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Giornata internazionale per la sensibilizzazione contro le mine antipersona. Omaggio alle donne che rischiano la vita per ripulire da mine ed esplosivi il Sahara Occidentale.

Redazione Lehbib Abdelhay/ECS | ecsaharaui.com
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

04/04/2020

Sáhara Occidental: un conflicto que late sin guerra pero sin paz ...

Il Sahara Occidentale è uno dei territori più minati al mondo. Nonostante il cessate il fuoco del 1991 firmato tra il Fronte Polisario e il Marocco, la maggior parte dei sahrawi resta ancora nei campi profughi in Algeria perché è troppo pericoloso vivere lì. Ora alcune giovani donne coraggiose si sono prese la responsabilità di liberare la loro terra ancestrale dalle mine anti-persona in modo che il loro popolo possa tornare.

Nel mezzo del deserto del Sahara, queste donne saharawi camminano tra la sabbia avvolte in pesanti giubbetti blu. Le ragazze hanno la testa coperta da un turbante e le facce protette da una maschera di plastica. Intorno alla vita, un congegno fischia ogni volta che si imbattono in un oggetto metallico.

Prima di iniziare il loro lavoro, queste donne non avevano idea che ci fossero così tante mine sotto i loro piedi. Le gambe si muovono all'interno di un fragile rettangolo giallo, che fa parte del loro equipaggiamento. Tutto avviene con la massima lentezza. Esplorano il territorio con movimenti prudenti che ricordano i passi discreti di un puma.

Il Sahara Occidentale è una terra infestata di mine e ordigni esplosivi che i marocchini nascondono sottoterra per attaccare i sahrawi. Si stima la presenza di oltre 10 milioni di mine ed esplosivi, secondo le Nazioni Unite. Ogni anno, a causa di queste mine muoiono tra 10 e 20 civili.

Il territorio saharawi è diviso da un muro militare marocchino di oltre 2700 km di lunghezza, costruito dal regime di Hassan II del Marocco a partire dal 1983, con l'obiettivo di rendere inaccessibile ai suoi legittimi proprietari (il popolo saharawi) il territorio saharawi, invaso dal Marocco con l'aiuto economico e militare dagli Stati Uniti, dal 1974.

Il muro, circondato di mine antiuomo dall'inizio alla fine, divide il Sahara Occidentale in due parti: una, occupata dal Marocco, in cui si trovano tutte le ricchezze del paese (risorse ittiche, miniere di fosfato, riserve di idrocarburi, ecc.); l'altra, invece, nelle mani del Fronte Polisario, dove vi sono solo deserto e resti di guerra.

Un terrapieno costruito di sabbia, pietre e filo spinato, controllato da oltre 160 mila soldati marocchini - uno dei più lunghi al mondo - è straripante di mine antiuomo e attraversa il territorio dell'ex colonia spagnola praticamente da nord a sud .

L'esercito marocchino controlla i due terzi occidentali del Sahara e la striscia superiore settentrionale, mentre il Fronte Polisario domina il lato orientale, confinante con l'Algeria e la Mauritania.

Nel settore di El Mahbes, una ONG spagnola ha deposto simbolicamente fiori di carta stoffa con il messaggio: "Piantiamo fiori al posto di mine".

Dopo il cessate il fuoco, oltre 300 persone sono morte o sono rimaste ferite dall'esplosione di mine e bombe a grappolo ", afferma Aziz Haidar, presidente di una ONG saharawi di vittime delle mine, il quale avverte che "le piogge stanno trascinando le mine in aree considerate sicure".

Le mine complicano notevolmente la vita dei nomadi Sahrawi poiché il muro ha diviso le loro aree di transumanza e di approvvigionamento idrico, a cui si aggiunge, secondo varie testimonianze, la morte di migliaia di cammelli negli ultimi anni a causa degli esplosivi .

Ufficio saharawi per il coordinamento delle attività relative alle mine

Comunicato stampa in occasione della giornata internazionale per la sensibilizzazione sulle mine

In occasione della celebrazione della Giornata internazionale per la sensibilizzazione sul pericolo delle mine, annunciata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite nella sua risoluzione 60/97 l'8 dicembre 2005, il 4 aprile di ogni anno, l'Ufficio di coordinamento delle attività relative alle mine (SMACO) rinnova l'impegno della Repubblica Democratica Araba Saharawi nella lotta contro le mine antiuomo, ricordando le conseguenze politiche, umanitarie, economiche, ambientali e sociali di milioni di mine antiuomo sotterrate dall'occupazione marocchina dal 1975 nel nostro paese.

Lo Stato saharawi che lavora per contribuire e promuovere il Diritto umanitario internazionale e la rinuncia a tutte le forme di violenza, compresa l'eliminazione dei resti di guerra, continuerà ad essere fedele al suo impegno nei confronti della comunità internazionale. Ha attuato negli ultimi anni un pacchetto di leggi, misure costituzionali, legislative, strutturali e organizzative, tra le altre, per promuovere azioni nazionali e globali contro le mine e nei suoi cinque pilastri, inclusa, tra l'altro, la creazione di associazioni nazionali specializzate su diversi temi. E con decreto presidenziale, ha istituito un Ufficio sahrawi per coordinare le azioni contro le mine per sorvegliare e attuare la politica dello Stato contro le mine.

