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La decolonizzazione del Sahara Occidentale: un'idea saharawi della soluzione.

Dopo 43 anni di mancata legalizzazione dell'invasione del Sahara Occidentale, il Marocco deve accettare un processo che conduca ad una soluzione giusta, duratura, realistica e reciprocamente accettabile delle aspirazioni del popolo Saharawi.

Malainin Lakhal* | pambazuka.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

21/03/2019

L'occupazione marocchina del Sahara Occidentale rimane l'ultimo caso di decolonizzazione in Africa. L'esercito marocchino invase il territorio il 31 ottobre 1975 nonostante una chiara sentenza emessa pochi giorni prima dalla Corte internazionale di giustizia, il 16 ottobre dello stesso anno [i]. Il 6 novembre 1975 il Marocco organizzò quella che definì la "Marcia verde" per invadere ufficialmente il nord del Sahara Occidentale spostando 350.000 coloni marocchini sul territorio, in complicità con la Spagna, potenza coloniale del territorio sin dal 1884.

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite invitò immediatamente il Marocco a ritirarsi [II], ma il sovrano marocchino era fortemente sostenuto dalla Francia e da altre potenze occidentali. Era evidente che il Marocco stesse violando non solo i principi della Carta delle Nazioni Unite (ONU), come l'astensione dalla "minaccia o l'uso della forza contro l'integrità territoriale o l'indipendenza politica di qualsiasi stato"[iii], ma anche il sacro principio dell'Atto Costitutivo dell'Unione Africana (UA) sul "rispetto delle frontiere esistenti al raggiungimento dell'indipendenza"[iv]. Ecco perché entrambi gli organismi hanno tenuto la stessa posizione: il rifiuto del fatto compiuto imposto dal Marocco coloniale e l'insistenza sulla necessità di decolonizzare il Sahara Occidentale attraverso un autentico processo di autodeterminazione sotto gli auspici dell'ONU e dell'UA.

Fatti essenziali

Molte analisi tendono a chiedere una risoluzione pacifica e reciprocamente accettabile di questo conflitto, ma talvolta mancano nel proporre soluzioni che soddisfino le condizioni necessarie per una soluzione equa.

Una soluzione "giusta" non potrà mai essere raggiunta se le proposte presentate violano il diritto internazionale. Purtroppo questo è ciò che molte voci sembrano suggerire, proponendo "soluzioni" che violano la Carta delle Nazioni Unite, l'Atto Costitutivo e peggio, alcuni dei pilastri principali del diritto internazionale moderno, soprattutto il diritto del popolo all'autodeterminazione e la sovranità del popolo sulla propria terra e risorse.

Altre proposte come la "ampia autonomia" marocchina sono semplicemente un tentativo di normalizzare un'occupazione illegale. Le Nazioni Unite non hanno mai riconosciuto la sovranità marocchina sul territorio del Sahara Occidentale e hanno identificato il Marocco come forza di occupazione in due risoluzioni dell'Assemblea Generale [v]. Secondo il diritto internazionale, una potenza occupante non può esercitare il controllo sul territorio occupato [vi]. Infatti, la potenza occupante non ha il diritto di cambiare lo status demografico, economico o politico del territorio occupato e deve rispettare le regole e i principi del diritto internazionale nel trattamento dei popoli delle terre occupate secondo la Convenzione di Ginevra e il Capitolo XI della Carta delle Nazioni Unite. In realtà, non dovrebbe ostacolare il diritto del popolo all'autodeterminazione e alla libertà.

L'Unione Africana (precedentemente conosciuta come Organizzazione dell'Unità Africana [OAU]) si è spinta ancora più in là. L'OAU ha formalmente riconosciuto la Repubblica Araba Democratica dei Sahrawi nel 1982 come autorità legittima nel Sahara Occidentale dopo aver compiuto enormi sforzi per convincere il re del Marocco Hassan II a porre fine a questo atto di aggressione contro i suoi vicini. L'UA cerca di portare i due stati membri, il Marocco e la Repubblica Saharawi, a negoziare sotto gli auspici dell'ONU senza precondizioni per giungere a una soluzione che ponga fine a questo conflitto [vii].

Quali regole per quale soluzione?

