Sono stufo di questi sindacati". Il rappresentante del MEDEF (Francia) ha detto che la gente vuole la sicurezza e l'occupazione, "nulla di più". Il fascismo non saprebbe dirlo meglio...
In sintesi si prevede che "il mercato del lavoro" debba essere preparato per la rivoluzione tecnologica e l'innovazione. Il concetto di sicurezza nell'impiego degli "anni 50 e 60" (?!) Deve essere sostituito dalla "flexicurity". "Ai sindacati non piace questo film". Il rapporto con il lavoro deve essere molto diverso dal passato.
7. Questioni dell'UE
La rivoluzione tecnologica dovrebbe avere un approccio globale a livello europeo. Ma l'investimento andrebbe fatto pensando alla globalizzazione (leggasi: ignorando le esigenze nazionali). Se "completare la costruzione dell'Europa" sembrava essere un'idea generale, essa non cessa di produrre molte differenze. Così il rappresentante francese dice che l'UE deve fare meglio di ogni paese sennò l'idea dell'UE nelle persone scompare. Mira Amaral aggiunge che la politica monetaria non può risolvere i nostri problemi.
8. Come conclusione
Le contraddizioni sono più che evidenti in tutti i discorsi: la società inclusiva e la flessibilità; la flessicurezza e le regole di bilancio, ecc. Burocrati e capitalisti ritengono, tuttavia, che la difficoltà più grande per i loro piani sia il sindacalismo di classe. La cosa più scioccante è che per questa gente non esistono persone dotate di volontà e aspirazioni. Nei loro piani dobbiamo essere una sorta di "plastilina" plasmata a gusto di esseri superiormente illuminati. Come diceva il salazarismo: "Sappiamo ciò che è meglio per il Portogallo e i portoghesi".
Anche fascismi si presentavano come "modernità". Ma come il passato ha già dimostrato tempo fa, nessuna "rivoluzione tecnologica" ha salvato il capitalismo dalle sue contraddizioni e crisi.