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Giornalista siriano incontra SOL: Come viene valutata l'operazione in Siria?

SOL International | sol.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

10/10/2019

Un giornalista siriano ha rilasciato un'intervista a SoL su come viene considerata l'operazione turca in Siria

Özkan Öztaş di SOL intervista Adeep Abdul Fattah, ex reporter ad Ankara della televisione di stato siriana (SANA) su come l'opinione pubblica siriana considera gli ultimi sviluppi e il funzionamento della Turchia.

In che modo la stampa siriana e curda vede gli ultimi sviluppi? Qual è la reazione?

Saluti dalla Turchia, per cominciare. Il governo di Damasco considera naturalmente illegittimo qualsiasi intervento o progetto. La presenza militare del governo di Ankara nel territorio siriano è già illegittima. Ciò è stato espresso in numerosi colloqui e incontri di negoziazione a cui Siria, Turchia, Iran e Russia hanno preso parte insieme, in precedenza. Eppure la Turchia esprime la sua posizione dicendosi a favore di una più efficace pulizia della regione dagli islamisti. Tutto ciò è uno scherzo. È completamente senza senso che i termini di Turchia e lotta agli islamisti siano menzionati insieme.

Quindi, né secondo il diritto internazionale, né secondo la coscienza dell'umanità, ciò è accettabile per la Siria. In questi ultimi minuti, tale concetto viene costantemente sottolineato dalla stampa siriana.

Riguardo alla stampa curda, in particolare le fonti e le controparti vicine a YPG, rilasciano dichiarazioni sugli Stati Uniti i quali hanno lasciato l'alleanza abbastanza presto. Ciò che si vede nel fronte curdo è la sensazione del "Siamo stati gettati via". Negli ultimi sviluppi, i rappresentanti curdi, che danno il via libera al governo siriano, dichiarano che preferirebbero collaborare con lo Stato siriano piuttosto che una presenza turca.

IL CONTATTO TRA SIRIA E RAPPRESENTANTI KURDI NON È MAI STATO INTERROTTO

È noto che la cooperazione tra lo stato siriano e i curdi è talvolta necessaria. Quindi questa non sarebbe la prima volta, vero?

Parlando francamente, i rappresentanti curdi hanno concentrato i loro contatti con il governo siriano sin dalla prima volta in cui sono stati avviati. Di tanto in tanto i contatti sbiadivano, ma non si sono mai veramente interrotti. A Qamishli, per esempio. Nell'aerodromo, la presenza militare è ancora guidata dal governo siriano e i contatti militari o giornalieri sono ancora attivi.

LA GENTE E' PREOCCUPATA PER GLI ATTI DI TERRORISMO ISLAMISTA

E la comunità civile? Cosa si sente dire per strada?

Oggi io abito a Qamishli. Questo non è un luogo di conflitto aperto. Anche per i curdi. Tra i territori in cui sono presenti le forze curde, Qamishli è il posto in cui il governo siriano è più forte. La gente qui teme che la Turchia scatenerà le bande armate nei confronti dei civili. Sai, durante le operazioni, l'FSA [Free Syrian Army, Esercito Libero Siriano, i cosiddetti "ribelli siriani" più volte benedetti dalla stampa coccidentale n.d.t.] agisce prima e poi arriva l'esercito turco. Questa è la situazione nella zona. Quindi la gente ha paura di rivivere i vecchi tempi, il terrore che gli islamisti hanno praticato. Questo è successo in altri posti. Ad Afrin, ad esempio, ciò che le bande armate hanno fatto nelle aree civili è stato piuttosto scioccante.

Ci sono alcune posizioni in cui l'YPG si sta preparando. Le armi fornite dagli Stati Uniti sono in fase di stabilizzazione.

Che tipo di preparazione appronta l'YPG?

Il loro contatto parziale con gli Stati Uniti sta continuando. Il governo siriano ne è consapevole. YPG è consapevole che il governo siriano ne è a conoscenza. Questa è guerra. Niente è così semplice nel momento in cui le carte vengono rimescolate. Ci sono aree in cui sono collocate le armi prese dagli Stati Uniti e dove sono in atto i preparativi. Non in ogni luogo, ci sono gli stessi accordi. È diverso nei territori di combattimento ravvicinato, probabilmente, e a Qamishli.

Oggi c'è stato un incontro qui. Le persone che si sono riunite su iniziativa dell'YPG hanno dimostrato la loro rinuncia alla guerra. Era una folla minuscola e non eccitata. Ciò indica che entrambe le genti sono stanche della guerra e che le capacità organizzative dell'YPG si stanno riducendo. Ma questo è solo per ora. La guerra stessa è diversa dalla sua precedente situazione prebellica. Quindi lo vedremo in breve tempo.

Un'altra preoccupazione è la possibilità che l'YPG diffonda e allarghi la battaglia verso i luoghi in cui è presente l'esercito del governo siriano. Un assalto contro le forze turche di Qamishli, per esempio, potrebbe immediatamente mettere l'uno contro l'altro il governo siriano e la Turchia.

Il riavvicinamento del governo siriano e delle forze curde e il loro agire insieme sarebbe uno sviluppo positivo. Il governo siriano agirà in modo comprensivo e inclusivo fintanto che l'invasione straniera non sarà finita e i saccheggiatori delle nostre terre non saranno espulsi.


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