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Conferenza contro la Françafrique: Intervento del FRAPP - Fuori la Francia

Fronte Rivoluzionario Antimperialista Popolare e Panafricano/Senegal | pcrf-ic.fr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

17/03/2021

Lo scorso 13 febbraio 2021 si è svolta on-line una videoconferenza contro la Françafrique per il ritiro del Franco CFA e dei soldati francesi dal Sahel, organizzata da Rassemblement Communiste (RC), Polo della Rinascita Comunista in Francia (PRCF), Partito Comunista Rivoluzionario di Francia (PCRF) (leggi qui intervento), Associazione Nazionale dei Comunisti (ANC) con la partecipazione del Fronte Rivoluzionario Anti-Imperialista Popolare e Panafricano/Senegal (FRAPP), del Movimento Democratico Popolare/Mali (MDP), del Partito Comunista del Benin (PCB) e della Dinamica Unitaria Panafricana della Diaspora (DUP).  (Ndr) 

Portavoce del FRAPP: El Hadj Abdulaye Seck

Cari compagni, è con grande piacere che la nostra organizzazione, Fronte Rivoluzionario Antimperialista Popolare e Panafricano del Senegal (FRAPP/ Fuori la Francia), partecipa a questa videoconferenza alla presenza dei compagni antimperialisti francesi. Oggetto di questo incontro è la richiesta di mettere fine all'occupazione monetaria francese firmata da diverse organizzazioni in Africa e Francia, che è la logica continuazione di tutte le azioni intraprese negli ultimi anni sia in Africa che in Francia per rivendicare la sovranità monetaria dei paesi membri della Zona francese.

L'iniziativa, infatti, si sostiene su basi simboliche, economiche e amministrative: a livello simbolico, le popolazioni della zona UMOA [Unione Monetaria Ovest-Africa che comprende Costa d'Avorio, Senegal, Mali, Burkina Faso, Togo, Benin, Niger, ndr] sono state informate contro ogni aspettativa sulla decisione presa dai presidenti Emmanuel Macron e Alassane Dramane Ouattara [presidente della Costa d'Avorio, eletto nel 2016 presidente dell'Unione, ndr] consistente nel sostituire il Franco CFA con l'ECO. Questo annuncio, al di là del carattere paternalistico e antidemocratico, è una confisca della volontà dei popoli nella misura in cui la via Africana si batteva per il ritiro totale della Francia dalle loro questioni monetarie. Inoltre, è chiaro che questa dichiarazione significa che solo la Francia, attraverso il Consiglio dei ministri, l'Assemblea nazionale e il Senato, pilota il futuro di oltre 120 milioni di abitanti in un momento in cui i parlamenti degli 8 paesi dell'UMOA osservano volontariamente in silenzio ad eccezione del Benin. Infatti, dopo la ratifica dell'accordo monetario da parte dell'Assemblea nazionale francese, il deputato Jean-Pierre Babatoundé, attraverso una serie di domande, ha invitato il governo beninese a dare spiegazioni alla rappresentanza nazionale. Ironia della sorte, questo deputato dell'unione progressista è stato trovato morto il 5 febbraio 2021. Inoltre, il direttore dei servizi legislativi dell'assemblea nazionale del Benin, Maître Yves Ogan, che aveva denunciato questa ennesima oppressione della Francia è stato rapidamente rimosso dall'ufficio.

Sul piano economico, questa riforma è puramente cosmetica in quanto dei 4 principi cardine del Franco CFA, solo la centralizzazione delle riserve valutarie è stata abolita, a seguito della determinazione della popolazione africana. Il mantenimento della parità fissa mostra chiaramente che la Francia vuole chiaramente mantenere i vantaggi commerciali tratti dall'ossatura della Zona francese. In realtà, il Franco CFA è una tassa sulle esportazioni dai paesi della Zona francese e una sovvenzione alle loro importazioni. Di conseguenza, la Zona francese è principalmente orientata sul mercato europeo. A titolo illustrativo, il continente europeo è il primo partner commerciale dei paesi della Zona francese fino al 44% secondo il rapporto sul commercio estero dell'UEMOA [Unione Economica e Monetaria Ovest-Africa, ndr] nel 2019. La parità fissa è all'origine del basso tasso di commercio intraregionale tra i paesi dell'unione monetaria (14% contro il 60% della zona euro). Questo ancoraggio a una valuta forte come l'Euro spinge la BCEAO [Banca Centrale degli Stati dell'Africa Occidentale, ndr] ad adottare una politica monetaria difensiva.

Questa posizione della BCEAO ha un impatto negativo sul volume dei prestiti concessi ai lavoratori, ai contadini, al settore privato, ecc. Nella zona UMOA, il rapporto credito / PIL si attesta al 23% mentre in Francia è al 107%. Inoltre, evidenziamo un passaggio dalla pagina 13 del rapporto di presentazione dell'Accordo monetario esposto all'Assemblea Nazionale di Francia: "questa politica monetaria prudente intesa a contenere l'inflazione e mantenere la parità fissa tra il FCFA e l'Euro, tuttavia, ha portato a una scarsità di liquidità per i promotori di progetti locali". L'altro principio mantenuto, vale a dire la garanzia della convertibilità, è una cortina fumogena. Come promemoria, nel 1994, quando i paesi della zona UMOA erano in attesa di questa garanzia, la Francia è passata dal FMI per far ingoiare la pillola della svalutazione. Questa falsa garanzia è confermata dal fatto che nelle varie leggi finanziarie francesi non è previsto alcun euro sotto la voce "accordi monetari internazionali".

Sul piano amministrativo, la Francia, da un lato, ha consapevolmente rubato il nome del progetto di moneta unica ECOWAS [Comunità Economica degli Stati dell'Africa Occidentale che comprende: Benin, Burkina Faso, Capo Verde, Costa d'Avorio, Gambia, Ghana, Guinea, Guinea-Bissau, Liberia, Mali, Niger, Nigeria, Senegal, Sierra Leone, Togo, ndr] in gestazione dal 1983 al fine di seminare confusione e allargare la Zona francese agli altri paesi ECOWAS. Dall'altra parte, annunciando il ritiro dei rappresentanti della Francia dagli organi della BCEAO, i paesi UMOA e la Francia hanno concluso, attraverso gli articoli 4 e 8 del nuovo accordo di cooperazione monetaria, che una personalità indipendente sarà nominata dall'UMOA di concerto con la Francia e che nel caso in cui il tasso di copertura dell'emissione monetaria sia inferiore al 20%, la Francia rientrerà nell'organismo monetario della BCEAO con diritto di voto.

Prendendo atto di questi vari attacchi alla sovranità dei popoli, il comitato d'iniziativa per la sovranità monetaria ha lanciato questa petizione a Dakar il 21 dicembre 2020.

Invitiamo tutte le forze progressiste a unirsi attraverso azioni comuni per gettare le basi per un'umanità scollegata dalle ramificazioni del sistema imperialista mondiale. La nostra organizzazione approfitta di questa conferenza per ricordare che la nostra lotta non è anti-francese, ma è una lotta antimperialista che assumiamo pienamente.

Quando il popolo si solleva, l'imperialismo si ritira!

La lotta continua, il popolo vincerà!


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