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Crescono gli appelli per la revoca delle sanzioni alla Siria colpita dal terremoto

Peoples Dispatch | peoplesdispatch.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

14/02/2023

Nonostante gli Stati Uniti abbiano annunciato un'esenzione temporanea dalle sanzioni sulla Siria, nessun paese occidentale, ad eccezione dell'Italia, si è fatto avanti per fornire qualsiasi tipo di assistenza ai soccorsi per il terremoto in Siria.

Syria earthquake relief
Aleppo, Siria. (UNICEF/Muhannad Al-Asadi )

Lunedì 13 febbraio, il Rappresentante Permanente della Siria presso le Nazioni Unite (ONU) Bassam Sabbagh ha dichiarato davanti al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (UNSC) che tutti i Paesi devono fornire assistenza umanitaria a tutte le persone coinvolte nel terremoto che ha colpito la Turchia e la Siria il 6 febbraio ed evitare ogni tipo di politicizzazione. Ha anche ribadito la posizione della Siria secondo cui "le misure coercitive illegali imposte dall'Occidente" hanno causato ritardi nel sostegno ai soccorsi per il terremoto nel Paese.

Sabbagh ha parlato durante la riunione speciale convocata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per discutere l'impatto del terremoto sulla Siria. Mentre la Turchia ha ricevuto aiuti e soccorsi da diversi Paesi, tra cui gli Stati Uniti, nessun Paese occidentale, ad eccezione dell'Italia, si è fatto avanti per fornire aiuti alla Siria.

Tuttavia, diversi Paesi in via di sviluppo, come Cuba, Venezuela, Iran, Palestina e Algeria, tra gli altri, hanno teso la mano alla Siria inviando materiale di soccorso e volontari, tra cui medici, nelle aree colpite dal terremoto. Anche la Cina ha già inviato materiale di soccorso per un valore di 4,4 miliardi di dollari alla Siria.

Più di 31.000 persone sono state uccise in Turchia e oltre 5.800 in Siria a causa del terremoto. Secondo le Nazioni Unite, il terremoto, il cui epicentro è stato rilevato a Kahramanmaras nel sud della Turchia, ha colpito più di 50.000 chilometri quadrati in un'area che copre almeno 10 province sia in Turchia che in Siria. L'ONU ha anche affermato che almeno 6.000 grattacieli sono stati danneggiati dal terremoto e dalle centinaia di scosse di assestamento. È probabile che il bilancio totale delle vittime continui a salire nei prossimi giorni.

Secondo alcune stime iniziali, il terremoto ha causato danni per circa 85 miliardi di dollari in Turchia, ovvero circa il 10% del PIL nazionale. Il valore dei danni economici in Siria non è ancora chiaro.

La guerra e le sanzioni hanno indebolito il sistema sanitario siriano

Sabbagh ha sottolineato che per i siriani l'impatto delle sanzioni è stato devastante quanto il terremoto, riferisce SANA. Ha evidenziato come il sistema sanitario del Paese sia stato "indebolito e impoverito" a causa delle sanzioni e della guerra. Ha affermato che la Siria deve affrontare una "grave carenza di attrezzature mediche e di medicinali", quindi non è in grado di fornire un soccorso adeguato durante le emergenze come la pandemia e il terremoto.

"La Siria da sola non aveva la capacità di affrontare questa catastrofe senza precedenti, a causa delle ripercussioni della guerra terroristica condotta contro di essa per 12 anni e del blocco soffocante imposto al suo popolo come risultato delle misure coercitive unilaterali occidentali", ha aggiunto Sabbagh.

Più di una dozzina di gruppi di sinistra e di organizzazioni per i diritti umani dell'Asia Occidentale e del Nord Africa hanno rilasciato una dichiarazione congiunta la scorsa settimana chiedendo che venga immediatamente revocato "l'ingiusto assedio alla Siria, di ripristinare le relazioni diplomatiche con il Paese e di abbandonare l'imperialista Caesar Act [legge Usa che sanziona la Siria, ndt]".

Tra i firmatari figurano il Partito dei Lavoratori Tunisino, il Partito della Via Democratica dei Lavoratori del Marocco e il Partito Comunista Libanese, tra gli altri. La lettera condanna "la politica dei due pesi e delle due misure praticata dall'imperialismo e dalle istituzioni internazionali ufficiali, anche nella gestione dei disastri e delle pandemie, a conferma della loro natura aggressiva e brutale che contraddice tutti i valori e i principi umani". [sotto la Dichiarazione completa]

Anche la Cina si è fatta avanti e lunedì ha chiesto che gli Stati Uniti eliminino tutte le sanzioni sulla Siria. Ha definito l'alleggerimento temporaneo delle sanzioni annunciato dagli Stati Uniti la scorsa settimana uno "show politico".

