Ripetere le elezioni per legittimare la dominazione
Carmelo Suárez* | unidadylucha.es
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
13/05/2016
Per la prima volta, alla borghesia spagnola, in questa tappa della dittatura del capitale nel nostro paese, manca il principale meccanismo di legittimazione del quale si è dotata per perpetuarsi al potere: le Elezioni Generali.
Le Elezioni del 20 Dicembre hanno dato un Parlamento che è risultato di difficile gestione per le classi dominanti e nonostante i diversi intenti e le diverse variabili possibili, alla fine l'accordo di Governo non è stato possibile e si convocano nuove Elezioni per il 26 Giugno.
I risultati del 20D sono stati l'espressione della crisi economica di sovra-accumulazione che è scoppiata a livello internazionale nell'estate del 2007 e anche della crisi nel vertice che essa ha generato in Spagna e inoltre, risultato delle strategie che le classi dominanti hanno sviluppato in questi anni per cercare di mantenere il controllo della situazione ed evitare l'avanzamento del conflitto sociale verso coordinate fuori dal loro controllo.
In una tappa dove il capitale si è lanciato in una guerra generalizzata contro la classe operaia, per scaricare su di essa il peso della crisi, i centri intellettuali del sistema e il suo potente apparato di agitazione e propaganda - con la finalità di evitare l'avanzamento delle posizione della classe operaia - hanno promosso tutta una serie di movimenti che alla fine sono giunti alla creazione di "nuove forze politiche", che sono state presentate come un rinnovamento democratico dell'esaurito e corrotto sistema dei partiti, così come la grande esperienza che illudeva di risolvere la situazione della classe operaia e del popolo dentro gli esauriti limiti del sistema capitalista, senza necessità di rivoluzioni di alcun tipo.
L'operazione è risultata trionfante nell'obiettivo strategico - annullare la classe operaia - ma ha avuto un errore di precisione nei risultati immediati più concreti: formare un Governo.
Come bilancio generale, le classi dominanti possono esser soddisfatte: si è scongiurato il pericolo maggiore, il conflitto sociale di classe.
Adesso, stando così le cose, entra in funzione il pragmatismo che sempre ha caratterizzato le forze capitaliste. Se c'è da ripetere le Elezioni, queste si ripetono. L'egemonia del blocco storico del potere - nonostante tutte le difficoltà attuali, che non sono poche - gli permette di avventurarsi in questo processo senza grandi preoccupazioni.
Il tempo che rimane fino alla giornata elettorale del 26 giugno lascia tuttavia margini per riorientare una certa frangia di votanti e cercare di aggiustare il risultato per una composizione del Parlamento più gestibile.
In qualsiasi caso il capitalismo spagnolo, nella situazione attuale, possiede varie opzioni di Governo possibile, alcune più di suo gusto che altre, ma ognuna di esse sarà soggetta, con più o meno contenuto, ai diktat dei monopoli.
Con i prevedibili risultati elettorali del 26 giugno, il nuovo Parlamento tornerà a muoversi tra le stesse tre opzioni di Governo che hanno posto le elezioni del 20D: 1) Governo del campo liberale 2) Governo di grande coalizione e 3) Governo della socialdemocrazia, la vecchia e la nuova.
L'unica opzione che il blocco di forze dominanti in Spagna non potrebbe gestire a suo piacimento, sarebbe quella di un avanzamento significativo delle forze operaie e popolari rappresentate dal PCPE.
Per questo il PCPE sarà nella battaglia elettorale del 26 giugno in modo che la classe operaia abbia un opzione propria.
L'unità di IU-PODEMOS rende chiara la loro volontà di formare un Governo con la vecchia socialdemocrazia del PSOE. L'offerta di Pablo Iglesias di presentare candidature congiunte con Pedro Sánchez al Senato lo mette ben in chiaro, se qualcuno aveva ancora dei dubbi.
Affrontiamo una nuova battaglia ideologica, che dalle file comuniste dobbiamo affrontare in solitario e con una grande fiducia nella combattività della classe operaia. Il PCPE ha le forze per questo e l'abilità tattica per sviluppare ogni tipo di soluzioni immaginarie per moltiplicare le nostre capacità e per vincere i muri di silenzio che, contro le nostre proposte saranno innalzati dalla borghesia e da tutta la sua corte di forze politiche sottomesse in vari costumi.
Il PCPE denuncerà con tutte le sue forze coloro che in forma più vera rappresentano e difendono l'interesse del capitale, ma ugualmente combatterà i partiti "inganna-operai", che sono le forze di grande utilità per sostenere questo sistema capitalista con il loro demagogico falso discorso.
Contro la dittatura dei monopoli, come organizzazione di avanguardia della classe operaia, il PCPE sarà in questa battaglia politica combattendo con tutte le forze all'offensiva. E questo contemporaneamente al processo di celebrazione del X Congresso.
Una e l'altra battaglia dimostreranno il forte impegno rivoluzionario del PCPE e la sua capacità di essere - ancora una volta - la voce della classe operaia.
*Segretario Generale del Partito Comunista dei Popoli di Spagna (PCPE)
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