Il parere della Corte Internazionale di Giustizia del 1975 indica che il popolo Saharawi originario del Sahara Occidentale è l'unica potenza sovrana del Sahara Occidentale. Ritiene inoltre di "non aver trovato legami giuridici di natura tale da incidere sull'applicazione della risoluzione 1514 (XV) nella decolonizzazione del Sahara Occidentale e in particolare del principio di autodeterminazione, attraverso la libera e genuina espressione della volontà dei popoli del territorio". (par.129,162)

Pertanto qualsiasi soluzione proposta a questo chiaro conflitto di decolonizzazione deve essere decisa e approvata dal popolo del Sahara Occidentale e solo da esso. Nessun altro paese, organizzazione o entità ha il diritto di decidere sul futuro politico del territorio.

Inoltre, la via della consultazione della popolazione del Sahara Occidentale, come prescritto dalle risoluzioni 1514 e 1541 dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite e confermato in oltre 100 risoluzioni dell'ONU, può essere raggiunta solo attraverso un vero e libero voto in un referendum sull'autodeterminazione supervisionato dall'ONU e dall'Unione Africana, in cui la popolazione possa scegliere fra diverse opzioni tra cui l'indipendenza, la libera associazione con un altro soggetto o l'integrazione in un'entità esistente. Pertanto qualsiasi consultazione che non includa l'indipendenza sarà in totale violazione del diritto internazionale [viii].

Una soluzione giusta, duratura, realistica e reciprocamente accettabile

Una formula adottata dalle varie risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ritiene che la soluzione reciprocamente accettabile del conflitto debba essere giusta, realistica e duratura. Si possono dare diverse interpretazioni a questi quattro termini, ma una lettura che non può essere ignorata dovrebbe certamente essere quella legata alla realtà sul campo e ai fatti politici e giuridici.

Una soluzione giusta deve rispettare la legge. E' così semplice! Le Nazioni Unite non possono permettere al Marocco di imporre un fatto compiuto coloniale nel Sahara Occidentale in violazione dei principi dell'ONU. Il Marocco è una forza occupante e come tale deve semplicemente ritirarsi dal territorio per permettere alla sua popolazione di controllare la propria terra e le proprie risorse. Permettere al Marocco di espandere il suo territorio con l'uso della forza, come sta cercando di fare, distruggerà l'intero sistema internazionale moderno.

Allo stesso modo una soluzione duratura può essere solo una soluzione legale, approvata dal popolo del territorio colonizzato. Una volta che decideranno la sorte del loro territorio in un processo legittimo, la decisione che prenderanno permetterà di ripristinare la pace.

D'altra parte, privare il popolo Saharawi di decidere liberamente sul proprio futuro, lo spingerà probabilmente a contestare i risultati di qualsiasi soluzione che interpreterà come imposta. Nessuno può prevedere l'entità della reazione dei Saharawi a tali circostanze, né l'entità dell'instabilità e del conflitto che si scatenerà nella regione, nel continente e nel mondo.

La soluzione del conflitto deve anche essere "realistica" secondo varie risoluzioni delle Nazioni Unite. Ma ancora una volta, dovremmo leggere i fatti sul campo e porre le domande giuste: il Marocco controlla davvero il territorio? Può legalizzare la sua occupazione arbitraria? Le proposte del Marocco sono realistiche? In caso affermativo, perché non è riuscito a convincere i Saharawi?

Una soluzione "realistica" può essere solo una soluzione che garantisca una pace duratura nel territorio. Qualsiasi soluzione che non sia accettata o soddisfacente per il popolo Saharawi non aiuterà mai a risolvere il problema. La realtà è che il Marocco è ancora una potenza occupante. Non ha potuto normalizzare la sua occupazione e sta ancora affrontando enormi sfide nella gestione quotidiana del territorio. Il Marocco sta dispiegando migliaia di militari e corpi di polizia per controllarlo commettendo ogni sorta di violazione dei diritti umani e violando tutte le norme del diritto umanitario internazionale. Si confronta col Fronte Polisario per quanto riguarda lo sfruttamento illegale delle risorse naturali del territorio. Le due sentenze fondamentali della Corte di Giustizia dell'Unione europea del 2016 e del 2018, sono l'ultimo esempio del successo delle sfide del Polisario.