Il portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin, ha dichiarato che "l'intervento militare degli Stati Uniti e le sanzioni unilaterali illegali contro la Siria nel corso degli anni hanno aggravato drasticamente la crisi dell'economia e del sostentamento delle persone in Siria e indebolito notevolmente la capacità del Paese di far fronte ai disastri", ha riferito Global Times.

La Siria accetta di aprire altri valichi di frontiera

Nel frattempo, rispondendo agli appelli delle Nazioni Unite, il governo di Bashar al-Assad in Siria ha accettato lunedì di aprire per tre mesi altri due valichi di frontiera con la Turchia nella regione. La decisione è stata accolta con favore dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, il quale ha affermato che ciò consentirà la "consegna tempestiva degli aiuti umanitari".

Secondo una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite del gennaio di quest'anno, solo il valico di frontiera di Bab al-Hawa tra la Turchia e la Siria è stato autorizzato a funzionare per facilitare la consegna degli aiuti transfrontalieri nelle aree controllate dai ribelli nel nord-ovest della Siria. In precedenza, il governo di Assad si era opposto a tutti gli aiuti transfrontalieri, sostenendo che questi aggirassero il governo legittimo e violassero la sovranità della Siria. Il regime di Assad ha chiesto che tutti gli aiuti stranieri alla Siria siano coordinati attraverso il suo governo.

Secondo il nuovo accordo, oltre a Bab al-Hawa, altri due valichi di frontiera - Bab al-Salam e Al Ra'ee - saranno aperti per la consegna degli aiuti attraverso il confine turco.

Alcuni gruppi di ribelli e organizzazioni che lavorano nelle aree della Siria controllate dai ribelli hanno contestato i tentativi dell'ONU di mobilitare il sostegno del Governo di Assad per coordinare meglio le operazioni di soccorso nel nord-ovest della Siria. Questi gruppi sostengono che ciò fornirà un vantaggio politico al governo di Assad, ha riferito Al-Jazeera.

Rispondendo a queste affermazioni, Sabbagh ha detto che la regione "fa parte del territorio nazionale [della Siria] e la popolazione è parte del popolo siriano". Ha aggiunto che il governo di Assad non accetterà alcun tentativo da parte di "gruppi terroristici" di dividere il Paese.

Dichiarazione congiunta:

I territori siriani e turchi, soprattutto le aree curde, sono stati sottoposti a un violento terremoto le cui vittime hanno finora superato le migliaia di vittime, feriti e sfollati in condizioni climatiche molto dure, e mentre i popoli e alcuni organismi umanitari si sono mossi in solidarietà con i due popoli colpiti, l'imperialismo, le istituzioni ufficiali internazionali e la maggior parte dei regimi arabi hanno utilizzato ancora una volta due pesi e due misure, inviando aiuti al regime turco e perpetuando l'ingiusto assedio contro la Siria, che il suo popolo sta subendo da più di dieci anni, ovvero dall'epoca della guerra civile e dell'aggressione imperialista, regionale araba e sionista.

I partiti e le organizzazioni sottoscritte, affermando la loro solidarietà incondizionata e la loro vicinanza ai popoli fratelli della Siria e della Turchia:

Condannano fermamente la politica dei due pesi e delle due misure praticata dall'imperialismo e dalle istituzioni internazionali ufficiali, anche nella gestione dei disastri e delle pandemie, che conferma la loro natura aggressiva e brutale che contraddice tutti i valori e i principi umani.

- Invitano le masse e le forze nazionali a organizzare tutte le forme di pressione sui regimi arabi, affinché tolgano immediatamente l'ingiusto assedio alla Siria, ripristinino le relazioni diplomatiche con essa e abbandonino l'imperialista Caesar Act.

- Partecipano a tutte le forme di sostegno materiale e morale ai due popoli fratelli e invitano tutti i popoli liberi del mondo a organizzare tutto il sostegno possibile per dedicarsi all'unità e alla solidarietà dell'umanità.

Partiti firmatari

1. Workers' Party-Tunisia
2. Workers' Democratic Way Party . Morocco 
3. Jordanian Democratic People's Party (Hashad)
4. We Can-Mauritania Movement
5. Democratic Front for the Liberation of Palestine 
6. Lebanese Communist Party
7. Jordanian Democratic Popular Unity Party
8. Popular Front for the Liberation of Palestine 
9. Bahraini Progressive Platform 
10. Association of Sahrawi Human Rights Defenders in Western Sahara CODESA
11. Socialist Popular Alliance Party . Egypt
12. Kuwait Progressive Movement 
13. Palestinian People's Party 
14. Sudanese Communist Party
15. Jordanian Communist Party 
16. Qutb Party-Tunisia
17. United Democratic National Party-Tunisia 
18. Arab and Maghreb Student and Youth Front against Normalization and Support for the Palestinian Cause
19. Egyptian Communist Party


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