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- popoli resistenti - spagna - 19-10-09 - n. 291
Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
Il PCPE in merito alla repressione fascista in Euskadi
Consiglio esecutivo
Madrid, 14 ottobre 2009
“Il popolo che opprime un altro popolo non può essere libero” F. Engels
Con la nuova ondata di arresti contro i dirigenti del movimento popolare basco e l’assalto delle forze repressive alla sede del sindacato LAB a Donostia, il Comitato esecutivo del PCPE precisa che:
1. Il capitalismo spagnolo è in profonda crisi strutturale, frutto dalle proprie contraddizioni e dello sfruttamento brutale della classe operaia e del furto sistematico nei confronti del popolo. L’uscita dalla crisi, per quelle forze che non guardano oltre alla cornice del capitalismo monopolistico, passa necessariamente per l’aumento della repressione contro il movimento operaio e popolare in tutto lo Stato. Questa è la scelta del sistema e per questo utilizza tutti i mezzi a sua disposizione (politici, giudiziari, polizieschi, militari...) tante volte quanto è necessario.
2. L'oligarchia spagnola non è stata in grado di risolvere la natura multinazionale dello Stato nella prospettiva di una convivenza pacifica e solidale tra i popoli, fondata sull'esercizio democratico del diritto di autodeterminazione, ricorrendo sistematicamente alla repressione contro il desiderio di libertà e sovranità dei popoli.
3. L'antidemocratica Legge dei partiti politici costituisce la base giuridica in base alla quale lo Stato cerca di legittimare la repressione, che in Spagna assume toni apertamente fascisti. L'ingiustificabile messa fuori legge delle organizzazioni della sinistra abertzale [sinistra indipendentista basca, NdT] hanno aperto la strada ad un governo reazionario del PSOE e del PP contrario al sentimento e agli interessi dei popolo lavoratore basco.
4. Gli arresti di ieri sono un esempio in più di come il blocco dominante di potere, che esercita la dittatura del capitale in Spagna, concepisca la democrazia. Il raid alla sede del sindacato LAB di Donostia è un’aggressione alla classe operaia basca e a ciascuno di quei popoli di Spagna che non sono disposti a perdere la loro libertà senza reagire ad un’infamia di tali dimensioni.
Il PCPE esprime la propria solidarietà alla sinistra abertzale e al sindacato LAB, esige la liberazione immediata dei detenuti e detenute e ribadisce che la soluzione a questa situazione comporta necessariamente il riconoscimento del diritto di autodeterminazione e lo svolgimento di un referendum per far esprimere il sentimento democratico del popolo basco. Con la consapevolezza che la repressione fascista avrà come unico risultato quello di aumentare la sofferenza e che mai si potrà piegare il desiderio di libertà del popolo basco, facciamo appello alla più ampia unità popolare, in una decisa azione di massa che sia aliena a qualsiasi opzione avventurista, per spezzare la strategia dell’oligarchia spagnola, sviluppata in modo così opportuno dai loro legittimi rappresentanti del PSOE / PP e da tutti coloro che con il silenzio di fronte ad episodi come questo si rendono complici, e per recuperare a favore della classe operaia e dei settori popolari di Euskal Herria l’iniziativa politica che gli ha permesso di essere protagonisti della loro storia
SOLIDARIETA’ CONTRO LA REPRESSIONE!
LIBERTA’ PER I DETENUTI E LE DETENUTE!
LIBERTA’ PER EUSKAL HERRIA!
REPUBBLICA, AUTODETERMINAZIONE E SOCIALISMO!