www.resistenze.org - popoli resistenti - romania - 23-03-15 - n. 536

La Romania apre le porte del suo territorio alla NATO contro la Russia e ne pagherà i costi

Jose Luis Forneo | imbratisare.blogspot.it
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

18/03/2015

La Romania ha aperto totalmente le porte del suo territorio alle truppe della NATO, dopo la decisione presa dal cosiddetto Consiglio Supremo di Difesa del Paese che ha approvato la modifica della precedente legge per stabilire nuove condizioni affinché soldati stranieri possano posizionarsi, addestrarsi ed agire dal suo territorio.

La scusa servita a giustificare ciò che suppone il via libera all'entrata degli eserciti dell'aggressiva organizzazione militare sotto il controllo degli USA in Romania, è stata l'esistenza di una presunta minaccia esterna. Qual è questa minaccia?

Tempo fa, quando gli Stati Uniti idearono lo scudo antimissile che implicava l'installazione di sistemi di missili a lunga e media gittata nei paesi dell'est Europa, la ragione argomentata per spiegare questa evidente aggressione contro la Russia, era la protezione da un possibile attacco nucleare da parte dell'Iran. Evidentemente, né i russi, né nessuno che abbia un briciolo di cervello, si è bevuto la storia, poiché il sistema è disegnato dal Pentagono contro la Federazione Russa.

Oggi, quando il colpo di stato perpetrato in Ucraina dai servizi segreti di Washington e di Bruxelles ha provocato la resistenza delle repubbliche del Donbass e la reazione russa, col recupero della penisola di Crimea, la conseguente ritorsione degli yankee è stata la militarizzazione delle frontiere con la Russia, che ha avuto come conseguenza il posizionarsi (eufemismo di controllo militare diretto del territorio e ovviamente, politica ed economia locale dell'esercito della NATO) di soldati diretti, senza intermediari, da Washington, in paesi come la Romania.

L'affare è, inoltre, circolare, poiché gli accordi (un altro eufemismo per nascondere ciò che realmente è l'imposizione della metropoli alla colonia) determinano che lo stato rumeno o meglio i suoi lavoratori, pagheranno gran parte delle spese dei militari della NATO in Romania. Gli orpelli inclusi nel testo cercano di ammorbidire ciò che è visto da molti rumeni come una chiara invasione militare (daltronde nulla di strano, poiché la Romania da 25 anni è invasa e controllata da stati e da multinazionali straniere), vagheggiando che il Ministero della Difesa monitorerà tutto l'armamento utilizzato o immagazzinato e che i soldati rumeni faranno parte della formazione degli eserciti, delle loro manovre e del comando (ed evidentemente, delle sue azioni d'attacco se queste ci saranno).

Tuttavia, il clima prebellico in Romania, per tanto che si impegnino i mezzi di propaganda nel provocarlo, è scarso e in generale i rumeni non volgliono, né appoggiano l'evidente aggressione alla Russia che tanto meno è considerata un nemico o una minaccia. Al contrario, il continuo aumento della presenza militare nordamericana e di altri paesi vassalli membri di organizzazioni controllate da questa, come la NATO, non sta bene ai rumeni, che ricordano che la Romania è stata libera dalla presenza militare straniera dalla fine degli anni '50, quando l'Armata Rossa abbandonò il paese dopo un decennio dalla liberazione dal capitalismo fascista.

Tuttavia, da quando i servizi segreti occidentali e russi, appoggiati dall'élite del Partito Comunista di Romania trasformato già in una classe precapitalista privilegiata, realizzarono il colpo di stato contro i lavoratori rumeni nel dicembre del 1989, il paese si è trasformato, a passi da gigante, in una colonia totalmente dipendente da potenze straniere e negli ultimi anni, vigilata da vicino da truppe nordamericane e dalla NATO (chiedo scusa per la ridondanza) e disposta, se i lavoratori non lo evitano, a servire da carne da cannone per gli interessi della sua classe parassitaria capitalista e delle multinazionali statunitensi ed europee.

Resistenze.org     
Sostieni Resistenze.org.
Fai una donazione al Centro di Cultura e Documentazione Popolare.

Support Resistenze.org.
Make a donation to Centro di Cultura e Documentazione Popolare.