Forum di Belgrado per un Mondo di Eguali | wpc-in.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
28/02/2018
La risoluzione 1244 (1999) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che garantisce la sovranità e l'integrità territoriale della Serbia e l'ampia autonomia di Kosovo e Metohija in Serbia è il documento legale vincolante più alto in grado che obbliga tutti i membri di questa Organizzazione mondiale, compresi gli Stati membri dell'UE, La NATO, l'OSCE, l'OIC, l'UA e l'EAU. La risoluzione 1244 è l'unica base affidabile ed il quadro per qualsiasi negoziato riguardante lo status. A causa dei gravi errori commessi dalle ex autorità serbe, il sistema delle Nazioni Unite ha prodotto alcuni documenti dannosi di carattere consultivo e non vincolante. È di vitale importanza che non vengano commessi errori simili o persino più gravi né nel presente né in futuro, perchè ciò renderebbe più difficile la futura posizione e le prospettive della Serbia.
Il parametro singolo più importante è la Costituzione della Repubblica di Serbia. Ci si aspetta che sia osservata da tutti, e la rilevante responsabilità aumenta con il crescere della posizione di ciascuno di noi nella società. Il rispetto della Costituzione del Paese è la misura della integrità e serietà dello Stato, degli uomini di stato e dei cittadini.
Negoziare "Kosovo e Metohija per ottenere l'adesione all'UE è inaccettabile, perché i valori in questione non sono comparabili. L'adesione è benvenuta, purché sia offerta priva di ricatti e non sia un pedaggio per l'inclusione in una compagine esclusiva.
Tenendo conto di tutte le esperienze finora compiute, è chiaro che qualsiasi garanzia dell'UE per eventuali accordi o soluzioni future riguardanti la Serbia non potrebbe essere attendibile. L'UE ha avviato accordi in cui i diritti della Serbia non sono che un'esca, attirando il consenso e la firma della Serbia, mentre il vero obiettivo è stabilire gli obblighi della Serbia a favore dell'altra parte e, quindi, ottenere un punto fermo per infiniti ricatti usando un unico argomento ": 'Se vuoi l'adesione all'UE!' Le uniche disposizioni attuate dalla risoluzione 1244 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sono quelle nell'interesse degli albanesi e nessuna di quelle che garantiscono i diritti dei Serbi e della Serbia.
La Serbia ha adempiuto a tutti i suoi obblighi derivanti dall'accordo di Bruxelles del 2013 sponsorizzato dall'UE, mentre gli albanesi non hanno osservato l'unico a cui si sono impegnati: l'istituzione della Comunità dei Comuni Serbi. L'EULEX è stata accettata come "neutrale rispetto allo status", ma in realtà questa Missione era e rimane lo strumento chiave per l'istituzione di un quasi-stato illegittimo su una parte del territorio della Serbia. È adombrato dai soliti sospetti irrisolti di comportamento corruttivo del suo personale. La sfiducia che ne deriva può essere neutralizzata solo attraverso l'attuazione degli obblighi incompiuti nei confronti della Serbia e dei Serbi, unitamente a un'autentica imparzialità, identificando e perseguendo i responsabili dei crimini perpetrati contro i Serbi.
Sotto i negoziati fino ad ora, la Serbia è andata ben al di là nel fare concessioni a Prishtina e all'Occidente e, in cambio, non è stata garantita una minima protezione dei suoi diritti e interessi. Belgrado dovrebbe essere abbastanza saggia da trarre conclusioni adeguate da questa pratica. Non dovrebbe comportare alcun nuovo accordo o obbligo, tanto meno inserire un nuovo "accordo giuridicamente vincolante" per così tanto tempo fino all'implementazione di tutti gli obblighi nei confronti della Serbia e del popolo serbo, incluso il ritorno libero e sicuro di quasi 250.000 persone espulse in un episodio di pulizia etnica. Che tipo di normalizzazione sarebbe senza aver condizionato il ritorno sicuro di un quarto di milione di persone espulse?
Un accordo giuridicamente vincolante sarebbe utilizzato per la creazione accelerata della Grande Albania. Pur rimanendo al di fuori delle Nazioni Unite, il Kosovo difficilmente potrebbe unirsi con l'Albania, in quanto non è un soggetto di diritto internazionale. Un altro ostacolo è quello di essere formalmente sotto il mandato delle Nazioni Unite ai sensi dell'UNSCR 1244.
