www.resistenze.org - popoli resistenti - saharawi - 13-05-09 - n. 273

da www.sahara-libre.es/index.php?option=com_content&task=view&id=270&Itemid=1
Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
 
10 Maggio: 36° anniversario del Fronte POLISARIO
 
Antecedenti storici e fondazione del Fronte POLISARIO
  
di Emiliano Gómez
 
Il Movimento di Liberazione del Sahara
 
I cambiamenti socioeconomici che ebbero luogo nel Sahara Spagnolo durante gli anni 60 del secolo scorso, propiziarono la nascita del nazionalismo saharawi moderno, basato sulla coscienza nazionale e non sul tribalismo; fondato su argomenti politici e non su sentimenti religiosi.
 
Nei primi anni di quel decennio, i nazionalisti diedero forma a diversi raggruppamenti politici ma nessuno di essi arrivò ad avere un’influenza decisiva sulla popolazione. Nel 1967, un intellettuale, Mohamed Sidi Ibrahim "Bassiri", fu capace di unire intorno a sé un pugno di sostenitori dell'indipendenza e, l'anno seguente, fondò il Movimento di Liberazione del Sahara (MLS). In breve tempo, questa organizzazione clandestina poteva già contare su centinaia di militanti e cominciava ad avere influenza sulla popolazione saharawi.
 
Il MLS diretto da Bassiri promosse la rivendicazione pacifica dell'indipendenza ed ottenne l'appoggio di diversi settori della società: operai, funzionari dell'amministrazione coloniale, studenti, sottufficiali e soldati saharawi inquadrati nell'esercito coloniale, ecc.
 
L'attività nazionalista cominciò a manifestarsi attraverso scioperi dei lavoratori, mobilitazioni studentesche per l'insegnamento della lingua araba e mediante diversi atti di rifiuto verso l'amministrazione spagnola. Molto presto il servizio informazioni coloniale scoprì l'esistenza del movimento per cui, nel 1969, il governatore generale del Sahara decretò il coprifuoco su tutto il territorio. Si succedettero allora numerosi arresti di militanti e simpatizzanti del MLS, alcuni dei quali furono espulsi verso i paesi vicini
 
La Spagna di fronte al problema della decolonizzazione
 
Nel novembre 1960, l'Assemblea Generale dell'ONU approvò la Risoluzione 1514 relativa al processo di decolonizzazione delle enclavi coloniali che ancora sussistevano nel mondo. Il Comitato Speciale incaricato di applicare detta risoluzione, elaborò una lista dei territori che dovevano essere decolonizzati, tra i quali figurava il Sahara Spagnolo.
 
Nel 1966, il Comitato Speciale sollecitò la Spagna alla realizzazione di un referendum affinché la popolazione del Sahara potesse esprimersi liberamente sul proprio futuro politico. Il governo franchista formalmente accettò la sollecitazione, ma scelse di ampliare la questione per guadagnare tempo e portare avanti il processo di trasformazione della colonia in una "provincia" della Spagna.
 
Il Comitato Speciale notò la manovra dilatoria del regime franchista e rinnovò le sue richieste a favore della decolonizzazione del Sahara. Come conseguenza, la Spagna perse credibilità di fronte all'Assemblea Generale e questa occasione fu sfruttata dal re del Marocco, Hassan II, per assumere un ruolo nella questione mostrandosi pubblicamente preoccupato del futuro della colonia spagnola e legittimandosi come parte interessata nella questione del Sahara.
 
In questo modo, il franchismo negò una buona opportunità per fornire ai saharawi un’apertura dignitosa verso la loro emancipazione politica. Disgraziatamente, in quel tempo la politica coloniale spagnola dipendeva dalla volontà dell'ammiraglio Carrero Blanco (1) le cui idee ultraconservatrici prevalevano sui criteri del ministero per gli Affari Esteri, più liberali e disposti all'indipendenza del popolo saharawi.
 
