www.resistenze.org - popoli resistenti - serbia - 23-05-10 - n. 320

Forum di Belgrado per un Mondo di Eguali
 
Cari amici,
 
Il Forum di Belgrado per un Mondo di Eguali si rivolge a voi, a nome della Sig.ra Tamara Krstić di Belgrado, figlia del generale Radislav Krstic, che, a causa del verdetto del Tribunale dell'Aja, sconta la sua pena detentiva nel Regno Unito.
 
La scorsa settimana, il generale Krstic è stato vittima di una brutale aggressione fisica organizzata da un gruppo di detenuti nel carcere britannico di Wakefield. Le conseguenze sono state alcune lesioni gravi al collo e sul corpo, con significative perdite di sangue, e un coma cerebrale.
 
Tutte le circostanze finora raccolte indicano che questo attacco è stato a lungo preparato e premeditato. Ciò dimostra l'incapacità di garantire la sicurezza del generale Krstic, sia in questa o qualsiasi altra struttura carceraria del Regno Unito. Pertanto, preghiamo di facilitare il trasferimento del generale Krstic in un altro paese, un paese che sia disposto e in grado di garantire la sicurezza del generale Kristic, preferibilmente in Serbia. Stiamo inviando petizioni specifiche al Presidente del Tribunale dell'Aia Patrick Robinson, L'Aia; all'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani a Ginevra; al Segretario generale del Consiglio d'Europa a Strasburgo e al Presidente dell'Unione Europea e ai mass media.
 
Saremmo grati per un impegno serio e un fattivo contributo per favorire questo trasferimento, per la sicurezza della sua vita e per cure mediche adeguate.
 
Živadin Jovanović, Presidente del Forum di Belgrado per un Mondo di Eguali
 

 
Si levano molte voci di preoccupazione per il trattamento dei prigionieri politici internazionali
 
Il vile attacco al Generale Radislav Krstic del 7 Maggio, nella prigione di Wakefield in gran Bretagna, è un drammatico esempio del fallimento nel garantire la sicurezza dei prigionieri dei Tribunali Internazionali.
 
Cittadino della Bosnia serba, il generale Krstic è stato condannato a 35 anni di carcere dal Tribunale Penale Internazionale per l'ex Iugoslavia (ICTY) per complicità nei fatti di Srebrenica nel 1995, sebbene sia stato riconosciuto, che non era direttamente coinvolto in attività criminali. Il Generale Krstic ha sempre fermamente negato qualsiasi conoscenza di massacri a quel tempo, e la sua condanna è sempre stata considerata eccessiva e motivata politicamente da molti osservatori internazionali, i quali ritengono che il caso dovrebbe essere riaperto.
 
Il 7 maggio, il generale Krstic è stato fisicamente aggredito da tre detenuti identificati come "musulmani". Un albanese di 22 anni, di nome Indrit Krasniqi è accusato di aver cercato di tagliare la gola al Generale Krstic, mancando di poco la giugulare. Krasniqi, 22 anni, sta scontando una condanna a vita dalla legge britannica, come componente di una banda che ha torturato e assassinato una ragazza di 16 anni. Il carcere di Wakefield nel nord dell'Inghilterra, è riservato in particolare per criminali che scontano pene per reati sessuali con lunghe detenzioni.
 
Per noi è altamente irresponsabile che le autorità britanniche, abbiano scelto di far scontare la pena al Generale Krstic, di fatto un prigioniero di guerra, in tale ambiente. Attualmente, a 62 anni, il Generale Krstic è invalido, dopo aver perso una gamba nella guerra di Bosnia. Vi è un rischio evidente nel detenere un prigioniero serbo bosniaco, accusato di crimini contro i musulmani, in una regione dell'Inghilterra, con una popolazione musulmana particolarmente grande. L'affermazione che l'attacco è stato motivato dalla "vendetta musulmana" serve solo come cortina fumogena per coprire le responsabilità delle autorità britanniche.
 
L'attacco quasi mortale al Generale Krstic, segue una serie straordinaria di decessi di prigionieri detenuti, da parte dei Tribunali Penali Internazionali per l'ex Jugoslavia e il Ruanda.
 
Noi sottoscritti, chiediamo:
 
          Un'inchiesta ufficiale sull'incidente del 7 maggio.
          Il trasferimento immediato del generale Krstic in un paese in grado di garantire la sua sicurezza personale, ad esempio la Norvegia o la Serbia, le cui autorità di Belgrado hanno richiesto.
          La fine dell'indifferenza dei governi, delle organizzazioni dei diritti umani e dei media per la sorte dei prigionieri di Tribunali Penali ad hoc, spesso esageratamente marchiati dai media e senza i benefici delle tutele giurisdizionali, vigenti in condizioni normali nei Tribunali nazionali.
 