Per la Serbia, lo status della Provincia del Kosovo e della Metohija è una questione vitale che rimarrà aperta fintantoché i negoziati daranno una soluzione giusta e auto-sostenibile, come stabilito dalla Risoluzione 1244 dell'UNSC. Nessuno ha il diritto di ricattare la Serbia tramite una qualsiasi scadenza, o per imporre soluzioni su misura per soddisfare i propri interessi politici.
L'obbligo e gli sforzi della Serbia per garantire i diritti umani fondamentali del popolo serbo in Kosovo e Metohija, come la sicurezza personale, la libertà di movimento e l'inviolabilità dei diritti di proprietà, godono del pieno sostegno dei cittadini. Questo obbligo, unitamente al dovere di assicurare l'osservanza dello status e dei diritti inalienabili della Chiesa ortodossa serba, elimina l'interesse essenziale, che è - lo status della Provincia in linea con la Risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e la Costituzione serba.
Troviamo inaccettabile sia l'indifferenza che la promozione della propaganda malevola che sollecita che il Kosovo e Metohija non siano che un fardello che la Serbia dovrebbe eliminare, e presto, così da consentire alla sua economia e ai cittadini di imbarcarsi in futuri investimenti, sviluppo, migliori standard di vita, crescita della popolazione più elevata, quasi un paradiso sulla Terra. Tutto questo è ancora un altro grande inganno. In ogni paese, il tenore di vita e l'economia dipendono dalla politica e dai sistemi economici, dalla diversificazione della cooperazione economica e dalle fonti di investimento, piuttosto che dalla rinuncia a qualsiasi interesse vitale nazionale o statale.
La Germania sfrutta l'attuale forma di negoziato di Bruxelles per promuovere il proprio e, in una certa misura, gli interessi geopolitici generali occidentali. Questo combina il modo di risolvere la questione nazionale albanese, l'indebolimento del popolo serbo e la Serbia come fattore politico nei Balcani, e con l'ulteriore deterioramento della questione nazionale serba irrisolta. Un argomento importante a supporto di questa valutazione è l'effettiva proibizione per 250.000 serbi e altri non albanesi dell'esercizio del diritto universale al ritorno libero, sicuro e dignitoso alle loro case e proprietà.
Un giusto compromesso è possibile solo nella cornice della risoluzione 1244 dell'UNSCR e della Costituzione della Serbia. Non è né un compromesso né una soluzione duratura permettere a Pristina di acquisire indipendenza, ricchezza economica e naturale, l'adesione all'ONU, all'UNESCO, all'OSCE, mentre tutti i serbi ottengono nuove divisioni, nuovi confini internazionali invece della linea amministrativa, status di nazionale minoranza, e una comunità di municipi serbi ridotta a una ONG.
Tenendo presente tutto quanto sopra detto, e in particolare le alterate circostanze e l'inadeguato formato dei negoziati di Bruxelles, la dimensione ricattatoria del legare lo status di Kosovo e Metohija ai negoziati di adesione della Serbia, si può supporre che al momento non esistano prerequisiti per il raggiungimento di una soluzione equilibrata, giusta e duratura. Tali prerequisiti possono essere creati coinvolgendo la Russia e la Cina nel processo negoziale e nelle garanzie, ovvero riportando il processo alle Nazioni Unite, dove è stato originariamente iniziato.
La Serbia è stata e rimane disposta a cercare un compromesso, a mettere in armonia gli interessi, non in uno spazio inesplorato, ma all'interno del dominio dei principi e della legge. La Serbia non dovrebbe optare per uscire da questo dominio di principi e di legge e sforzarsi di migliorare la vita futura dando priorità all'ingiustizia sulla giustizia. Anche la giustizia è parte della realtà.
Proporre i cosiddetti "due modelli di Germanie" è un ovvio tentativo di giustificare e ingannare, e un'offerta di "salvare la faccia". Tuttavia, le due situazioni, le circostanze internazionali rilevanti, le loro origini e le loro cause primarie sono incomparabili. La Serbia non è l'ex Repubblica federale di Germania, né il Kosovo e la Metohija sono l'ex Repubblica Democratica Tedesca. La Serbia ha già espresso la sua opinione sull'ultimatum di Zeigmar Gabriel. Sarebbe meglio che sia l'Europa che l'UE rendessero stabile la loro posizione, e quindi escludessero Gabriel dalla sua abitudine di proclamare quali parti dei territori fanno o non costituiscono la parte di altri stati. Ricordiamo che quest'anno è l'ottantesimo anno dell'Accordo di Monaco?
Živadin Jovanović
Presidente del Forum di Belgrado per un Mondo di Eguali
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