Dal momento che le pressioni internazionali si facevano sentire sul governo di Madrid, ed in particolare sulla sua colonia, il Governo generale del Sahara organizzò a fini propagandistici una manifestazione politica ad El Aaiún (2), per mostrare al mondo che la popolazione saharawi era contenta di fare parte dello Stato spagnolo. A questo scopo invitò numerosi giornalisti ed osservatori stranieri affinché fossero testimoni della "festa" politica. Ma anche il Movimento di Liberazione del Sahara convocò i suoi militanti e simpatizzanti ad una manifestazione parallela per fare fallire la manovra colonialista.
 
Il 17 giugno 1970 fu il giorno scelto. Quella mattina, piccoli gruppi di saharawi si concentrarono di fronte alla sede del Governo, mentre una moltitudine riempiva una grande spianata lontano dalla ristretta concentrazione ufficiale.
 
La moltitudine lanciava parole d’ordine indipendentiste ed intonava canti patriottici, inammissibili per i rappresentanti del regime franchista. All'imbrunire, una compagnia della Legione aprì il fuoco contro i manifestanti causando decine di vittime tra morte e feriti.
 
Quella stessa notte si aprì la caccia ai dirigenti e militanti del MLS; centinaia furono arrestati; alcuni sparirono, incluso il massimo leader nazionalista Bassiri.
 
Gli eventi del 17 giugno fecero si che una grande parte della popolazione saharawi si volgesse all'opzione indipendentista non pacifica.
 
La riorganizzazione nazionalista
 
A causa della repressione, la militanza nazionalista si disperse e molti dei suoi membri si rifugiarono nei paesi vicini, dove trovarono la protezione e l’appoggio delle comunità saharawi li stabilitesi.
 
Nel 1971 cominciarono ad articolarsi alcuni gruppi indipendentisti nelle città marocchine di Rabat e Tantán , e nella città mauritana di Zuerat. Fu a Rabat che emerse un nucleo molto attivo di studenti universitari tra i quali si distingueva El Uali Mustafá Sayed. Questo gruppo, insieme ad altri esiliati, diede origine al "Movimento Embrionale per la Liberazione del Sahara", che durante il 1972 promosse incontri clandestini tra le diverse formazioni saharawi disperse per il Marocco, l’Algeria e la Mauritania.
 
A fine aprile 1973, prese il via una conferenza le cui sessioni si realizzavano in modo discontinuo ed in differenti luoghi del deserto al fine di depistare il servizio informazioni franchista. Questa conferenza decise di creare un'organizzazione politico militare di lotta per l'indipendenza. Il 10 maggio 1973, la conferenza culminò nella fondazione del Fronte Popolare di Liberazione di Saguia El Hamra e Río de Oro - Fronte POLISARIO. El Uali Mustafá Sayed fu designato Segretario generale (3).
 
Il Fronte POLISARIO: concezione politica e linea di azione
 
Il Fronte POLISARIO è un movimento di liberazione nazionale, democratico e anticolonialista che abbraccia i settori e le personalità più progressiste della società saharawi nelle zone liberate, negli campi dell'esilio o sotto l'occupazione marocchina. I suoi obiettivi principali sono l'indipendenza totale del Sahara Occidentale e la costruzione di uno Stato moderno.
 
Per conoscere i propositi ed il profilo politico dei fondatori di questa organizzazione, non vi è niente di meglio che ricorrere agli stessi documenti del Fronte POLISARIO. Il manifesto politico fondativo dichiarava:
 
"Una volta comprovato che il colonialismo vuole mantenere il proprio dominio sul nostro popolo arabo, cercando di annichilirlo attraverso l'ignoranza, la miseria, (...). Davanti al fallimento di tutti i metodi pacifici utilizzati, (...) il Fronte Popolare di Liberazione di Saguia El Hamra e Río de Oro nasce come espressione unica dalle masse che sceglie la violenza rivoluzionaria e la lotta armata come strumento affinché il popolo saharawi, arabo ed africano, possa godere della sua totale libertà e fronteggiare le manovre del colonialismo spagnolo.
 
Parte integrante della rivoluzione araba, appoggia la lotta dei popoli contro il colonialismo, il razzismo e l'imperialismo e condanna queste espressioni in quanto tendono a mantenere i popoli arabi in uno stato di dominazione sia mediante il colonialismo diretto, sia attraverso il blocco economico.
 