Alcune note sulla figura del Generale Radislav Krstic
 
Radislav Krstić è nato il 15 febbraio 1948 è nato a Neđjeljišta, nella regione Vlasenica, nel Nord-Est della Bosnia-Erzegovina, Jugoslavia. E' stato il capo di stato maggiore / Vice Comandante del Corpo della Drina Republika Srpska (VRS, l'esercito serbo-bosniaco), dall'ottobre 1994 fino al 12 luglio 1995. E' stato promosso al grado di generale maggiore nel giugno 1995 e assunse il comando del Corpo d'Armata Drina, il 13 luglio 1995.
 
Nel 1998 Krstić fu incriminato per crimini di guerra dal Tribunale Penale Internazionale per l'ex Jugoslavia all'Aia, in relazione alla presunta uccisione di 8.100 uomini e ragazzi bosniaci l'11 luglio 1995 a Srebrenica. Il 2 agosto 2001, Krstić è stato il primo prigioniero condannato per genocidio dal Tribunale e fu condannato a 46 anni di carcere. Era la terza persona ad essere condannata nell'ambito della Convenzione del 1948, sulla prevenzione e la repressione del delitto di genocidio. In appello la condanna per genocidio è stata annullata, il giudice di appello ha lasciato l'accusa meno grave, di sola complicità nel genocidio.
 
Krstić ha sempre descritto i suoi anni giovanili nella Jugoslavia, come molto tranquilli e la comunità in cui viveva come multietnica e molto tollerante, in particolare tra i giovani. Nel 1968, dopo il completamento degli studi secondari, è passato agli studi universitari, iscrivendosi presso l'Accademia militare di Belgrado. Si è laureato nel 1972, dopodiché divenne un ufficiale di servizio attivo della ex JNA (Armata Popolare Jugoslava).
 
Krstić fu assegnato alla guarnigione di Sarajevo dal 1972 al 1981, dove ha frequentato la scuola secondaria militare che si chiamava Josip Broz Tito. Il suo primo incarico è stato comandante di plotone presso la scuola secondaria militare. Krstić ricorda Sarajevo come un caso esemplare della Jugoslavia, per lo spirito di unità tra la popolazione etnicamente diversificata.
 
A metà del 1986, Krstic fu assegnato a Pristina, in Kosovo, incaricato della formazione degli ufficiali e unità del corpo di Pristina. Poi fu inviato a Kosovska Mitrovica nei primi mesi del 1987 come Capo di Stato Maggiore della Brigata motorizzata. Rimase a quel posto fino al 1990, quando divenne Comandante di Brigata di tale presidio.
 
A metà del 1992, dopo l'indipendenza proclamata dalla Bosnia, Krstic decise di tornare in Bosnia, in quanto bosniaco, si considerava un cittadino della Bosnia,. Con la famiglia nel giugno 1992 con la guerra già in pieno svolgimento, si arruolò nell'esercito della Republika Srpska. Fu subito assegnato con il grado di tenente colonnello al posto del Comandante del 2° Brigata motorizzata Romanija, che si trovava nel presidio Sokolac.
 
Il 29 dicembre 1994, durante un controllo a Kladanj Olovo, Krstić pestò una mina e fu gravemente ferito e il 3 gennaio gli fu amputata la gamba destra sotto il ginocchio. Rimase in ospedale militare in Meljine fino alla fine di marzo 1995 quando fu trasferito a Belgrado, rimanendovi fino alla fine di aprile 1995. Dimesso dall'ospedale militare su sua richiesta, tornò in Bosnia con la moglie a riferire a Sokolac e Vlasenica per ulteriori trattamenti. Si sottopose a terapie fino alla metà di maggio 1995, quando tornò al suo posto ufficiale.
 
Al ritorno alle sue funzioni ufficiali, Krstic fu nuovamente informato che l'attività da parte delle forze musulmane bosniache tra Tuzla e il protettorato delle Nazioni Unite erano in aumento, e le forze serbe stavano soffrendo pesanti perdite causa infiltrazioni. L'Intelligence serba riferiva che, nonostante un ordine di no-fly su gran parte della zona, gli elicotteri militari della Bosnia-Erzegovina secessionista, usavano e atterravano nelle aree protette dalle forze internazionali, portando quotidianamente munizioni e rifornimenti, alle forze secessioniste musulmane. Valutando che l'accumulo stava preparando una grande offensiva da parte dell'esercito della BiH, il Corpo d'Armata Drina serbo bosniaco, avviò i preparativi per una controffensiva.
 
