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Dichiarazione della KSM dopo le elezioni parlamentari in Repubblica Ceca

Unione della Gioventù Comunista della Repubblica Ceca (KSM) | ksm.cz
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

17/10/2021

Venerdì e sabato, 8-9 ottobre, si sono svolte le elezioni per la Camera dei deputati del Parlamento della Repubblica Ceca. Le elezioni si sono interamente svolte secondo la logica della propaganda commerciale adattata ai progetti imprenditoriali delle frazioni del capitale nazionale e straniero. Questo è ciò che rimane degli ideali democratici per i quali si batterono la piccola borghesia con l'appoggio della classe operaia durante il 19° secolo. Il capitalismo monopolistico ha stabilito una sovrastruttura politica e mediatica pienamente adeguata ai suoi scopi di profitto.

Questo, tra l'altro, corrisponde al risultato delle elezioni. Solo 4,3 milioni di voti sono rappresentati dai partiti nel Parlamento, il 52% delle persone con diritto di voto. L'altro 48% non è rappresentato. La maggior parte, classe operaia compresa, non ha praticamente votato o è stata sedotta emozionalmente dalla propaganda.

Il risultato è una maggioranza parlamentare conquistata dai rappresentanti della borghesia compradora (la coalizione dei partiti tradizionali di destra "SPOLU" ["INSIEME"] ha ottenuto il 28%, la coalizione del partito Pirata e dei sindaci indipendenti il 16% dei voti), che rappresentano circa un quarto, solo il 28%, degli aventi diritto al voto. Se le politiche dell'attuale governo finora hanno portato all'aumento dei prezzi, alla carenza di materie prime e di altri beni, all'avventurismo al servizio dell'imperialismo occidentale contro la Russia e la Cina, al massiccio trasferimento di profitti all'estero e alla dipendenza dall'imperialismo fallimentare e pericoloso dell'UE e del Nord Atlantico, la nuova maggioranza non farà che approfondire questa crisi senza uscita. Inoltre, cercherà, attraverso l'austerità, la "flessibilizzazione" dei rapporti di lavoro, la svalorizzazione dei redditi (salari minimi, pensioni e stipendi dei dipendenti pubblici) di fronte all'aumento dei prezzi, per proteggere i profitti dei grandi capitalisti a spese dei lavoratori e degli strati popolari. Privatizzerà i restanti beni statali. Il capitale speculativo, con il suo tasso di profitto in calo nella crisi, penetrerà ancora più settori - sanità, istruzione, pensioni e sicurezza sociale, con profitti ottenuti dal reddito e dal lavoro degli strati popolari.

Questo porterà inevitabilmente all'impoverimento e a una nuova consapevolezza degli interessi delle classi lavoratrici. Ma l'espressione politica nelle istituzioni ufficiali rimarrà limitata, così come la conduzione delle lotte per questi interessi.

Un'altra conseguenza delle elezioni, infatti, è la scomparsa del Partito Comunista di Boemia e Moravia (KSČM) dalla Camera dei deputati proprio nell'anno in cui il Partito Comunista nel nostro paese compie il centenario della sua fondazione. Durante tutto questo secolo (tranne gli anni della sua interdizione durante la Seconda Repubblica [dal 1º ottobre 1938 al 14 marzo 1939, ndr] - e l'occupazione nazista), il partito ha sempre avuto una rappresentanza a livello parlamentare. Questo è precisamente lo sviluppo contro il quale abbiamo messo in guardia nella nostra dichiarazione preelettorale.

Le cause sono di lungo periodo. Il KSČM ha ereditato un significativo sostegno popolare dai tempi del socialismo (quasi un milione di voti nel 1990, sotto un'incredibile pressione anticomunista). Negli ultimi 15 anni, che hanno coinciso con la presidenza di Vojtěch Filip, c'è stato un graduale esaurimento sia di questa base che di questa fiducia. Il partito non ha usato questo periodo per prendere fiato, per darsi un profilo politico, per cercare stimoli, per stabilire contatti con le masse lavoratrici, i giovani, per svilupparsi culturalmente e ideologicamente.

Al contrario, nel momento del conflitto dell'Unione della Gioventù Comunista (KSM) con il potere borghese e del divieto temporaneo dell'organizzazione dei giovani comunisti e delle donne comuniste, il KSČM ha di fatto voltato le spalle alla KSM. Si sottomise completamente alle regole del sistema borghese, la struttura del partito venne adattata al funzionamento del parlamentarismo. Le altre funzioni del partito comunista - come centro della lotta di classe, come soggetto della coscienza collettiva, come avanguardia politica e culturale - sfiorirono una ad una. I giornali e le pubblicazioni del partito non plasmavano una prospettiva di classe, ma si limitavano a ripetere i media mainstream dei monopoli. Le campagne erano gestite da società politico-mediatiche di dubbia provenienza. I dipendenti di queste agenzie scrivevano persino articoli per la stampa del partito con il nome di molti parlamentari. In linea con la pratica borghese, il fiacco liberalismo con caratteristiche sociali è divenuto così l'ideologia principale del Partito Comunista. Invece di cambiamenti qualitativi, i congressi si sono conclusi con il semplice consolidamento del monopolio del rappresentante vincitore - Vojtěch Filip, che ha agito secondo lo slogan: "Il vincitore prende tutto".

