www.resistenze.org - popoli resistenti - romania - 01-02-12 - n. 394

da imbratisare.blogspot.com/2012/01/el-fmi-obliga-rumania-privatizar.html
Traduzione dallo spagnolo per www. resistenze.org a cura di Salvatore Vicario
 
Il Fondo Monetario Internazionale obbliga la Romania a privatizzare il suo rame
 
31/01/2012
 
Il processo di saccheggio della ricchezza del popolo rumeno, che ha avuto inizio dopo il colpo di stato militare del dicembre 1989, continua ancora. Nonostante il brutale saccheggio dell'industria, dell'agricoltura e di tutta la ricchezza della Romania per opera delle grandi multinazionali capitaliste e la restaurazione della classe dominante locale al potere, ci sono ancora alcune, poche, aziende rumene pubbliche. Tuttavia, le mafie economiche internazionali come il FMI, la Banca mondiale, ecc., insieme ai loro servi al governo e nelle istituzioni, se ne stanno occupando in modo che lo siano ancora per un breve periodo.
 
La Cuprimine Abrud è una società di Stato che ha i diritti sulla maggiore riserva di rame in Europa, in Romania. Il prossimo 23 marzo sarà messa all'asta per il suo acquisto, che interessa già ad alcune compagnie come la compagnia mineraria multinazionale Barrick Gold, la più grande estrattrice (saccheggiatrice) d'oro al mondo, l'impresa russa Alro e altre multinazionali come Valhalla Resources ed Euroglobal Capital Partners, con prevalente capitale canadese, l'australiana Mineral Metals e le multinazionali svizzere Glencore International e Mineco. L'acquisizione della Cuprimine interessa anche allo Stato dell'Azerbaigian.
 
La privatizzazione delle Cuprimine è stata imposta dal Fondo monetario internazionale, com'è successo anche con altre aziende ancora nelle mani dello Stato rumeno, come la chimica Oltchim, o la vendita parziale delle imprese elettriche ed energetiche, come la Transgaz, Hidroelectrica e Transelectrica. È interessante notare, che la Cuprumin in questi ultimi anni è stata sempre redditizia, per cui le scuse che si è obbligati a privatizzare per impedirne una chiusura non valgono, anche se il governo sostiene che si tratta di benefici legati al "breve periodo".
 
Le riserve stimate di rame sono di 1 milione di tonnellate, il che la rende la più grande d'Europa. Al valore attuale del rame (7.000 dollari a tonnellata), lo Stato rumeno potrebbe ottenere 7 miliardi di dollari dalla sua valorizzazione.
 
Il prezzo di vendita sarà, invece, di 90 milioni di euro, nettamente inferiore a quello che i romeni potrebbero guadagnare sfruttando direttamente il rame del loro territorio. Proprio questo è il grande business che si realizza da due decenni in Romania: dare in mani private (normalmente in cambio di rilevanti provvigioni), la grande ricchezza che prima del 1989 apparteneva al popolo rumeno.
 
Come accennato prima, la scusa è che lo Stato non può investire abbastanza da garantire la prosecuzione dell'attività dell'impresa (anche se questa è redditizia), quando invece è stato il Fondo monetario internazionale che ha imposto la privatizzazione in cambio del prestito di più soldi allo Stato rumeno (naturalmente, in cambio d'interessi finanziari e, com'è accaduto dopo il rovesciamento forzato del socialismo, di consegnare lo sfruttamento della ricchezza nazionale in mani private).
 
Una storia che si ripete in tutto il mondo ed è uno dei dogmi principali della classe dirigente capitalista, con il pretesto della legge di mercato: i mezzi di produzione, quindi la ricchezza, in ogni caso non può essere pubblica, quindi collettiva, ma solo a beneficio dell'elite economica, i grandi saccheggiatori e gangster che hanno nelle loro mani le grandi imprese multinazionali.
 
 

Resistenze.org     
Sostieni una voce comunista. Sostieni Resistenze.org.
Fai una donazione o iscriviti al Centro di Cultura e Documentazione Popolare.

Support a communist voice. Support Resistenze.org.
Make a donation or join Centro di Cultura e Documentazione Popolare.