Soluzioni eque e reciprocamente accettabili

La risoluzione del conflitto nel Sahara Occidentale aprirà una nuova epoca nelle relazioni internazionali. Qualsiasi soluzione che violi i diritti legittimi del popolo del Sahara Occidentale all'autodeterminazione e all'indipendenza non farà altro che generare altri conflitti e privare l'intera regione nordafricana e l'Africa di enormi opportunità di sviluppo, integrazione e stabilità.

Una soluzione equa consisterebbe nell'attuare i principi della Carta delle Nazioni Unite e dell'Atto Costitutivo dell'UA, chiedendo al Marocco di ritirarsi immediatamente dal territorio, di rispettare le sue frontiere internazionalmente riconosciute e di permettere alla Repubblica Saharawi, membro fondatore dell'UA, di esercitare il pieno controllo su tutto il suo territorio. In seguito i due stati potranno negoziare un accordo di pace dettagliato nel quale siano prese in considerazione le preoccupazioni e gli interessi di entrambi. In questo caso la regione del Nord Africa sarà finalmente in grado di costruire la sua tanto attesa Unione regionale, che andrà a beneficio non solo dell'Africa, ma anche dell'Europa e del mondo.

Un'altra alternativa è ovviamente quella di tornare al Piano di Regolarizzazione dell'OAU-ONU del 1991, che è stato firmato e concordato dalle due parti. Il Piano di Regolarizzazione è una grande concessione della Repubblica Saharawi, ma garantisce anche la sovranità del Popolo del Sahara Occidentale sulla sua terra. Darebbe al Marocco la possibilità di salvare la faccia e di sfuggire alla trappola che ha imprigionato il suo potenziale nella regione per quattro decenni.

Conclusione

Il Sahara Occidentale si trova in una regione colpita dal terrorismo, dalla criminalità transfrontaliera, dal traffico di droga e dalla migrazione. Se non risolveremo il conflitto in modo pacifico e nel rispetto del diritto internazionale, la regione nordafricana sarà probabilmente sommersa da agitazioni. D'altro canto, la risoluzione pacifica, duratura ed equa del conflitto consentirà ai paesi nordafricani e del Sahel di intensificare i loro sforzi e coordinarsi in modo adeguato, per trovare soluzioni ai problemi, anche attraverso programmi intensivi di investimenti economici e sociali nelle zone frontaliere prive di sviluppo, oltre a un maggiore coordinamento in termini di sicurezza.

La violazione del diritto all'autodeterminazione comporterebbe anche un pericoloso precedente nel diritto internazionale. Spingerebbe la comunità internazionale verso un futuro incerto dove nazioni forti possono violare l'integrità territoriale e la libertà di quelle più deboli.

A 43 anni dalla sua invasione militare e occupazione del Sahara Occidentale, il Marocco non è riuscito a legalizzare il suo status a livello internazionale o regionale e non è riuscito a convincere il popolo Saharawi sotto occupazione ad accettare il fatto compiuto coloniale. Peggio ancora, il governo marocchino ha difficoltà a gestire il suo territorio internazionalmente riconosciuto, come dimostrano tutti i problemi politici, economici e sociali che affliggono il popolo del Marocco. Risolvere il conflitto nel Sahara Occidentale secondo il diritto internazionale allevierà il Marocco da questo fardello e forse darà alla sua popolazione la possibilità di risolvere adeguatamente i propri problemi interni.

* L'ambasciatore Malainin Lakhal è uno scrittore e diplomatico saharawi

Note

[i]Summary of the ICJ Advisory Opinion available here: https://www.icj-cij.org/files/case-related/61/6197.pdfaccessed on 21 March 2019

[ii]The Security Council followed the Moroccan declared invasion and Green March. It issued three successive Resolutions in 1975: S/RES/ 377-1975, S/RES/ 379-1975 and S/RES/ 380-1975 all calling on Morocco to "Put an end forthwith to the declared march into Western Sahara."

[iii]The UN Charter article 2(4).

[iv]African Union's Constitutive Act, Article 4 (b).

[v]UNGA resolution 34/37 of 1979 and 35/19 of 1980.

[vi]The occupying power faces specific obligations where it has an effective control over the territories occupied. These include obligations related to respect for human rights, law, and order, in addition to respect for relevant provisions of humanitarian law related to occupation.

[vii]African Union Assembly's decisions in 2017 and 2018.

[viii]Resolution 1541 completes resolution 1514 in that it states the method of consulting the occupied nation, https://undocs.org/en/A/RES/1541(XV)


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