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La nuova convocazione delle elezioni generali è un'ulteriore espressione della crisi che vive il sistema capitalista spagnolo

Partito Comunista dei Popoli di Spagna (PCPE) | pcpe.es
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

29/04/2016

La borghesia non è stata capace di dotarsi di un governo che gestisca i propri interessi.

I risultati delle passate Elezioni Generali dello scorso 20D permettevano varie opzioni di governo, tutte valide per la borghesia spagnola;  nella sua versione neoliberale o nella sua variante socialdemocratica ma anche l'opzione della "grande coalizione". Nessuna di esse si è materializzata e al sistema non è rimasta altra soluzione che convocare nuove Elezioni Generali.

Questo fallimento della borghesia - che è anche un fallimento personale di chi oggi usurpa il ruolo di Capo di Stato, che ha cercato per tre volte di risolvere questa situazione - pone in evidenza, ancora una volta, la dimensione della crisi che colpisce le classi dominanti in Spagna, una crisi che giunge fino al fatto estremo di non riuscire a conseguire nemmeno i suoi più elementari meccanismi di legittimazione sociale.

PP, PSOE, CIUDADANOS, IU e PODEMOS, insieme ad altri, hanno espresso ripetutamente la loro disposinibilità a partecipare alla formazione del governo di cui necessita il capitalismo spagnolo. Nessuna di queste opzioni ha messo in discussione l'ordine vigente di dominazione di classe, nelle sue linee fondamentali. Il massimo che riescono a fare coloro che hanno un'attitudine più demagogica è proporre qualche ritocco per cercare di dare al capitalismo un volto più umano.

Se non si è raggiunto un accordo per formare il governo è perché i calcoli elettorali di questi partiti hanno condizionato, nella loro totalità, le negoziazioni - nessuno cede a favore di nessuno - e perché le classi dominanti, nella loro crisi, non dispongono della capacità coercitiva che gli permetterebbe di controllare il cammino verso la soluzione delle sue necessità politiche.

In una congiuntura politica segnata dalla continuità della crisi capitalista, dove i dati macroeconomici (PIL) continuano a scendere mentre salgono quelli del deficit e del debito - l'UE chiede un nuovo aggiustamento di 4 miliardi di euro - la borghesia affronta enormi difficoltà.

Ma è la classe operaia spagnola quella che sta pagando tutti i giorni le conseguenze dell'impossibilità che ha il sistema capitalista di risolvere questa crisi. Si deteriorano le condizioni di vita e di lavoro della grande maggioranza sociale, continua la disoccupazione a cifre milionarie, si riduce la speranza di vita nei settori popolari, si deteriorano i servizi pubblici privando di attenzioni basilari milioni di persone, le più vulnerabili. La gioventù operaia ha perso una generazione completa, che non trova nessuna soluzione per il suo futuro. In molti aspetti, il sovra-sfruttamento e la povertà colpiscono specialmente la donna lavoratrice.

La ripetizione di nuove elezioni non garantisce al capitalismo spagnolo un risultato più favorevole, che gli permetta di formare un governo.

E inoltre, la classe operaia non può sperare in soluzioni magiche di questa nuova convocazione per la difesa dei suoi interessi. I programmi saranno gli stessi e nuovamente saranno segnati dalla sottomissione ai diktat dei monopoli, sia nel caso delle forze liberali, come di quelle socialdemocratiche.

Il PCPE concorrerà a questa nuova battaglia politica con tutte le sue forze per offrire alla classe operaia un'uscita che ha come assi centrali il potere operaio e la costruzione della società socialista. Perché nel capitalismo non c'è nessuna soluzione per la classe operaia.

In Spagna non c'è bisogno di un cambiamento, c'è bisogno di una rivoluzione.

La classe operaia al potere, costruendo un nuovo sistema politico che ponga al servizio della maggioranza sociale l'immenso sviluppo delle attuali forze produttive in Spagna - che oggi il capitalismo mantiene paralizzate - è l'unica alternativa che possa farla finita con l'attuale crisi capitalista, arrivando ad uno sviluppo superiore con l'inizio del processo verso la costruzione della società socialista e il comunismo. Una società di persone libere e uguali.


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