Nel 2017, il KSČM riuscì ancora a entrare nella Camera dei deputati, ma con il peggior risultato di sempre (1). Poi nel 2018 è arrivata la decisione suicida - offrire il suo sostegno al governo dei grandi capitalisti insieme alla socialdemocrazia, senza una forza sufficiente per far passare qualsiasi politica progressista. Abbiamo analizzato e criticato questo fatto diverse volte. (2,5)

Le elezioni al Parlamento Europeo nel 2019, con un programma che seminava illusioni nel popolo sull'Unione Europea, sulla possibilità di un miglioramento "socialista" di questa associazione imperialista e neocolonialista, si è conclusa con l'elezione di un solo rappresentante del KSČM. (3) Le elezioni regionali del 2020 portarono già alla fine della rappresentanza nella grande maggioranza delle regioni. (4)

Tuttavia, non c'è stata alcuna riflessione da parte dell'intera dirigenza sullo sviluppo che ha portato all'inevitabile disastro. Lo stesso presidente, Vojtěch Filip, ha vergognosamente combinato le promesse di dimettersi e di non candidarsi con il mantenimento della sua carica di presidente. Anche qui, erano all'opera gli interessi materiali - come vicepresidente della Camera dei deputati aveva accesso a un gran numero di benefici e le sue visite al presidente Miloš Zeman non presentavano chiaramente una visione comunista della situazione politica. Quasi tutta la dirigenza si è comportata in modo simile. Nel frattempo, il centro del potere politico nel partito era il suo gruppo parlamentare, che non era uno strumento del partito, ma piuttosto il partito funzionava come uno strumento del gruppo parlamentare. Questo è il modello di funzionamento dei partiti borghesi e della socialdemocrazia, non del Partito Comunista. Il risultato attuale è desolante: la metà dei voti rispetto al disastroso risultato del 2017, con 194 mila voti e il 3,6%. Il calo sotto il 5% dei voti si è verificato in tutte le regioni, riflettendo la situazione generale del partito, indipendentemente dall'impegno specifico di candidati e sostenitori del partito.

In questi 32 anni di capitalismo gli anticomunisti, nonostante i continui sforzi, non sono riusciti a cacciare i comunisti. Il KSČM, tuttavia, ha gradualmente sconfitto sé stesso. Perché ha abbandonato il suo legame con la classe operaia per adoperarsi al fine di essere riconosciuto come un partito come gli altri. Invece di essere attivo tra i lavoratori, tutto il suo pensiero, dall'inizio alla fine, è divenuto il Parlamento; invece dell'analisi di classe delle contraddizioni sociali ed economiche, si è immerso nel liberalismo sociale; invece della lotta di classe contro il capitale, ha scelto la collaborazione con esso, culminata col suo sostegno ad un governo guidato da un oligarca. C'è stata solo condanna verbale alle avventure imperialiste dell'esercito della Repubblica Ceca ma l'azione reale a sostegno del governo era diversa. Similmente c'era una contraddizione tra le parole e i fatti in relazione alla NATO e all'imperialismo dell'UE (Kateřina Konečná, l'unica deputata del KSČM e una delle candidate alla direzione del partito, nelle sue dichiarazioni ha persino giustificato l'UE di fronte alle critiche). Il KSČM ha abbandonato i lavoratori e di conseguenza i lavoratori lo hanno abbandonato. Subito dopo le elezioni e come mossa del tutto tardiva, i dirigenti del KSČM si sono dimessi. Ora il partito sta affrontando un congresso anticipato e le elezioni per la sua dirigenza.

La sconfitta elettorale del KSČM, un partito solo comunista di facciata, è soprattutto una sconfitta del liberalismo sociale, diventato l'ideologia e la pratica del partito. Ma è anche la sconfitta di quella parte di esso che, nonostante le sue autodichiarazioni comuniste, ha fallito nel suo compito storico di condurre una lotta politica contro la socialdemocrazia imperante nel partito e ha dimostrato una profonda incapacità di azione politica e di analisi di classe della situazione.

In effetti, abbiamo così assistito non solo a un'alleanza elettorale tra liberali e opportunisti, per quanto si dichiarino marxisti-leninisti, ma anche alla loro alleanza politica, basata sul principio condiviso dello status parlamentare del partito, indipendentemente dal suo carattere reale. Così, unitamente, hanno posto lo status parlamentare del partito al di sopra del carattere comunista del funzionamento e della lotta del partito. Parafrasando potremmo dire che per loro l'organizzazione e il movimento parlamentare erano tutto e l'obiettivo comunista niente. Ora, essendo stati espulsi dal paradiso parlamentare, si trovano in un mondo in cui, di conseguenza, il loro movimento è diventato niente e sono alla spasmodica ricerca di un obiettivo.

