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Mobilitazione e organizzazione per sconfiggere le cospirazioni straniere

PC sudanese | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

09/01/2025

Editoriale Al-Maidan

Con l'intensificarsi dei conflitti tra i poli del campo capitalista per interessi e sfere di influenza, i pericoli aumentano e le tensioni si acuiscono su entrambi i fronti, globale e regionale. In questo contesto, il movimento di liberazione nazionale e le sue forze si trovano in uno stato di allerta e lavorano per consolidare i propri ranghi per affrontare l'aggressione imperialista e gli schemi dei suoi procuratori regionali e locali.

In questo clima, i regimi committenti della regione si stanno riposizionando attivamente per salvaguardare i propri interessi e mitigare i loro rischi. Inoltre, stanno promuovendo la fiducia reciproca per rafforzare la propria influenza. In questo contesto, il regime turco è emerso come attore di primo piano sulla scena regionale del Medio Oriente, cercando di posizionarsi come mediatore nelle crisi della regione. Dopo il successo nell'orchestrare cospirazioni contro la Siria, il regime turco - che affonda le sue radici nelle ambizioni ottomane - sta ora promuovendo il suo ruolo di mediatore nella crisi sudanese.

Sfruttando i suoi legami con regimi arabi come l'Egitto, l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti, una delegazione turca ha visitato il governo de facto di Port Sudan con un'iniziativa volta a stemperare le tensioni tra gli Emirati Arabi Uniti e le autorità di Port Sudan. La delegazione ha anche cercato di rilanciare i negoziati tra le parti in conflitto attraverso alcune sedi come Gedda o Ginevra.

L'iniziativa del Comitato centrale del PCS ha evidenziato in modo inequivocabile il fallimento degli sforzi internazionali e regionali per fermare la guerra, ormai prossima al secondo anniversario. Queste iniziative non solo non sono riuscite a porre fine al conflitto, ma si sono anche dimostrate incapaci di mitigarne le devastanti conseguenze per il popolo e la nazione. Il Comitato Centrale ha attribuito questo fallimento alla tendenza di ogni iniziativa a privilegiare gli interessi dei suoi promotori rispetto a soluzioni autentiche, con ogni parte che cerca di espandere la propria influenza in Sudan e di monopolizzare le risorse del Paese.

Il Comitato Centrale ha sottolineato nella sua iniziativa che l'unica strada per porre fine alla guerra e affrontare le sue ripercussioni consiste nel dare priorità all'autosufficienza, con un sostegno esterno che abbia un ruolo complementare piuttosto che centrale. Di conseguenza, la priorità è mobilitare, organizzare e unificare le forze della rivoluzione sudanese, sia in patria che all'estero, ispirandosi costantemente al ricco patrimonio di lotte pacifiche della nazione.

Questa lotta collettiva rappresenta l'unica strada per superare le cospirazioni esterne e reclamare il perseguimento da parte del nostro popolo degli obiettivi della Rivoluzione di dicembre: la liberazione dalla dipendenza, dalla stagnazione, dalla povertà e dal conflitto interno.

Al-Maidan 4275; martedì 7 gennaio 2025


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