Questi sforzi sono culminati con l'attuazione da parte del POLISARIO e della Repubblica Democratica Araba dei Sahrawi dei loro obblighi internazionali, distruggendo l'ultima parte del loro arsenale di mine antiuomo, stimato in 20.493 in otto fasi, l'ultima delle quali si è conclusa il 9 gennaio 2019.

Per quanto riguarda gli aiuti alle vittime, lo Stato saharawi ha prestato particolare attenzione da subito alle loro particolari esigenze, a partire dalla loro pieno patrocinio nonostante la scarsità di possibilità e le condizioni di guerra e di asilo nei campi che non dispongono di infrastrutture di base per soddisfare i loro bisogni. Eppure sono stati fatti enormi sforzi, il cui indicatore più importante forse è stata la costruzione del Centro del Martire di Al-Charif per i sopravvissuti e le vittime nel 1978 per garantirne la riabilitazione, come prova evidente di questo impegno.

I lavori sono proseguiti sia orizzontalmente, che verticalmente in questo campo per rispondere alle esigenze delle vittime attraverso l'istituzione di una Direzione statale specializzata in questo settore, oltre a sostenere un'associazione sahrawi che dal 2005 si dedica agli affari delle vittime delle mine e coordina il suo ruolo in cooperazione con il Programma d'azione contro le mine delle Nazioni Unite e altre ONG, supervisionando i progetti per il loro reinserimento sociale, con l'obiettivo principale di continuare a migliorare le loro condizioni e il loro diritto a una vita dignitosa e di stimolare la loro autonomia individuale per lavorare ed essere produttivi.

E in adempimento ai suoi impegni internazionali e nella convinzione che entro il 2025 non ci sarà un mondo sicuro vista la grande contaminazione delle vaste terre del Sahara Occidentale, che minaccia la sicurezza delle persone, degli animali e dell'ambiente, lo Stato Saharawi ha contribuito dal 2008, in collaborazione con partner internazionali, alla bonifica di 148,8 milioni di metri quadrati di terra nei territori liberati del Sahara Occidentale, rendendo sicure 10.516 km di strade, sgombrando 37 campi minati dei 61 identificati e cancellando 459 aree contaminate da bombe a grappolo.

Nello stesso contesto, 24.494 pezzi di munizioni a grappolo e 8.830 oggetti di resti esplosivi di guerra UXO [ordigni inesplosi] sono stati rimossi e/o distrutti e neutralizzate circa 7.870 mine antiuomo e anticarro. E per sensibilizzare la coscienza e promuovere il comportamento ideale di fronte ai rischi legati alle mine e ai resti di guerra, oltre 73.343 persone di vari gruppi e fasce di età hanno ricevuto informazioni educative e di sensibilizzazione sui rischi legati alle mine.

A livello internazionale, la Repubblica Democratica Araba dei Saharawi partecipa regolarmente ai lavori dei vari forum e conferenze internazionali relativi all'azione contro le mine e riferisce periodicamente sugli sforzi compiuti, nonché su quelli ottenuti, incluso l'Articolo 7 [della Convenzione di Ottawa, ndt]

Il governo saharawi plaude con soddisfazione per la bonifica di queste vaste aree di terra liberata e per i risultati raggiunti e apprezza il ruolo umanitario ed efficace svolto dal Servizio di azione anti-mine delle Nazioni Unite (UNMAS) nella bonifica del territorio da ad est del muro.

L'Ufficio saharawi di azione contro le mine chiede alle organizzazioni internazionali che vietano e combattono le mine di fare tutto ciò che è in loro potere per esercitare pressioni sul Marocco perché adempia alle sue responsabilità, si unisca ai trattati di Ottawa e Oslo per il bando di mine e bombe a grappolo, condivida le mappe delle mine e partecipi a programmi umanitari di sminamento e sensibilizzazione, oltre a consentire l'accesso allo sminamento umanitario nelle aree occupate e consentirne lo stesso nella zona cuscinetto (Bufferzone), che rappresenta una grave minaccia per la sicurezza della popolazione civile e le sue proprietà, oltre ad essere un ostacolo agli sforzi di pace e alla stabilità nella regione.

L'Ufficio sahrawi per il coordinamento dell'azione contro le mine e il Servizio di azione contro le mine delle Nazioni Unite nel Sahara Occidentale elogiano donne e uomini sahrawi che lavorano con grande coraggio contro un nemico comune, in sicurezza e fiducia di fronte a difficoltà e pericoli, per ripulire le terre del Sahara Occidentale dagli effetti orribili della malvagia occupazione.

In questo giorno particolarmente importante, l'Ufficio ribadisce il suo impegno a collaborare con tutti i suoi partner nazionali e internazionali per raggiungere la sua visione e missione di vedere un Sahara Occidentale libero da mine, in sviluppo e che i suoi cittadini godano della libera circolazione e sicuro per garantire una vita dignitosa agli abitanti del Sahara Occidentale, comprese le vittime e le persone colpite da mine e resti di guerra.

Alla SMACO riceviamo la notizia della morte del leader eccezionale, membro della Segretaria Nazionale del Fronte POLISARIO, Mohamed Khadad, fondatore e promotore dell'azione umanitaria contro le mine e forza trainante della campagna internazionale contro il muro marocchino. L'ufficio esprime le sue sincere condoglianze a tutto il popolo saharawi e alla famiglia del defunto.


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