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L'eroismo, le lezioni e l'eredità del 18 gennaio 1934

Gustavo Carneiro | odiario.info
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

19/01/2024

"Ci sono eventi che il tempo non può cancellare. L'insurrezione operaia del 18 gennaio 1934 - oggi esattamente 90 anni fa - è senza dubbio uno di questi. Innanzitutto per ciò che ha significato in termini di azione rivoluzionaria audace e coraggiosa contro il fascismo". Il 25 Aprile è fatto anche di quel gennaio.



Ci sono eventi che il tempo non può cancellare. L'insurrezione operaia del 18 gennaio 1934 - esattamente 90 anni fa - è senza dubbio uno di questi. Innanzitutto per l'audace e coraggiosa azione rivoluzionaria contro il fascismo.

A partire dalla sfida all'estinzione del libero sindacalismo e alla fascistizzazione dei sindacati, sancita dallo Statuto Nazionale del Lavoro, un quadro "legale" copiato dalla Carta del Lavoro di Mussolini, entrato in vigore all'inizio dell'anno, le rivendicazioni che la sostenevano andavano ben oltre: l'aumento dei salari, la giornata lavorativa di 8 ore, la fine della repressione e la difesa delle libertà, il rovesciamento della dittatura.

A differenza delle precedenti rivolte guidate da repubblicani o da settori militari scontenti, lo sciopero generale rivoluzionario del 18 gennaio 1934 fu opera della classe operaia, unita per la prima volta in un fronte unico composto dalla CGT (anarco-sindacalista), dalla CSI (vicina al PCP) e dalla FAO (di tendenza socialista). La breve durata di questa unità non ne sminuisce l'importanza.

Perché Marinha Grande?

La giornata si è sentita in varie parti del Paese (Lisbona, la riva sud del Tago, Sines, Silves, Coimbra, Porto, ecc.), con manifestazioni, arresti, azioni di sabotaggio e scontri con le forze repressive, che hanno rapidamente preso il controllo della situazione. A Marinha Grande, invece, le cose sono andate diversamente, sia per la portata del movimento che per il grado di organizzazione mostrato.

Con un proletariato numeroso ed esperto in molteplici battaglie di classe, Marinha Grande disponeva di una potente organizzazione del PCP (di gran lunga la tendenza rivoluzionaria più radicata tra i lavoratori del vetro). Nei mesi precedenti si moltiplicarono gli scioperi e le manifestazioni. Non c'era fabbrica che non avesse una cellula del Partito e la Gioventù Comunista godeva di un forte prestigio tra gli apprendisti.

Isolato, il Soviet di Marinha Grande resistette eroicamente per alcune ore. Alla fine fu schiacciato da una brutale repressione che coinvolse la polizia e le forze armate. L'elevato numero di arresti e licenziamenti, i processi sommari, le pesanti condanne, le deportazioni e l'assalto a ciò che restava delle organizzazioni sindacali furono la norma nei giorni e nelle settimane che seguirono la rivolta operaia.

Dei 152 prigionieri che due anni e mezzo dopo aprirono il campo di concentramento di Tarrafal, 57 avevano preso parte alla rivolta del 18 gennaio. Tra i morti vi furono i comunisti di Marinhão Augusto Costa e António Guerra. Altri due, Francisco da Cruz e Manuel Carvalho, subirono la stessa sorte, il primo nella fortezza di Angra do Heroísmo e il secondo nell'ospedale di Leiria, in seguito ai maltrattamenti inflitti loro durante la prigionia.
Questo è stato il fascismo e nessun revisionismo storico potrebbe dipingerlo con colori più felici...

Lezioni preziose

Come spesso accade nella storia della lotta degli oppressi per la loro emancipazione (basti ricordare la Comune di Parigi), a volte è dalle sconfitte che si traggono le lezioni più preziose. Il 18 gennaio 1934 fu uno di questi eventi.

Lo slogan dello sciopero generale rivoluzionario si rivelò fuori luogo in un momento in cui il fascismo si stava affermando (in Portogallo come altrove in Europa) e, con esso, i metodi dell'azione diretta: la sconfitta del fascismo in un colpo solo si confermò - drammaticamente - un obiettivo irrealistico; il coraggio da solo non basta a vincere un nemico potente.

Il fallimento dell'insurrezione, dovuto in gran parte a queste illusioni, non cancella l'eroismo e la determinazione dei lavoratori in rivolta, fossero essi comunisti, anarchici o socialisti. E ha permesso al movimento operaio portoghese di apprendere preziose lezioni di tattica, strategia e organizzazione, che gli sono state molto utili negli anni successivi - sotto la guida del PCP, che dal 18 gennaio in poi si è affermato come il partito della classe operaia e la grande forza trainante della resistenza antifascista.

Ma non è solo il passato che viene onorato quando ricordiamo l'eroica giornata del 1934. È anche il presente in cui combattiamo e il futuro che costruiremo: resistere al fascismo in tutte le sue espressioni, combattere lo sfruttamento e l'oppressione, affermare la libertà e i diritti conquistati in Aprile. Quell'aprile era anche quel gennaio.

Fonte: https://www.avante.pt/pt/2616


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