Il 15 Giugno 1995, le forze del 2° corpo dell'Esercito della BiH lanciarono offensive simultanee, ma dopo quattro giorni di combattimenti il 2° corpo fu respinta alla posizione originaria. Il 26 giugno il Corpo Drina fortificarono le loro difese e riuscirono a fermare e quindi respingere l'esercito secessionista della Bosnia-Erzegovina alle loro posizioni iniziali.
 
Rilevando che le enclavi protette dalle Nazioni Unite di Srebrenica e Zepa, non erano mai state smilitarizzate e che nascondevano "cinque o sei brigate" della Bosnia-Erzegovina, truppe e armi, sotto il controllo del terrorista e criminale Naser Oric, il Comando serbo iniziava a preparare attività offensive in profondità.
 
L'obiettivo operativo era quello di " un attacco a sorpresa, per separare e ridurre le dimensioni della enclave di Srebrenica e Zepa" il cui scopo era quello di "migliorare la posizione tattica delle forze serbe in profondità nella zona e di creare le condizioni per rendere inoffensive le enclavi".
 
Il 1° battaglione della Brigata Zvornik, furono i primi soldati dell'Armata serbo bosniaca a entrare nella città di Srebrenica intorno alle ore 16.00 dell'11 luglio. Quella sera in una riunione con Mladić, Krstic venne messo a capo delle forze di fanteria, che avrebbero svolto una marcia durante la notte verso Zepa in preparazione di operazioni di combattimento lì. In quella riunione fu inoltre deciso che Zivanovic si sarebbe occupato dell'acquisto di autobus per spostare civili da Srebrenica a Kladanj.
 
Krstić sollevato dai suoi doveri di comandante del Corpo Drina, il 21 novembre 1995, fu inviato alla Scuola di Difesa Nazionale di Belgrado. Tornò al in Bosnia presso il Comando della VRS nel settembre 1996, fu poi nominato comandante del 5 ° Corpo d'armata nell'aprile 1998. Il 1 Novembre 1998 Krstić fu incriminato dal Tribunale Penale Internazionale per l'ex Jugoslavia dell'Aja per genocidio, complicità in genocidio, sterminio, due omicidi, e persecuzione. Il 27 ottobre 1999, l'atto di accusa venne modificato per includere anche i reati di espulsioni forzate e atti disumani.
 
Mercoledì 2 dicembre 1998, Krstic guidava attraverso il paese di Vršani sulla strada Bijeljina-Brčko,verso Banja Luka, per lavoro quando la sua auto fu bloccata e lui preso in custodia in una operazione congiunta SAS-Navy SEAL diretta dalla SFOR. Venne immediatamente trasportato all'Aja per il processo. I governi serbi sia a Banja Luka e Belgrado espressero indignazione e anche Mosca protestò, nel senso che ha avuto luogo in una zona della Bosnia pattugliata dal contingente SFOR russo, che non era al corrente dell'operazione
 
Il processo a Krstić è iniziò cinque giorni dopo il suo rapimento il 7 dicembre 1998. La sua strategia di difesa è stata di negazione completa di tutte le accuse. Egli non ha negato che crimini di guerra possano essere avvenuti durante la guerra, ma ha sostenuto che lui o il suo comando, non ha partecipato a nessuna pianificazione, organizzazione o dato ordini di uccisione o deportazioni. Ha anche ribadito di non aver mai conosciuto o sentito nulla in merito a qualsiasi atrocità fino a quel giorno del processo.
 
Il 2 agosto 2001 Krstić fu condannato a 46 anni di carcere. Il 15 agosto 2001, il difensore di Krstić presentò un ricorso contro la sentenza della Camera di primo grado, sostenendo che la Camera di primo grado aveva snaturato la definizione legale di genocidio e commesso un errore applicando la definizione di diverse circostanze del caso. La Camera di ricorso si pronunciò per la non colpevolezza di genocidio, ma ha mantenuto l'accusa di complicità, con un a riduzione della pena di 11 anni, portandola a 35 anni. Il 20 dicembre 2004 Krstić venne trasferito nel Regno Unito a scontare la sua pena.
 
Maggio 2010, a cura del Forum Belgrado Italia
 
 

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