www.resistenze.org - popoli resistenti - saharawi - 18-12-11 - n. 390

da http://www.saharalibre.es/modules.php?name=News&file=article&sid=5424
Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
 
Il XIII Congresso del Fronte Polisario
 
di Haddamin Moulud Said
 
16/12/11
 
Da ieri 15 dicembre 2011 e nel corso dei prossimi quattro giorni, il Fronte Polisario tiene la sua tredicesima Conferenza Generale a Tifariti, una cittadina nei territori liberati del Sahara Occidentale, dove la Repubblica Saharawi esercita la sua sovranità.
 
I partecipanti saranno 2100, oltre 300 ospiti stranieri arriveranno da Algeria, Mauritania, Sud Africa, Nigeria, Angola, Parlamento europeo, Spagna, Italia, Belgio, Portogallo, Slovenia, Ucraina, Ungheria, Russia, Brasile, Messico, Colombia, Cuba, Venezuela, Salvador e Timor Est.
 
Bisogna dire che dopo 38 anni di vita, il Fronte Polisario si prepara a festeggiare il suo tredicesimo Congresso. Dal Congresso Nazionale Africano (ANC) infatti, ha tenuto più di cinque conferenze in questi ultimi anni. Neanche l'OLP ha organizzato tanti congressi come il F. Polisario.
 
Tuttavia, la situazione geopolitica regionale e internazionale nella quale si celebra questo XIII Congresso, è estremamente delicata. Ed è caratterizzata da due note specifiche. A livello regionale, la presenza di venti di libertà che corrono per tutta la scena araba, soprattutto nel Nord Africa e a livello internazionale, un insolito intervento della NATO guidato più da una insaziabile sete di petrolio, che dal desiderio di diffondere i valori della libertà e della democrazia nel mondo (l'intervento in Libia per rovesciare una dittatura, in Bahrain per sostenere un'altra dittatura).
 
Sull'incontro di queste due note il Polisario tiene il suo congresso con la speranza di una migliore protezione dagli effetti nocivi di questa intersezione. A livello regionale il Polisario, da un lato, deve trovare una formula che gli permetta di sfruttare a suo favore la libertà che si respira oggi in Egitto e Tunisia, per esporre meglio in quei territori un tempo proibiti la Giusta Causa su cui si basa la sua lotta. E dall'altro, deve intraprendere le riforme interne necessarie per incorporare nella propria struttura le generazioni più giovani che, imitando i coetanei arabi, cominciano a rivendicare nei propri campi profughi, la loro partecipazione al processo decisionale.
 
A livello internazionale, il ruolo della Francia, sia in Libia che in Siria, è visto come una dolorosa esibizione di cinismo. Disgraziatamente, la Francia che reclama la libertà e la democrazia in Siria e interviene militarmente in Libia, quella stessa Francia permette che il Marocco continui a violare il diritto internazionale nel Sahara Occidentale. La sua 'Grandeur' si trasforma in una vera e propria mancanza di compassione umana o cristiana, se si preferisce, in quanto la Francia utilizza il proprio potere di veto per impedire nel Consiglio di Sicurezza, la semplice implementazione di un meccanismo di monitoraggio dei diritti umani nel Sahara occidentale.
 
Per quanto riguarda la Spagna, nel 2004 Polisario propose all'allora nuovo governo di Zapatero, due opzioni:
 
A) .- Appoggiare la causa Saharawi nei fori internazionali, così come il Portogallo con la sua ex colonia di Timor Est
 
B) .- Non fare nulla e mantenere la tradizionale politica spagnola di neutralità (che più o meno, è quello di nascondere la testa sotto la sabbia ogni volta che si parla di Sahara occidentale nelle sedi internazionali).
 
Bene, nei loro insopportabili sette anni di mandato, Zapatero e Moratinos non hanno fatto né l'uno, né l'altro. Quello che hanno fatto è stato di gran lunga peggiore: si sono apertamente e spudoratamente allineati con il Marocco, sia alle Nazioni Unite, sia sul caso Haidar.
 
Allo stesso modo il Polisario pensa che la pessima posizione assunta da Zapatero abbia avuto il suo peso nella recente e fortemente influenzata dalle condizioni economiche, disputa elettorale. Da qui la necessità di imbastire una nuova strategia al fine di ripristinare alcune relazioni che sono state assolutamente disastrose. In ogni caso, si spera che il PP come minimo ritorni alla neutralità che ha caratterizzato la posizione ufficiale della Spagna nell'ONU (che, insistiamo, ha sempre messo la testa sotto la sabbia quando si è trattato di parlare del Sahara occidentale).
 

 
di SaharaPress http://spsrasd.info/es/content/el-xiii-congreso-del-polisario-se-celebra-en-circunstancias-de-acelerada-transformaci%C3%B3n-inte
Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
 
Il XIII Congresso del Polisario si celebra in circostanze di accelerata trasformazione internazionale
 
16/12/11
 
Tifariti (Territori Liberati) - Il Presidente della Repubblica Saharaui, Mohamed Abdelaziz, Segretario Generale del Fronte Polisario, ha informato che questo giovedì il XIII Congresso del Fronte Polisario si celebra in circostanze di accelerata trasformazione internazionale e che l'intifada dell'indipendenza nei territori occupati continua.
 
Il Presidente, nel suo discorso pronunciato all'apertura del Congresso, ha detto:
 
"Le circostanze nelle quali si celebra il tredicesimo Congresso del Polisario sono il prodotto di una continua trasformazione avvenuta negli ultimi quattro anni, tuttavia questi movimenti e cambiamenti si sono incrementati in maniera significativa ed influente negli ultimi due anni".
 
Sul piano internazionale, il Presidente Mohamed Abdelaziz ha parlato dell'acutizzarsi delle crisi politiche, sociali ed economiche, senza che i fulcri di tensione nei distinti continenti abbiano dato cenno a diminuire.
 
In questo contesto, queste crisi, hanno come diretta conseguenza guerra e distruzione, come una maggiore diffusione del crimine organizzato, l'aumento della povertà, la disoccupazione e l'immigrazione illegale."
 
Gli effetti della crisi economica "minacciano" le principali economie del mondo, il crollo dei governi e dei loro paesi. "L'aggravamento di questa crisi, avrà senza alcun dubbio un forte impatto sui fondi destinati alla spesa di sviluppo in generale e verso l'assistenza umanitaria in particolare, come il Programma Mondiale degli Alimenti".
 
Il Presidente Mohamed Abdelaziz sottolinea che questa situazione ha favorito il proliferare di armi e l'aumento della minaccia terroristica nella regione.
 
"Dopo che il paese saharawi è stato vittima del terrorismo di Stato perpetrato dal Regno del Marocco dalla sua invasione del territorio nell'ottobre del 1975, oggi si trasforma anche in vittima del terrorismo internazionale dopo il sequestro dei tre cooperanti europei".
 
Ha condannato con fermezza i vigliacchi attentati "terroristi" promettendo che il Governo della Repubblica Democratica Araba Sahrawi ed il Fronte Polisario useranno tutti i mezzi a disposizione per liberare i tre cooperanti rapiti, due spagnoli ed un'italiana. La notte del 22 di ottobre, infatti, un gruppo di uomini armati ha attaccato la residenza per stranieri a Rabuni e ha rapito gli spagnoli Ainoa Fernández e Enrique Gonyalons e l'italiana Rossella Urru.
 
 

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