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In Sudan bandito il partito politico di Omar al-Bashir

Pavan Kulkarni | peoplesdispatch.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

29/11/2019

Ieri è stato approvato un decreto che proibisce la partecipazione del National Congress Party (NCP) di al-Bashir alle attività politiche per 10 anni. Le proprietà e i beni del partito saranno confiscati e i suoi membri allontanati da tutte le istituzioni pubbliche.

Il partito di Omar al-Bashir è stato bandito dalla partecipazione politica per 10 anni.

"Un Sudan senza islamisti. Un Sudan per tutto il popolo" così risuonavano le strade della capitale Khartum a tarda notte. Centinaia di manifestanti ieri sera sono scesi in piazza per festeggiare l'approvazione di una legge del governo di transizione che smantella il regime dell'estromesso presidente Omar al-Bashir.

Un'altra legge è stata approvata per cancellare la legge sull'ordine pubblico, che imponeva alle donne un codice di condotta basato sulla Sharia. L'atto, approvato sotto il dominio di Bashir, aveva imposto un codice di abbigliamento alle donne, regolato la loro interazione sociale e limitato la loro libertà di movimento.

Queste leggi sono state approvate dopo la prima sessione legislativa congiunta del gabinetto e del consiglio di sovranità del governo di transizione recentemente costituito, durato per 14 ore.

Il National Congress Party (NCP), ora effettivamente bandito, è stato guidato da Omar al-Bashir, che aveva preso il potere attraverso un colpo di stato nel 1989 e che ha governato il Sudan fino a quando non è stato estromesso nell'aprile di quest'anno dopo mesi di manifestazioni di massa iniziate nel dicembre 2018.

A questo partito è ora legalmente vietato partecipare ad attività politiche per un periodo di 10 anni. Il decreto legislativo indica anche la confisca di tutte le proprietà e i beni del partito e la rimozione dei suoi membri da tutte le istituzioni pubbliche, dalle agenzie governative e dalle imprese statali.

Il giornale Sudan Tribune ha riportato che secondo il ministro della Giustizia Nasr al-Din Abdel Bari, sarà istituito un comitato di 18 membri per fornire raccomandazioni alle autorità competenti sulle misure specifiche da adottare per "sciogliere qualsiasi agenzia governativa, partito politico, organizzazione, sindacato, commissione, società o altri organi appartenenti al regime di [Bashir] e porre termine al servizio dei suoi impiegati".

Si tratta di una grande vittoria per le masse dei manifestanti, che nel loro sforzo per porre fine al dominio di Bashir, per mesi hanno subito arresti di massa, torture e sparatorie che hanno provocato ferite mortali a centinaia di persone.

Sotto il regime del NCP, tutti i sindacati indipendenti nel paese sono stati vietati. E' stata introdotta la legge della sharia e spesso utilizzata selettivamente per colpire gli oppositori politici. Era sistematica la prigione senza processo e la tortura per i dissidenti.

La Corte penale internazionale (ICC) ha dichiarato al-Bashir colpevole di genocidio, crimini di guerra e crimini contro l'umanità per aver sovrinteso una campagna di omicidi di massa e stupri nella regione del Darfur devastata dalla guerra.

Il Fronte rivoluzionario sudanese (SRF), che è una coalizione di gruppi armati con i quali sono attualmente in corso negoziati di pace, ha insistito affinché Al-Bashir fosse consegnato alla ICC.

Questa richiesta è stata ribadita dalla Sudanese Professionals Association (SPA), che insieme al Partito comunista sudanese (SCP), ha guidato le manifestazioni di massa che hanno rovesciato al-Bashir, e successivamente hanno costretto la giunta militare, che aveva poi assunto il potere, a far posto a un governo di transizione.

Tuttavia, il governo di transizione è stato creato sulla base di un accordo di condivisione del potere tra la giunta militare e le forze per la Dichiarazione di libertà e cambiamento (DFCF). Il DFCF è una coalizione di partiti di sinistra e di centro riuniti per rappresentare il movimento di protesta.

A seguito di questo accordo, i membri della giunta, incluso il suo presidente, il generale Abdel Fattah Al-Burhan, sono diventati membri del consiglio di sovranità, insieme ai civili scelti dal DFCF.

Burhan, che coprirà l'incarico di presidente del paese per i primi 21 mesi del periodo di transizione di 39 mesi, si è opposto alla consegna di al-Bashir all'ICC. La SPA ha respinto questa posizione e ha scritto in una dichiarazione sabato: "Dobbiamo tener conto del desiderio delle vittime di vedere al-Bashir consegnato alla giustizia internazionale, di vederlo, lui e quelli al suo comando, affrontare il giudizio e di elaborare il lutto."

La SPA ha accolto con favore il decreto che prevede lo smantellamento del NCP, sebbene continui nel suo compito principale di costruire il movimento e mobilitare le masse al fine di ottenere giustizia e vera trasformazione. L'associazione aveva chiarito fin dall'inizio delle mobilitazioni che non si sarebbe fermata alla rimozione di al-Bashir dalla presidenza, ma continuerà a combattere fino a quando il regime nella sua interezza non sarà smantellato.

Nonostante la "tardiva emanazione" di questo decreto, la SPA ha affermato che "è un grande passo sulla via del raggiungimento degli obiettivi della rivoluzione e della sconfitta reale della controrivoluzione e dei resti del regime di oppressione... È un passo importante verso la costruzione di uno stato civile democratico".

Abdalla Hamdok, il primo ministro del governo di transizione che è stato scelto dal DFCF, ha twittato: "Abbiamo approvato questa legge in un vertice congiunto per ristabilire la giustizia e la dignità del popolo e salvaguardarne le conquiste, e in modo che il popolo possa recuperare la ricchezza depredata".

Commentando l'abolizione della legge sull'ordine pubblico, ha affermato che la legge era "uno strumento di sfruttamento, umiliazione, violazione: violazione dei diritti dei cittadini e violazione della dignità delle persone."

Sulla base di questa norma, le donne erano arrestate solo per aver partecipato a feste o per aver indossato pantaloni o semplicemente per essere uscite di casa accompagnate da un uomo diverso dal marito o da un membro della famiglia. Secondo gli attivisti per i diritti umani, ogni anno migliaia di donne sono state sottoposte a fustigazioni pubbliche per violazione dei codici oppressivi prescritti da questa legge.

Il primo ministro ha aggiunto: "mando un omaggio ai giovani uomini e alle giovani donne del mio paese che hanno sopportato gli orrori dell'applicazione di queste leggi".


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