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- popoli resistenti - spagna - 11-04-16 - n. 584
Internazionalismo, repubblica socialista e diritto di autodeterminazione
Partito Comunista dei Popoli di Spagna (PCPE) | pcpe.es
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
11/04/2016
Anche noi siamo stati rifugiati, anche noi siamo stati perseguitati e criminalizzati
Questo 14 aprile 2016, l'anniversario della proclamazione della II Repubblica, coincide con le attuali difficoltà dei gestori del sistema capitalista spagnolo a raggiungere un accordo utile a formare un governo che garantisca la continuità degli interessi parassitari del blocco oligarchico-borghese dominante.
L'attuale fase di crisi del sistema, mette in evidenza tutti quegli aspetti più violenti e aggressivi del capitalismo, acuiti dal suo disperato tentativo di superare il suo fallimento attuale.
La recente decisione, unanime, dell'UE, di espellere centinaia di migliaia di persone rifugiate che scappano dalle guerre che l'imperialismo ha organizzato nei loro paesi per proseguirne il saccheggio e la spoliazione delle risorse, ha una relazione storica diretta con l'esilio repubblicano alla fine della guerra nazionale-rivoluzionaria.
Sia le forze liberali, come quelle socialdemocratiche e opportuniste, cercano di far dimenticare le esperienze di avanzamento e progresso rappresentate dalla II Repubblica per la classe operaia e per i settori popolari. Coloro che in quell'occasione lottarono e difesero la volontà popolare e la legalità della Repubblica contro il golpe fascista, furono condannati a morire nelle carceri e nei campi di concentramento, o non ebbero altra via che l'esilio per evitare la persecuzione e la morte. Così, più di cinquecento mila persone fuggirono prima del finale sfavorevole della guerra in Spagna, attraversando la frontiera dei Pirenei. In questa marcia, ebbero il sostegno incondizionato dell'Unione Sovietica, ma soffrirono il peggior trattamento in Europea e principalmente in Francia, dove morirono in migliaia nei campi di concentramento (molti all'aperto) dei governi collaboratori del colpo di stato in Spagna.
Oggi si riproducono nuovamente queste stesse pratiche politiche criminali, in questo caso verso coloro che cercano rifugio dalle guerre nel Vicino Oriente, Medio Oriente e nord Africa. Guerre che sono il prodotto dell'intervento diretto delle potenze imperialiste e dei loro alleati locali, come Israele, Arabia Saudita e Qatar, nei loro paesi.
Qualsiasi crepa nella gestione del capitalismo che possa essersi espressa all'interno dell'Unione Europea, si è chiusa immediatamente con l'attuazione di questa decisione contro le vittime del suo terrorismo criminale. Agiscono senza pietà contro chi scappa dalla fame, dalle bombe e dalla miseria che l'imperialismo ha generato nei loro paesi. Non ci sono diritti per queste persone. Nei temi strategici non c'è disaccordo nell'UE, c'è unità totale della borghesia e dei suoi diversi rappresentanti politici. Così, in Grecia è il governo di SYRIZA che esegue violentemente queste espulsioni, con l'uso brutale delle forze di polizia e dell'esercito.
Oggi in Spagna, nessuno dei partiti politici che ambiscono a formare il governo mette in discussione il sistema capitalista. Nessuno mette in discussione la proprietà privata dei mezzi di produzione, né dei settori strategici dell'economia come l'energia elettrica, il gas, i trasporti…: tutti accettano la dittatura dei monopoli. Tutti garantiscono la continuità dei loro grandi benefici a costo dello sfruttamento e del furto della classe operaia e del popolo, sotto la protezione della Costituzione del 1978 e del sistema monarchico che si è imposto con essa. Un sistema che garantisce la continuità della dominazione delle classi parassitarie, sottomettendo la classe operaia e il popolo, infliggendo la disoccupazione, l'impoverimento generalizzato, gli sgomberi a colpi di manganello (inclusi bimbi, anziani e malati), l'impossibilità di disporre delle risorse minime per pagare la luce, il gas, l'acqua, la mancanza di prospettive per la gioventù e lo smantellamento delle conquiste lavorative conseguite con la lotta e l'organizzazione operaia durante il franchismo e la Transizione.
Questa è la Spagna della monarchia e della Costituzione del '78. E' caduta la maschera che per tanti anni ha mantenuto con l'inestimabile aiuto del riformismo e della socialdemocrazia, fedeli collaboratori della borghesia nel frenare l'avanzamento del movimento operaio, edulcorando gli enormi regressi di cui sono stati complici, vedi le leggi che hanno aperto le porte alla privatizzazione della sanità, dell'istruzione, o le leggi restrittive dei diritti basilari che tanto è costato strappare al sistema capitalista, così come il diritto alla libertà di espressione, riunione o manifestazione.
Né il capitalismo, né i suoi governi, né la Costituzione del '78 hanno nulla da offrire alla classe operaia. L'inganno della Transizione si perpetua tutt'ora: di tanto in tanto in qualche giudizio contro la corruzione, fenomeno intrinseco al sistema e che costituisce solo la punta dell'iceberg di un sistema marcio, riaffiora l'inganno con il suo show mediatico e la falsa illusione dell'uguaglianza di fronte alla Legge. Queste sono le manovre della seconda Transizione, della stessa fatta della prima.
La II Repubblica, che cercò di porre alcune basi per il riconoscimento dei diritti nazionali, è avanzata in cinque anni più che nel periodo di quasi quarant'anni della Costituzione del '78, dove si ripropongono, senza trovare soluzione, i diritti democratici delle nazionalità che compongono lo Stato.
Per questo, anche in questo anniversario della II Repubblica, bisogna lottare e organizzarsi nei luoghi di lavoro, nei luoghi di studio, nei quartieri; organizzarsi nel Partito Comunista dei Popoli di Spagna (PCPE), per dare una svolta a questa situazione, rovesciare la monarchia e puntare al Potere operaio e alla repubblica socialista di carattere confederale, dove i distinti popoli e nazioni possano esercitare il diritto di autodeterminazione. La nuova forma dello Stato socialista dove il popolo e la classe lavoratrice prendono le redini del loro futuro, prendono il controllo dell'economia, della banca, dell'energia, delle tecnologie e le mettono a disposizione del progresso e della trasformazione sociale.
Repubblica Socialista di carattere Confederale
Viva l'internazionalismo proletario
Apertura incondizionata delle frontiere a tutte le persone rifugiate
Rafforzare il PCPE, organizzare la Rivoluzione!
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