www.resistenze.org - popoli resistenti - saharawi - 23-05-10 - n. 320

da www.saharawi.org/index.htm
 
Libertà provvisoria per tre dei saharauis accusati di tradimento alla patria
 
di Ell Mundo Erena Calvo Rabat
 
18/05/2010
 
Saleh Labihi, Rachid Sghayer e Yahdih Etaruzi sono tre dei saharauis incarcerati nella prigione marocchina di Salè, a pochi chilometri da Rabat, da ottobre dopo la visita agli accampamenti dei rifugiati di Tinduf (Algeria).
 
Sette mesi dopo il loro arresto e dopo uno sciopero della fame di 41 giorni terminato il 27 di aprile, martedì gli è stata concessa la libertà provvisoria e si aspetta che escano dalla prigione nelle prossime ore.
 
Sono accusati di tradimento alla patria e arrestati sulla pista dell'aeroporto di Casablanca assieme ad Ali Salem Tamek, vicepresidente del Collettivo Saharaui dei Difensori dei Diritti umani (Codesa)-associazione che presiede Aminatu Haidar -; Brahim Dahane, presidente dell'Associazione Saharaui delle Vittime delle Violazioni dei Diritti umani (Asvdh) e agli attivisti saharauis Ahmed Naciri e Dejga Lachgar, liberata in gennaio per la precarietà del suo stato di salute psichica.
 
Il vicepresidente dell'ASVDH, Djimi El Ghalia, ha espresso in una dichiarazioni a ELMUNDO.es la sua "soddisfazione "per la liberazione dei tre attivisti e spera che anche gli altri carcerati -responsabili delle principali associazioni della lotta saharaui - "possano uscire presto di prigione". La settimana prossima uno degli avvocati che segue il caso, Mohamed Esabar, presenterà una nuova domanda di libertà provvisoria per i tre saharauis ai qual non è stata ancora concessa e ha detto che queste scarcerazioni -ancora non avvenute - "sono un segno positivo".
 
Detenzione ingiusta
 
El Ghalia ha mostrato inoltre la sua "sorpresa "perché non sono stati liberati i sei, "perché tutti hanno la stessa accusa". Ha considerato "ingiuste" le detenzioni "perché altri gruppi di saharauis sono partiti dopo di loro dal Sahara Occidentale per gli accampamenti senza che ci siano state conseguenze legali". I sei appartengono al gruppo dei sette-accusati dalle autorità marocchine di tradimento della patria in attesa di un giudizio militer che, secondo organizzazioni come Human Rights Watch e Amnesty International, poteva portarli perfino ad una condanna alla pena di morte che il Marocco non ha ancora abolito ma che non esegue dal 1993.
 
Hanno iniziato uno sciopero della fame per protesta perché "nonostante fossero finite le indagini in gennaio", le autorità marocchine "continuavano a rifiutarsi di fissare la data del processo", come scritto dai detenuti di Salè in un comunicato reso pubblico il 18 marzo.
 

 
da http://it.peacereporter.net
 
Sahara: vedere l'occupazione
 
Il popolo Saharawi si racconta in prima persona. Polaroid quotidiane di una vita senza libertà
 
[Video]
 

Resistenze.org     
Sostieni una voce comunista. Sostieni Resistenze.org.
Fai una donazione o iscriviti al Centro di Cultura e Documentazione Popolare.

Support a communist voice. Support Resistenze.org.
Make a donation or join Centro di Cultura e Documentazione Popolare.