Considera che la cooperazione con la Rivoluzione Popolare Algerina costituisca un elemento essenziale per affrontare le manovre ordite contro il Terzo Mondo.
 
Invitiamo tutti i popoli in lotta ad unirsi per affrontare il nemico comune.
 
Con il fucile conquisteremo la libertà!"
 
Il programma del 2º Congresso del Fronte POLISARIO, realizzato nell’agosto 1974, enunciava gli obiettivi a lungo termine dell'organizzazione. Eccone alcuni:
 
- Liberare la nazione da tutte le forme di colonialismo e raggiungere un'indipendenza completa. 
- Edificare un regime repubblicano nazionale con la partecipazione attiva ed effettiva della popolazione. 
- Costruire un'autentica unità nazionale. 
- Creare un'economia nazionale basata sullo sviluppo agricolo e industriale, sulla nazionalizzazione delle risorse minerarie e la protezione delle risorse marine. 
- Garantire le libertà fondamentali dei cittadini. 
- Distribuire equamente le ricchezze ed eliminare lo squilibrio tra campagna e città. 
- Annullare ogni forma di sfruttamento. 
- Garantire la casa a tutto il popolo. 
- Ristabilire i diritti sociali e politici della donna. 
- Stabilire l'insegnamento gratuito ed obbligatorio a tutti i livelli e per tutta la popolazione. 
- Combattere le malattie, costruire ospedali ed offrire assistenza medica gratuita.
 
La guerra di liberazione nazionale
 
Il 20 maggio 1973, dieci giorni dopo la sua fondazione, il Fronte POLISARIO portò a termine la sua prima azione armata contro l'esercito coloniale. L'attacco, che ebbe come obiettivo una postazione militare nel deserto, segnò la nascita dell'Esercito di Liberazione Popolare Saharawi,(ELPS) e l'inizio di una guerra che, in poco tempo, superò la capacità di controllo dell'amministrazione spagnola.
 
Le azioni dell'ELPS, molte di esse con fini propagandistici, fecero crescere il prestigio del Fronte POLISARIO tra la popolazione civile ed i soldati nativi che servivano nelle file coloniali. Alla fine del 1973, l'ELPS contava già più di cento combattenti e negli anni 1974 e 1975 incrementò la sua attività, facendo si che l'esercito spagnolo ripiegasse gradualmente verso le principali città costiere. Durante quest’ultimo anno, intere pattuglie di militari saharawi passarono all'ELPS, che prese sotto il suo controllo numerose località abbandonate dagli spagnoli.
 
Quando il governo franchista consegnò il Sahara Spagnolo a Marocco e Mauritania, con gli Accordi Segreti di Madrid nel novembre 1975, le forze nazionaliste saharawi controllavano già la maggior parte del territorio della colonia.
 
Nel 36 anniversario, la lotta continua.
 
Oggi, a 36 anni della sua nascita, il Fronte Popolare di Liberazione di Saguia El Hamra e Río de Oro continua a dirigere la lotta per la piena indipendenza del Sahara Occidentale ed è internazionalmente riconosciuto come unico e legittimo rappresentante del popolo saharawi.
 
Continua a dirigere la costruzione dello Stato repubblicano promesso nel suo 4º Congresso: la Repubblica Araba Saharawi Democratica, oggi riconosciuta da 82 paesi del mondo, 28 dei quali sono latinoamericani.
 
Note 
(1) L'ammiraglio Luis Carrero Blanco era il braccio destro del "Generalissimo" Francisco Franco. Morì nel dicembre 1973 in un attentato dell'organizzazione nazionalista basca, ETA. 
(2) Fondata dagli spagnoli nel 1938, El Aaiún è la capitale del Sahara Occidentale - attualmente sotto occupazione marocchina. 
(3) El Uali Mustafá Sayed, eroe nazionale saharawi e primo presidente della RASD. Cadde in combattimento il giorno 9 giugno 1976, quando aveva 28 anni d’età.