Ma la perdita dei lucrosi posti parlamentari non diminuisce di per sé completamente l'interesse mercantile e burocratico del KSČM. Il partito ha ancora una struttura ramificata di sedi e proprietà (su tutti un edificio nel centro di Praga) conservate grazie ai risparmi a lungo termine dei membri del partito. Queste proprietà saranno contese da molti avventurieri.

È questa attenzione esclusiva al parlamentarismo che ha reso l'ultimo disastro così palpabile. La tendenza a non opporsi ai dirigenti, già portata avanti dall'epoca precedente la controrivoluzione, ha portato all'assenza di correnti politiche nel partito; ci sono solo singole figure che spesso portano con sé il pensiero socialdemocratico, liberale, il parlamentarismo e la fiducia nell'Unione Europea.

E così l'idea di una fusione tra il fallito KSČM, il Partito Socialdemocratico (ČSSD) e forse altre versioni ancora più miniaturizzate della stessa socialdemocrazia viene ora offerta ad alcuni come una via d'uscita dalla crisi. Questo significa, quindi, una nuova diluizione della politica di tipo parlamentare-governativa - unirsi sotto un nome "non offensivo" con la socialdemocrazia, che da tempo ha abbandonato gli impulsi da cui è nata, e negli ultimi 30 anni è stata responsabile proprio dello sviluppo capitalista, comprese le privatizzazioni e compreso il coinvolgimento nelle guerre imperialiste della NATO. Il tentativo di creare un tale progetto sotto il nome più neutro possibile di "La Sinistra" è fallito ancora più miseramente nelle elezioni con poche centinaia di voti.

Questo scenario sarebbe solo il completamento della sconfitta e dell'eliminazione del Partito Comunista nel nostro paese e quindi il completamento del tradimento e dell'abbandono della sua ragione d'essere. Il compito dei comunisti non è quello di sommare zero con zero e convertirli in un comune denominatore con l'obiettivo del ritorno di pochi selezionati in Parlamento.

Il compito dei comunisti è molto più sostanziale, ricostruire un partito comunista il cui progetto non sia vincolato alla camicia di forza dell'UE, del parlamento e del mercantilismo; che non sia vincolato all'accettazione dell'ideologia liberale, al non mirare soltanto a superare la soglia del 5% per entrare alla Camera dei deputati, ma che vada oltre il capitalismo, verso il socialismo. Qui sta la differenza nella via d'uscita dalla crisi per i comunisti e i social-liberali.

L'unica soluzione è il ritorno alle nostre radici secolari. Su quale base organizzativa, è una questione di ulteriore sviluppo delle cose. Ciò che è chiaro, tuttavia, è che non può essere limitato alla struttura del KSČM. Senza una svolta e una trasformazione fondamentale del KSČM, senza una rottura con i rappresentanti social-liberali, è impossibile ottenere l'influenza nella società.

Se nel KSČM il liberalismo continua a prevalere sul marxismo, è responsabilità dei comunisti prendere l'iniziativa di un nuovo inizio, di fondare una propria organizzazione comunista. In tal caso, la continuazione dell'agonia dei comunisti nel KSČM non avrebbe senso. Un partito che rappresenta i lavoratori deve agire tra i lavoratori, conoscere i loro bisogni e interessi, condurre le loro lotte, articolare le loro posizioni andando oltre l'ordine capitalista.

Tutte le altre tattiche (comprese le elezioni) devono essere subordinate a questo obiettivo. Questo è il motivo per cui è stato creato il Partito Comunista, per cui sono state condotte le lotte contro la povertà, la crisi e la guerra. Per questo i comunisti hanno combattuto e perso la vita nella grande lotta antifascista. Ed è per questo che milioni di comunisti hanno lavorato in prima linea per la costruzione e la difesa della patria socialista.

Queste migliori tradizioni devono essere ripristinate per il bene della lotta per il futuro. O i comunisti attuali le riprenderanno, o ci sarà un ulteriore declino e le disorientate classi popolari cercheranno spontaneamente una propria rappresentazione e altrove - con tutti gli errori e le sconfitte che ciò comporta.

Ufficio Politico della KSM, 12 ottobre 2021

Note:

1) KSM sui risultati delle elezioni parlamentari del 2017 http://ksm.cz/dokumenty-ksm/4019-vyjadreni-predsednictva-ustredni-rady-ksm-k-parlamentnim-volbam-2017

2) Posizione sul governo Babiš nel 2018 http://ksm.cz/z-aktivit-ksm/4201-postoj-k-politickemu-vyvoji-v-cr

3) In vista delle elezioni del Parlamento europeo del 2019 http://ksm.cz/dokumenty-ksm/4291-k-volbam-do-evropskeho-parlamentu-2019

4) Sui risultati delle elezioni regionali del 2020 http://ksm.cz/dokumenty-ksm/4306-ksm-k-vysledkum-krajskych-voleb

(5) Dichiarazione prima delle ultime elezioni generali http://ksm.cz/dokumenty-ksm/4728-prohlaseni-ksm-k-nadchazejicim-volbam


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